Un calcio al femminismo

Ma visto che il campionato ormai è chiuso e il risultato di Inter-Torino è del tutto ininfluente - si devono essere chiesti all'Associazione italiana arbitri - perché non facciamo dirigere una terna di donne?

Un calcio al femminismo
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Ma visto che il campionato ormai è chiuso e il risultato di Inter-Torino è del tutto ininfluente - si devono essere chiesti all'Associazione italiana arbitri - perché non facciamo dirigere una terna di donne?

E così per apparire più femministi di quanto sia necessario, si finisce per essere più maschilisti di quanto sia consentito. Quando le partite non contano più niente possono scendere in campo quelli che contano di meno. Anzi, quelle.

Insomma, succede che la partita di domenica a San Siro fra l'Inter già campione di Italia e il Torino che veleggia inutilmente a metà classifica sarà la prima nella storia della Serie A arbitrata da una terna rosa (era già successo in Serie B e in Coppa Italia, ma finora nella prima serie non c'erano state partite abbastanza irrilevanti da permetterlo).

Domanda: a bordo campo ci sarà il quarto uomo o la quarta donna? Urbano Cairo, dicono, si vestirà da majorette.

A questo punto si temono due cose. Che Francesco Acerbi si lasci andare a ineleganti atti di sessismo. E che la direttrice si rifiuti di scendere in campo perché le altre due hanno il suo stesso vestito. Speriamo bene.

È vero.

La Federazione dirà che qualsiasi decisione prendi c'è sempre qualcuno che si lamenta. Ma alla fine il messaggio che passa è che quando il gioco ha finito di essere duro, i duri escono dal campo. E entrano le femmine.

Dal punto di vista delle pari opportunità, un autogol.

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