Calcio cafone, l’Italia svetta Ma lo dicono i soliti tedeschi

Campioni si nasce ma cafoni si diventa. Almeno stando a una speciale lista messa assieme dalla redazione di «Sportbild», terra di Germania, gente che ormai decide le sorti finanzariopolitiocosportive del resto d'Europa. Dunque dopo i palloni d'oro e world fifa player ecco il trofeo, senza coppe e medaglie, per i villani del football, gente straconosciuta, strapagata, stramaleducata stando almeno ai criteri di «Sportbild» ma, potrei dire, ad alcune conferme arrivate dai campi di gioco. Non c'è da stare allegri per la Patria italiana, nell'elenco dei quindici screanzati figurano alcuni attori del nostro campionato, gente che fu e che ancora è.
Comunque la classifica, relativa non soltanto al gioco violento ma alla buona educazione, è guidata da quel gentiluomo di Pepe, non Simone, onesto lavoratore della Juventus, ma Kepler Levaran Lima Ferreira, tutta questa araldica per un dipendente di Mourinho, guarda un po' le combinazioni del calcio e della vita. Breve riassunto: Pepe tre anni fa si beccò dieci giornate di squalifica per avere scalciato Casquero mentre costui era a terra, preso a pugni Albin arrivato in soccorso del compagno ammaccato e insultato arbitro e assistenti di Real Madrid-Getafe. Il curriculum del portoghese segnala anche un pestone volontario sulle mani di Messi e altre facezie da bullo stralunato.
Ho citato Mourinho? Nella lista c'è posto anche per lo special one che, forse ne soffrirà, non è primo ma soltanto quinto anche se unico allenatore presente. Prima di JM, alle spalle di Pepe, una vecchia gloria nostrana, conosciuta e riconoscibile nel mondo: Marco Materazzi, una garanzia del fair play non finanziario. Segue Ibrahimovic che riesce nell'impresa di battere il volgare razzista Luis Suarez del Liverpool, l'uruguagio vergogna del grande club inglese, protagonista di una serie di atti squallidi nei confronti di Evra.
Poteva restare fuori dall'elenco Mario Balotelli? Giammai, è alle spalle del suo docente Mourinho, quello che un giorno ammise che è difficile dialogare con un tipo che ha un solo neurone. Il City di Mancini presenta una splendida coppia, con superMario c'è anche de Jong, capace di entrate al limite della lobotomia sull'avversario. I tedeschi della «Sportbild» cercano di rimediare mettendo in coda anche un cittadino del paese loro, Jermaine Jones che, in verità, ha tradito la Germania scegliendo la nazionalità statunitense.
Poi si mette male per l'immagine del Milan, in elenco una triade, Gennaro Gattuso, Van Bommel e Prince Boateng, direi che gli ultimi due vantano un illustre passato non nel nostro campionato, anzi dell'olandese si ricordano fotogrammi superbi, quando decise di espellere lui l'arbitro, durante Bayern Monaco-Amburgo, aggiungendo anche il gesto dell'ombrello, ripetuto al Bernabeu di Madrid e rivolto ai tifosi spagnoli, dopo il gol del 3 a 2 al Real, un signore, insomma. Risulta un altro tedesco, Maik Franz, difensore oggi dell'Hertha di Berlino. I tifosi lo chiamano Iron Maik, quando giocava con il Karlsruhe venne alle mani con Mario Gomez che lo accusò di gioco violento, la stessa etichetta gli fu attribuita da quelli del Werder Brema per avere calciato sulla faccia Avidic. Franz decise allora di dare in beneficenza 500 euro per ogni cartellino giallo: nella prima stagione 11, nella successiva 13, il totale supera i diecimila euro, un benefattore.
Sorpresa per gli ultimi tre posti, Arnautovic, la ciofeca che è passata dall'Inter, detto il piccolo Ibra (ha imparato bene) e definito da Balotelli («se c'è uno stupido è lui»), quindi il brasilero Marcelo del Real Madrid e Wiese del Werder Brema.

La mia classifica storica prevede Stiles (Inghilterra), Goikoetxea (Spagna), Vinnie Jones (Inghilterra), Lionel Sanchez (Cile), Pasquale Bruno (Italia), Materazzi (Italia), Omar Sivori (Argentina), Passarella (Argentina), Montero (Uruguay), Melo (Brasile), Benetti (Italia). Per evitare rogne, chiedo scusa agli altri. È un gioco, o no?

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