Roma - "Sono sicuro che esco presto". Lo ha detto Karol Racz, il romeno implicato nella vicenda dello stupro alla Caffarella, al deputato del Pdl Giancarlo Lehner, che ha compiuto una visita nel carcere di Regina Coeli dove è detenuto insieme al suo presunto complice Alexandru Isztoika Loyos. Quest’ultimo, soprannominato "il biondino", ha rivelato di non voler lasciare l’Italia. "Appena esco non torno in Romania, ma resto a lavorare qui perché devo guadagnare soldi per mantenere i miei genitori" ha assicurato Loyos, aggiungendo che dopo l’arresto la sua fidanzata lo ha lasciato.
Lehner a Regina Coeli "Ho incontrato per la seconda volta, a distanza di due settimane, i due romeni implicati nella vicenda dello stupro della Caffarella. Li ho trovati in buone condizioni- dice Lehner -. In particolar modo Racz, molto contento anche perché sa che non dovrebbe stare più in carcere, dal momento che non c’è alcuna prova contro di lui. Personalmente, e sono sicuro di non sbagliare, avendolo visto già due volte, posso dire che è un giovane sensibile e buono che non assomiglia per niente a quei titoli infelici che ho letto in alcuni giornali" commenta Lehner.
Loyos Il parlamentare del Pdl ha avuto un incontro anche con Loyos. "Ho parlato al biondino, che mi è parso più preoccupato in quanto teme che gli inquirenti tirino fuori altre accuse. Mi ha confermato che non intende, una volta liberato, tornare in Romania perché vuole guadagnare qualcosa per i suoi famigliari. La sua fidanzata lo ha lasciato dopo questi fatti. Come parlamentare - osserva Lehner - mi chiedo come sia possibile che questi due ragazzi siano ancora detenuti, quando non sussiste alcuna prova oggettiva di una responsabilità per lo stupro".
Romeni detenutri Tra la cella di Loyos e quella di Racz c’è un altro romeno, il quale è detenuto per violenza carnale. "A parte lo stupore per questi giovani, Racz e Loyos, che sono ancora in carcere, mi ha colpito il fatto che a Regina Coeli oltre il 30% dei detenuti siano romeni. Questo - secondo Lehner - non attesta che tutti i romeni siano delinquenti, ma che la delinquenza romena ha scelto l’Italia come il territorio più adatto per svolgere la loro attività criminale. È bene rammentare che il biondino, che certamente non è colpevole per la vicenda Caffarella, è tuttavia un pregiudicato per reati contro il patrimonio già espulso dall’Italia con decreto prefettizio. Un magistrato bolognese lo ha però considerato non pericoloso, negando l’espulsione.
Ebbene - conclude il parlamentare del Pdl - quello giunto da Bologna è stato a mio avviso un segnale inquietante per la delinquenza romena, incoraggiando l’immigrazione non soltanto dei bravi cittadini romeni, ma specialmente della criminalità di quel Paese".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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