Calano le violenze, popolarità di Sarkozy alle stelle

Il 68% dei francesi approva la sua linea dura. Il ministro del Lavoro: le rivolte sono anche colpa della poligamia

Alberto Toscano

da Parigi

I francesi hanno scelto: dopo tre settimane di agitazioni, di violenze teppistiche e di scontri nelle periferie urbane, vedono nel ministro dell’Interno Nicolas Sarkozy l’uomo in grado di garantire l’ordine.
Ormai da mesi il cinquantenne «Sarko», come lo chiamano i suoi connazionali, esprime la linea dura di fronte a qualsiasi forma di illegalità. I media francesi lo hanno criticato, deriso e persino insultato, ma lui è andato avanti per la sua strada, senza vergognarsi di aver definito «feccia» i teppisti che nelle banlieue incendiano auto, autobus ed edifici scolastici.
Adesso arrivano i risultati - per certi aspetti clamorosi - di un sondaggio sulla popolarità degli uomini politici transalpini: «Sarko» li sbaraglia tutti. Ben il 68 per cento dei francesi approvano l’azione del ministro dell’Interno. La popolarità di Sarkozy sale di 11 punti, toccando il lusinghiero livello del 63 per cento. Oltre ad essere l’uomo politico più popolare di Francia, il «ministro di ferro» distanzia i suoi amici-rivali del centrodestra, che nel corso della recentissima crisi hanno assunto una posizione più sfumata della sua: la popolarità del primo ministro Dominique de Villepin si ferma al 50 per cento, e quella del presidente Jacques Chirac è di appena il 39 per cento. Il 58 per cento dei francesi è insoddisfatto del capo dello Stato.
Ieri si è diffusa una notizia gravissima, che alcuni media hanno peraltro tentato di minimizzare: nella notte tra martedì e ieri un incendio doloso ha semidistrutto una chiesa cattolica in un quartiere popolare della località di Romans-sur-Isère, a sud di Lione. Gli inquirenti hanno scoperto che il fuoco è stato appiccato in due punti dell’edificio: dietro l’altare e nell’attigua sala della biblioteca. A Romans-sur-Isère ci sono molte famiglie di francesi di origine maghrebina : i responsabili locali del culto islamico hanno immediatamente espresso solidarietà al parroco cattolico Jacques Canin, il quale dal canto suo ha dichiarato: «I rappresentanti della varie religioni si sono riuniti per condannare questo episodio, e noi non cadremo nella trappola di chi vuole metterci gli uni contro gli altri».
Certo, negli ultimi giorni le provocazioni sono state numerose: prima c’è stato il lancio di bottiglie incendiarie contro moschee e sinagoghe in varie parti della Francia, e adesso c’è la distruzione di una chiesa cattolica.
È come se una regia occulta volesse provocare una sorta di «guerra di religione» allo scopo di attizzare il fuoco di nuove violenze. Malgrado ciò, le tre «settimane terribili» delle banlieue francesi stanno volgendo al termine. La rivolta delle bande di giovanissimi teppisti si sta spegnendo di fronte all’ingente schieramento di forze dell’ordine, voluto da Sarkozy, e di fronte alla legge sullo stato d’emergenza, approvata ieri dal Parlamento in via definitiva: per tre mesi il governo avrà poteri speciali per sedare ogni sommossa.


Secondo il ministro del Lavoro francese Gerard Larcher, i disordini nelle banlieue sono stati colpa anche della poligamia. In un’intervista al Financial Times Larcher ha affermato che la poligamia è una delle cause della discriminazione razziale contro le minoranze. In Francia vivrebbero almeno 20mila famiglie poligame.

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