Alessio, il portiere con l’emiparesi che ci insegna a respingere i pregiudizi

Alessio dal 2022 è il secondo portiere della nazionale italiana di calcio a 7 per persone con paralisi cerebrale

Alessio Pusterla dal 2022 è il secondo portiere della nazionale italiana di calcio a 7 per persone con paralisi cerebrale
Alessio Pusterla dal 2022 è il secondo portiere della nazionale italiana di calcio a 7 per persone con paralisi cerebrale
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“Io spero che i ragazzi, frenati dalla vergogna, vengano a giocare con noi e si possa fare un bel torneo”. Parola di Alessio Pusterla, 17 anni, che oggi ha scritto una lettera significativa alla Gazzetta dello Sport che l’ha pubblicata in prima pagina. Giustamente, perché il senso dello sport è (dovrebbe essere, ma purtroppo non lo è quasi mai) proprio quello che Alessio ci indica nel suo scritto; un messaggio è forte e chiaro, magari da diffondere in tutte le scuole (comprese le scuole calcio, dove spesso si ha la pretesa assurda di insegnare ai bambini schemi e tattiche, dimenticando i valori fondamentali che emergono invece dalle parole del portiere Pusterla).

Già, perché Alessio nonostante sia nato, come ci spiega nella sua missiva, “con un’emiparesi al lato sinistro che mi comporta difficoltà nei movimenti”, è diventato dal 2022, il secondo portiere della nazionale italiana di calcio a 7 per persone con paralisi cerebrale”. Un’avventura entusiasmante nel ruolo più difficile e affascinante, quello dell’ "estremo difensore", la figura iconica che in una squadra custodisce nelle proprie mani il destino suo e dei propri compagni, nel bene e nel male.

Al portiere non è richiesto infatti di essere soltanto bravo, ma anche maturo e capace di sopportare una responsabilità eccezionale comprensibile solo a chi ha avuto l’emozione di vivere il football dall’interno di due pali e una traversa; uno spazio magico che può diventare paradiso o inferno nell’arco di un istante: l’attimo del tiro che puoi parare e da cui puoi essere trafitto.

Alessio lo sa bene e ha tutte le caratteristiche (in primis la forza mentale) per affrontare le gioie e i dolori che il ruolo di portiere comporta. Racconta Alessio: “Il calcio mi ha cambiato la vita e il modo di vedere la disabilità. Io respingo più che bloccare perché non mi fido della mano sinistra e uso spesso la destra come mano di richiamo.

Ma una parata con la sinistra mi dà più gusto”. E poi: “Quando suona l’inno, vibro. Sabato sarò tra i pali come Donnarumma e Sommer. Grandi, ma l’idolo resta Keylor Navas”. Alessio intanto è stato premiato come migliore portiere del campionato. Se lo merita.

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