Archiviare tutto. Nell'ambito delle indagini sulla presunta «combine» tra il Genoa e il Venezia, che aveva coinvolto anche altre squadre di serie A, la procura di Genova ha chiesto al gip l'archiviazione di tutta l'inchiesta sul calcio scommesse, e di qualunque ipotetico reato commesso dagli scommettitori in relazione ad altre partite del Genoa e di altre squadre di serie A e B. Insomma dopo un'estate di fuoco, mille interrogatori, accuse pesanti anche a calciatori e personaggi del mondo Samp tutto è destinato dissolversi in una nuvola di sapone se la richiesta verrà accolta dal gip.
Intanto la Procura ha chiesto nei giorni scorsi per tutti gli indagati l'archiviazione del reato di associazione per delinquere finalizzata alla frode sportiva. Tra questi figuravano il patron del Genoa Enrico Preziosi, il figlio Matteo, e l' ex direttore generale Stefano Capozucca. I tre dirigenti del Genoa devono rispondere però di frode sportiva in concorso con tre ex dirigenti del Venezia, l' amministratore delegato Franco Dal Cin, suo figlio Michele e Giuseppe Pagliara, il manager trovato con i 250 euro, la presunta tangente per far vincere il Genoa nella partita decisiva per la serie A. Il processo nei loro confronti inizierà il 6 luglio davanti al giudice Roberto Cascini. Si prevedono numerose udienze in quanto sono una sessantina i testi da sentire. La richiesta di archiviazione per l' associazione a delinquere è stata motivata dai pm Giovanni Arena e Alberto Lari, coordinati dal procuratore Francesco Lalla, dall' impossibilità di configurare quel tipo di reato in un processo. Per l'associazione a delinquere, infatti, bisogna dimostrare con certezza davanti ai giudici l'esistenza di una organizzazione, tra tre o più persone, finalizzata alla commissione di una serie di reati. Secondo i pm le prove raccolte potrebbero non reggere in giudizio, per cui hanno preferito chiedere al gip l' archiviazione.
In tema di combine e scommesse continua intanto a far discutere il duro sfogo di Alessio Scarpi dopo la vittoria con la Pro Sesto che lo ha visto tornare tra i pali dopo un lungo stop. «Su di me sono state dette cose infamanti - aveva dichiarato Scarpi in sala stampa - un dirigente e alcuni giornalisti hanno detto che mi sono venduto alcune partite. Giuro sulla testa di mio figlio che non l'ho mai fatto e chi ha detto queste cose si deve vergognare». Parole dirette anche ad un giornalista presente in sala, Matteo Angeli redattore del Corriere Mercantile che, sempre nel corso della conferenza stampa, aveva dichiarato allo stesso Scarpi: «Ci eravamo già chiariti». Contattato in merito per diritto di replica, Angeli non ha voluto aggiungere nulla. Tutto questo parlare su vicende extracalcistiche però non deve distogliere l'attenzione dal ritorno alla vittoria del Genoa domenica contro la Pro Sesto coinciso con la prima in panchina di Attilio Perotti. La squadra è apparsa ancora imballata, impaurita anche dopo il vantaggio di Caccia, ma è comunque riuscita a rompere un digiuno che durava dalla trasferta di Fermo del 22 gennaio. E poi, dato non trascurabile, la difesa è rimasta inviolata. Certo, come ha sottolineato Perotti a fine partita, c'è ancora da lavorare molto sia sotto l'aspetto tattico che sotto quello mentale per arrivare a quell'autostima che possa riportare il Genoa a fare l'impresa in trasferta.
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