Stanno aspettando il primo che si dichiari apertamente: «Gioco a calcio e sono gay». Alcuni ricercatori britannici che si sono occupati del problema sono convinti che il primo calciatore che uscirà allo scoperto si ritaglierà un mucchio di opportunità pubblicitarie, insomma farà più soldi di quanti ne fa prendendo a calci un pallone. Ci sarebbe da stabilire se questo altro non è che un ennesimo tentativo per aprire un varco in un mondo che sta molto attento a farsi scoprire. Ci sono mezzo milione di calciatori professionisti nel mondo, «ma nessuno di loro ha mai detto di essere gay». Lo sostengono due ricercatori britannici, che hanno intervistato 3.000 tra giocatori, allenatori, arbitri e tifosi e più di uno su quattro ha detto di conoscere giocatori omosessuali.
I risultati della ricerca, condotta da Ellis Cashmore e Jamie Cleland, sono stati inviati alla federazione calcistica e all'associazione calciatori inglesi. Il 27 per cento del campione ha detto di conoscere personalmente calciatori gay. «Ma nessuno di loro ha fatto il passo di rivelarlo pubblicamente», ha spiegato Cashmore.
Il calcio britannico conosce il precedente di Justin Fashanu, fratello del più famoso John e attaccante di colore che giocò per Norwich City, Nottingham Forest e Manchester City, e fu messo alla berlina dopo il suo outing. Justin si suicidò nel 1998, a 37 anni. Di recente ha fatto scalpore nella Spagna dei matrimoni gay la foto di Zlatan Ibrahimovic e Gerard Piquet in atteggiamento confidenziale. «Non mi è mai capitato in 40 anni di carriera di incontrare un giocatore gay», disse Marcello Lippi quando era ct azzurro, aggiungendo però anche che confessarlo non sarebbe opportuno.
Secondo i ricercatori, non è la paura del giudizio dei tifosi a indurre i giocatori gay a nascondere le loro preferenze sessuali. «I tifosi stanno sfidando le organizzazioni che governano il calcio a contrastare la cultura del segreto che circonda i calciatori omosessuali», sostiene invece il ricercatore, professore di cultura, media e sport alla Staffordshire University.
Secondo i tifosi intervistati, l'omosessualità viene nascosta dai giocatori sotto la pressione dei procuratori e dei club, ha sottolineato Cleland, docente di sociologia ed ex portiere del Coventry City: «I tifosi dicono che troppo spesso si dà la colpa a loro, ma oltre il 90 per cento ritiene che non ci sia spazio per l'omofobia nel calcio».
«A quanto pare dietro la segretezza nel calcio si sono pressioni commerciali - ha affermato Cashmore -. Ma essere gay non ha danneggiato le carriere di attori, musicisti e politici .
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