Daniele Petraroli
E lassessore Valentini «impallinò» cacciatori e opposizione. Non sono finite, infatti, le polemiche sul calendario venatorio 2005. Questa volta, però, lassessore regionale allAgricoltura ha giocato danticipo. Era prevista per oggi la riunione straordinaria della direzione di Arcicaccia per decidere la protesta contro le decisioni della Giunta Marrazzo. E, puntuale, ieri mattina, la Valentini ha inviato una lettera aperta a tutte le associazioni di cacciatori per scaricare le colpe delle sue decisioni sullamministrazione Storace. «Le condizioni in cui si svolge questa attività ormai sono assai compromesse - le parole dellassessore - la consistenza e la qualità della fauna risultano, dopo anni di mancanza di una seria politica, molto degradate. Non intervenire significa condannare sia lambiente sia il prelievo venatorio a una condizione di marginalità e a un inesorabile declino». Zuccherino, poi, per le associazioni che riuniscono le doppiette del Lazio. «Mentre, al contrario, la funzione svolta dai cacciatori era tradizionalmente anche quella di tutela e salvaguardia degli habitat naturali». Auspica, infine «un dialogo con le associazioni venatorie e ambientaliste per individuare ciò che è necessario fare per ridare prospettiva al comparto».
Non si è fatta attendere la replica del centrodestra. Il capogruppo della lista Storace in Consiglio regionale vede, dietro le parole dellassessore Valentini, lombra dellintegralista «anticaccia», lassessore allAmbiente Angelo Bonelli. «Questa lettera è un ottimo esercizio di filosofia - la replica di Desideri - Anzi, uno specchietto per le allodole. Ora attendiamo che lassessore ci dica qualcosa di concreto ascoltando le associazioni venatorie. Ci sembra che lassessore delegato Bonelli, pardon Valentini , abbia invece in mente una riconversione dellattività venatoria come prodromo di una vera e propria rottamazione dei cacciatori».
In discussione le restrizioni del nuovo calendario venatorio. Dalla caccia alla lepre, il cui periodo è stato ridotto dagli oltre tre mesi dello scorso anno al mese e mezzo di questo, a quella alla beccaccia e alla volpe in battuta, vietate in gennaio. Per non parlare della preapertura alla tortora che a questo punto rischia di rimanere un sogno per i cacciatori laziali.
Per il capogruppo di An Giulio Gargano è lennesima dimostrazione dello strapotere dei partiti sugli assessori della Giunta di centrosinistra. «La presentazione di un calendario alle associazioni di cacciatori - è il commento dellex assessore ai Trasporti - con limpegno a discutere eventuali modifiche o integrazioni, seguita poi non da un tavolo di confronto ma da una decisione imposta dallalto dimostra ulteriormente che, di fronte al potere ricattatorio dei partiti estremisti il presidente Marrazzo china la testa. Non curandosi né degli impegni presi in campagna elettorale, né dei danni che si arrecano non solo ai cacciatori, ma anche a tutta la filiera che opera dietro il settore».
In serata la risposta della Valentini che ha chiarito le colpe dei suoi predecessori. «Dobbiamo lavorare per ricreare un patrimonio faunistico che, grazie alla vecchia giunta, è oggi sullorlo del collasso - il commento piccato dellassessore allAgricoltura con delega alla caccia -. Lopposizione, invece di fare bassa propaganda, dovrebbe spiegare lassoluto immobilismo di fronte al degrado della situazione faunistica regionale. Nonostante il precedente Piano sia stato approvato nel 1998, su 10 Atc (ambiti territoriali di caccia, ndr) previsti, solo la metà sono stati attivati, mentre nel frattempo molte specie si sono estinte e altre rischiano lestinzione.
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