Calabria, la Regione studia i tartufi: la Corte dei conti boccia 60 nuovi enti

Proposta di legge per un’istituzione sul tubero. L’Ulivo: un’authority per vigilare su questi organismi

da Milano

Il tartufo non è un piatto tipicamente natalizio, ma ai consiglieri regionali della Calabria è decisamente rimasto sullo stomaco. «Colpa» della Corte dei conti, che nel rendiconto all’esercizio finanziario del 2005 ha scovato una proposta di legge per l’istituzione di 60 nuovi organismi regionali, senza alcuna copertura finanziaria, tra i quali la Commissione per «l’accertamento delle specie di tartufi» e quella per valutare «l’idoneità dei raccoglitori di tartufi». Commissioni, dice la Corte dei Conti, che avrebbero prodotto un’«esplosione» di nuove strutture regionali, oltre alle 19 consulte, ai 44 comitati ai 19 osservatori e alle 15 commissioni già istituite, per un numero complessivo di oltre mille addetti, in grandissima parte (l’85 per cento) esterni alla Regione.
L’ennesima bocciatura per la politica economica della Regione Calabria, appena uscita dalla terza mini crisi regionale aperta da Ds e Margherita contro il governatore Agazio Loiero. Con tanto di contorno polemico, esponenti dell’Unione che cadono dalle nuvole e un debole tentativo di autodifesa. Gli strali più feroci sono arrivati dal segretario piemontese della Lega, Roberto Cota: «In Italia ci sono due Regioni che sono ingestibili: la Calabria e la Campania, entrambe governate dal centrosinistra». «Alba sarà sempre la capitale del Tuber magnatum Pico - ha replicato ironico Mauro Carbone, direttore del Centro nazionale studi tartufo con sede ad Alba - di certo non sarà il tartufo bianco della Calabria a preoccuparci». «Gli altri si divertono col tartufo? Noi abbiamo altri problemi più importanti da risolvere», ha sottolineato il governatore del Veneto Giancarlo Galan. «Viste le ristrettezze economiche dovute alla Finanziaria bisogna fare una scelta e puntare sulle priorità. Io non farei mai commissioni o campagne promozionali per i tartufi e, ricordo, che di campagne per la promozione turistica della Calabria ne ho viste, anche di imponenti. Ma ne vale la pena?».
I leader del centrosinistra calabrese fingono di non saperne nulla. «Non siamo al ridicolo, ma al paradosso sì», dice sorpreso il segretario regionale dei Ds della Calabria, Carlo Guccione: «C’è troppa discrezionalità per l’erogazione dei contributi, la Regione Calabria si deve dotare di un regolamento che vada nella direzione di una maggiore trasparenza». Sconcertato anche il coordinatore regionale della Margherita, che per uscire dall’impasse propone di istituire l’ennesimo Ente: «L’Authority di controllo che abbiamo chiesto come Ulivo servirà proprio a verificare gli incarichi e gli organi collegiali controllati dalla Regione. Nella nostra proposta c’è anche la possibilità che alcune funzioni che la Regione svolge possano essere considerate inutili e quindi soppresse».


La difesa d’ufficio è arrivata dall’assessore regionale all’Agricoltura della Calabria, Mario Pirillo: «Le due Commissioni sui tartufi al momento non esistono, ma dovranno essere istituite, perché ce lo impone la legge nazionale numero 752 del 1985, che affida alle Regioni il compito di disciplinare la raccolta e la commercializzazione dei funghi epigei».
Certo, ha aggiunto Pirillo, la proposta di legge c’è e dovrà essere discussa. Ma questo dimostra che in Calabria non manca attività legislativa». E non mancano neanche i tartufi.
felice.manti@ilgiornale.it

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