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Cairo: «Sono pronto a perdere molti soldi»

Tony Damascelli

Se la notte non porterà scompiglio Urbano Cairo da oggi sarà il padrone-presidente totale del Torino calcio. Mai dire mai con le vicende granata che hanno permesso a personaggi e interpreti vari di vivere un’estate grottesca. Urbano Cairo adesso si sente con qualche giro di vantaggio, ha incontrato la controparte, al secolo Luca Giovannone, ha chiarito, chiuso, archiviato: «Non chiamatemi ancora presidente, sono scaramantico, fino al momento in cui non ci sarà il passaggio definitivo delle azioni non potrò essere tale».
Cairo e basta. Così vuole, in occasione di un «talk» radiofonico, sulle frequenze radiotelevisive satellitari di Radio Radio, una mezz’ora di parole e di pensieri del nuovo entrato nel mondo calcio.
«Giovannone ha accettato e firmato l’accordo, versando centottantamila euro, ha una partecipazione al capitale versato che è di 10 milioni di euro. Ho dunque il via libera. Ci sono sedici soci che detengono il 6,25 per cento di azioni a testa ma rileverò il 100 per cento del Torino calcio. Finora ho dedicato 300 ore a questa squadra, da quel 12 di agosto, giorno in cui il sindaco Chiamparino mi contattò».
Incominciamo dal passato. Pesante, il grande Torino e poi il Toro di Pulici, tutta roba sempre presente, opprimente quando si dialoga con i torinisti.
«È giusto guardare al presente e al futuro, anche perchè ho soltanto nove giorni a disposizione per mettere assieme una squadra competitiva. Ma il passato è qualcosa da onorare, preservare, tenere in risalto perchè il tifo per questa squadra ha origini specifiche, è particolare, qualcosa di speciale. Non c’è nulla di male a conservare i ricordi. Certo non possono essere l’unico patrimonio».
Il calcio, il Torino, non sembrano un affare.
«Non sono nel calcio per guadagnare, anzi so benissimno che all’inizio perderò dei soldi ma non sarà una perdita destinata a durare in eterno. Voglio investire nei giovani, nel vivaio e nello scouting, andando a pescare all’estero, come fanno molti club importanti. Voglio che lo stadio viva non soltanto la domenica ma è chiaro che prima di tutto dovrò allestire una squadra competitiva».
Il primo passo?
«Innanzitutto ho un allenatore che mi è piaciuto subito, De Biasi, poi il direttore sportivo sarà Fabrizio Salvatori. Mi sono ritrovato con alcuni contratti in eredità, con persone non scelte da me e che devo accettare, altri dovrò assumerne, insomma farò una squadra e mezzo. Amplieremo la società, con calma».
Oggi il Torino ma in passato lei fece qualche tentativo con il Bologna.
«Conosco Gazzoni dal 1987, fu lui a offrirmi il Bologna nel 2000. Voi pensate che se avessi voluto comprarlo non l’avrei fatto in questi cinque anni? Mi interessava il Torino e non per questioni economiche ma affettive, personali e di famiglia.»
La Juventus esiste a Torino e non soltanto. Preoccupato?
«Innanzitutto noi siamo in B e la Juventus in serie A. In una grande città come Torino esistono gli spazi per due grandi club, come era accaduto in passato, quando negli anni Settanta il Torino vinse uno scudetto e andò vicino a vincerne altri due».
Ma è un calcio pieno di debiti e di problemi. Chi l’ha preceduta al Torino ha avuto propositi simili ai suoi prima di precipitare.
«Non conosco bene le motivazioni di chi mi ha preceduto, il mondo del calcio è difficile, spesso si inseguono i desideri della piazza che si fa sentire e allora ciò che accade diventa imprevedibile».
E perchè lei è così ottimista?
«Perchè l’entusiasmo dei tifosi granata mi ha dato una energia incredibile. Il calcio ha avuto in passato problemi che stanno dando i risultati negativi oggi, accumulando debiti e guai, ma credo che sia incominciata una nuova strada. Guardate il mercato. Gilardino è costato 25 milioni di euro, dieci anni fa la Lazio pagò 90 miliardi per Vieri».
I dirigenti sono sempre quelli.
«Penso che qualcosa cambierà».
Risponda da presidente: Galliani?
«Lo conosco da 24 anni, da quando ero assistente di Berlusconi. È un bravo imnprenditore, un buon manager e ha capacità di mediatore. È stato importante per la vicenda Torino».
Carraro?
«Ha grande competenza ed esperienza di sport e di calcio».
Moggi?
«È abilissimo, ha un’abilità sconfinata».
Pensa di poter concludere affari con lui?
«Sì, purchè siano affari per tutti e due».
Collina?
«Un grande arbitro».
Della Valle?
«Un grande imprenditore che è destinato a fare bene, forse ha avuto troppa fretta all’inizio ma credo che ora stia operando le scelte giuste».
Pronostico di campionato, nell’ordine, quarta, terza, seconda e prima.
«Quarto il Palerno, terzo il Milan, seconda la Juventus».


Chi vince lo scudetto?
«Credo che sia l’anno dell’Inter».

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