Giallorosso sbiadito. Incerti futuri societari (ora è la volta dei libici) e obiettivi di seconda fascia fanno tornare alla realtà i tifosi della Roma. Dal freddo Sudafrica Daniele De Rossi parla della squadra che sarà, mentre prepara senza troppa convinzione una Confederations Cup già prenotata da Spagna e Brasile. Una prima conferenza stampa dopo la fine di una stagione travagliata che preannuncia tempi cupi, da rometta o giù di lì. «Il nostro obiettivo - annuncia - è al massimo il quarto posto. Che è poi il nostro valore tecnico. Poi, certo, tutto può succedere». Un bel ridimensionamento. «Non precisamente - spiega il centrocampista della nazionale - visto che in questi anni il nostro budget non è stato paragonabile a quello di molte altre squadre. Abbiamo sopperito con lorganizzazione».
De Rossi è tornato ad allenarsi ieri dopo tre giorni di lavoro a parte. «Lo ammetto, ero preoccupato. Mi era tornato a far male il tendine di Achille che mi aveva dato problema per tutto lanno, e anche in maniera insistente. Ma in pochi giorni di lavoro con il preparatore Silvano Cotti è tutto passato. E ora sto bene».
Oggi nella partitella contro una rappresentativa locale a Pretoria il test definitivo, per lui e per gli altri azzurri aggregatisi al ritiro lo scorso fine settimana. Ma dopo Usa e Egitto arriva il difficile col Brasile. Poi, se tutto va bene, la Spagna dei fenomeni in semifinale. Già la Spagna dove, dopo Kakà, approda Cristiano Ronaldo. «Loro sono su un altro pianeta: basta guardare la finale di Champions questanno. Certe cifre però sono fuori dal mondo - aggiunge -. La verità è che il gap tra i nostri club e quelli inglesi e spagnoli è ampio, ed è destinato ad aumentare. Forse solo lInter può tenere il passo. Ma per continuità, gioco, livello generale, allestero sono di un altro pianeta». E allora come mai De Rossi non è mai stato tentato di cedere alle lusinghe dei grandi club? «Ho giurato fedeltà alla Roma, e a differenza di altri non cambio idea».
Come detto, alla cena di ieri sera con Gheddafi è stata fatta qualche battuta sulla possibilità di ingresso dei libici nella Roma. Lo riferisce il ministro Scajola, secondo il quale. «Ieri, nella cena conviviale si è fatta qualche battuta in questo senso.
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