Che il calcio argentino stia vivendo un momento complicato è sotto gli occhi di tutti ma pochi si aspettavano che la crisi colpisse in maniera così devastante una delle squadre più popolari del paese, il San Lorenzo de Almagro. La squadra adorata da Papa Francesco è in una situazione di dissesto finanziario talmente grave da aver causato la risposta della prima squadra, che ha lanciato un comunicato durissimo contro la dirigenza del club della capitale tramite i social. A far perdere la pazienza ai giocatori le tante promesse non mantenute ed una situazione talmente precaria da aver fatto saltare il tappo alla pentola a pressione. Nonostante i risultati tutto sommato positivi, i calciatori del Ciclòn si sono stufati delle tante restrizioni che gli stanno rendendo la vita un inferno.
Un comunicato durissimo
A guardare la classifica del Torneo di Clausura, il San Lorenzo sembra andare tutto sommato bene: la qualificazione agli ottavi di finale è già arrivata e la squadra del quartiere della capitale argentina è ad un passo dal qualificarsi alla Copa Sudamericana, equivalente della Europa League. La cosa è decisamente sorprendente considerato come la grave crisi istituzionale dello storico club argentino sia peggiorata settimana dopo settimana, giungendo ad un punto di non ritorno. I giocatori, vista l’assenza di interlocutori seri, non hanno avuto altra scelta e hanno deciso di lavare i panni sporchi in piazza. Il comunicato, firmato per primo dal capitano Gaston Hernandez e ripostato da tutti i membri della rosa, non mena il can per l’aia nel denunciare una situazione assurda che continua dall’inizio della stagione. I giocatori denunciano condizioni indecenti per un club di prima divisione, dalla “mancanza di cibo adeguato” al fatto che nello spogliatoio “manchino servizi basici come l’acqua calda”.

A far perdere loro la pazienza è stata, però, la “mancanza di risposte concrete da parte della dirigenza, nonostante le tante promesse fatte nelle settimane scorse”. A rendere ancora più intollerabile la situazione è il fatto che molti giocatori non abbiano ricevuto i compensi pattuiti dal mese di agosto, cosa che “impatta direttamente le nostre famiglie e compromette il normale svolgimento della nostra attività professionale. In questi mesi siamo stati pazienti, responsabili e rispettosi del club: continuiamo ad allenarci, a lottare e rappresentare il club al meglio delle nostre possibilità, mettendo sempre per primi i colori della nostra maglia, l’istituzione ed i tifosi. Ora, però, sentiamo che è arrivato il momento di alzare ancora la voce”.
Le profonde radici della crisi
Che la situazione interna al San Lorenzo fosse esplosiva è un fatto ben noto a chiunque segua il calcio argentino ma la crisi sembra esser peggiorata ulteriormente nelle ultime settimane. La rottura tra club e rosa è arrivata alla vigilia dell’incontro di sabato prossimo contro il Sarmiento, ultima partita prima dei playoff del campionato di Clausura ma non è che l’ultimo episodio di una saga che continua da molti mesi. Già lo scorso 15 maggio i giocatori non si allenarono dopo che i loro stipendi non erano stati pagati regolarmente. In quel caso ad alzare la voce fu uno dei giocatori simbolo, l’ex nazionale spagnolo Iker Muniain: il capitano scrisse sul suo profilo social che “non è solo una questione economica: manca rispetto e dignità per la nostra situazione”. Invece di affrontare di petto i tanti problemi, si è preferito nasconderli sotto il tappeto, sperando in qualche improbabile miracolo.

Lo scandalo che ha coinvolto il presidente del club Marcelo Moretti lo scorso aprile, accusato di aver intascato tangenti per far entrare un giocatore nelle giovanili, il suo ritorno qualche mese dopo nonostante le tante polemiche non ha fatto che rendere ancora più incerta la situazione dello storico club, uno dei più vincenti fuori dal duopolio Boca-River. Con gli stipendi ancora non pagati, lo scorso 27 ottobre il tecnico Carlos Sanchez organizzò un incontro tra il presidente e sette “senatori” della rosa nel quale Moretti si sarebbe impegnato a pagare quanto prima il dovuto.
Alla fine, però, i bonifici non sono arrivati e i giocatori ne hanno avuto abbastanza: la reazione del presidente è stata stizzita, accusandoli di aver mentito sulla situazione del club mentre la federcalcio argentina ha visto il presidente Tapia intervenire in prima persona, minacciando di sanzionare il club se non provvederà al più presto a risolvere il contenzioso coi giocatori. Una situazione sicuramente incresciosa che non potrà che rendere ancora più nervoso il finale di stagione in un campionato quasi sempre sopra le righe come quello argentino.