Mondo nel pallone

Quelle Champions a "sorpresa" che fanno ben sperare l'Inter

Cinque esempi di grandi finali in cui i favori del pronostico, che oggi giocano contro l'Inter, hanno portato la coppa agli sfavoriti. E uno riguarda proprio i nerazzurri

Il giocatore del Borussia Dortmund, Karl-Heinz Riedle, autore di una doppietta per la sua squadra, esulta innalzando la Coppa dei Campioni, 29 maggio 1997 a Monaco, contro la Juventus
Il giocatore del Borussia Dortmund, Karl-Heinz Riedle, autore di una doppietta per la sua squadra, esulta innalzando la Coppa dei Campioni, 29 maggio 1997 a Monaco, contro la Juventus

L'Inter si avvia a giocare la finale di Champions League di Istanbul contro il Manchester City e sogna la conquista della quarta coppa dalle grandi orecchie della sua storia. Mai, probabilmente, nella storia del club nerazzurro la finale è giunta tanto a sorpresa e mai alla vigilia il favore dei pronostici andava così dalla parte degli avversari della Beneamata. Il Manchester City di Pep Guardiola ha vinto Premier League e Fa Cup ed è trascinato da Erling Haaland, con 52 gol in 52 partite in cima alla classifica dei marcatori di Premier e Champions.

Ma per l'Inter e il City va messo in conto quanto detto da Federico Dimarco, terzino e uomo-spogliatoio dei nerazzurri: "Vincere questo trofeo è un sogno, per loro è un'ossessione", ha dichiarato ricalcando le parole di José Mourinho in occasione della semifinale col Barcellona vinta dall'Inter nel 2011. E questo fatto richiama a molti casi del passato in cui le sfavorite, in parte perché arrivate con meno pressioni e in parte perché sottovalutate dagli avversari, hanno ribaltato i pronostici nelle finali di Champions. E il primo, grande caso della storia riguarda proprio l'Inter.

Quando l'Inter fu beffata dal Celtic

Il 25 maggio 1967, presso l'Estádio Nacional di Oeiras, nel distretto di Lisbona, l'Inter di Helenio Herrera, vincitrice nel 1964 e nel 1965 di due Coppe dei Campioni, si presentava coi galloni di favoritissima contro gli scozzesi del Celtic, giunti alla loro prima finale dell'allora Coppa dei Campioni della loro storia.

La Grande Inter di Giacinto Facchetti, Sandro Mazzola, Mario Corso e dell'allenatore Helenio Herrera andò subito in vantaggio con un rigore dello stesso Mazzola al settimo minuto, ma poi fu sormontata fisicamente e atleticamente dagli undici di Jock Stein, una squadra compatta forgiata nelle giovanili del club cattolico di Glasgow e nati tutti nei paraggi della seconda città scozzese dopo Edimburgo. Il Celtic nel secondo tempo rimontò e vinse 2-1 trascianto dalle incursioni dei moderni terzini Jim Craig e Tommy Gemmell, veri e propri esterni di spinta. Gemmell pareggiò e Craig fornì l'assist per il gol decisivo di Stevie Chalmers. La prima grande "sorpresa" era servita.

Le due "sorprese" subite dal Bayern negli Anni Ottanta

L'avversaria dell'Inter nell'ultima finale vinta dal club nerazzurro, nel 2010, è stata invece per ben due volte ribaltata nei pronostici negli Anni Ottanta. Parliamo del Bayern Monaco. La Mannschaft bavarese, tre volte vincitrice del trofeo negli Anni Settanta e trascinati da Paul Breitner, Uli Hoeness e Karl-Heinz Rumenigge fu beffata nel 1982 nella finale di Rotterdam dall'Aston Villa inglese, fresca campione d'Inghilterra e giunta alla sua prima finale europea. I Villains di Birmingham vinsero 1-0 con gol dell'ala Peter Withe dopo una partita giocata in maniera rocciosa e in aperto contenimento.

Per il Bayern pochi anni dopo arrivò una nuova beffa contro il Porto giunto sorprendentemente all'epilogo del Prater di Vienna e che uscì vincitore dall'incontro per 2-1, trascinato dal "Tacco di Allah" Rabah Madjer e dal futuro nerazzurro Juary che tra il 77esimo e l'80esimo ribaltarono l'iniziale vantaggio dei bavaresi. Tra i due eventi era subentrata forse la più clamorosa delle sorprese della storia della competizione, che portò per la prima volta la coppa oltre la Cortina di Ferro.

La Coppa dello Steaua

Nel 1986, a Siviglia, a vincere a sorpresa furono i romeni dello Steaua Bucarest, che sorpresero il Barcellona campione di Spagna e fino ad allora incapace di sollevare il trofeo poi conquistato ben cinque volte dal 1992 al 2015.

I romeni vinsero ai calci di rigore dopo aver trattenuto lo 0-0 per l'intera partita. Il goffo ma efficace Helmuth Duckadam, portiere della Steaua, fu decisivo neutralizzando quattro rigori di fila calciati dai catalani in un confronto in cui si fece grande onore anche Javier Urruticoechea per gli azulgrana, parando due rigori ma non riuscendo a neutralizzare il terzo e il quarto messi a segno dagli avversari.

Quando il Borussia sorprese la Juventus

La finale che più rassomiglia quella in vista per l'Inter è quella giocata nel 1997 a Monaco di Baviera dal Borussia Dortmund e dalla Juventus rivale storica dei nerazzurri. La Juventus aveva travolto in semifinale l'Ajax sconfitto nel 1996 in finale, aveva vinto 6-1 a San Siro contro il Milan nel mese di aprile e conquistato con un complessivo punteggio di 9-2 la Supercoppa Europea nei mesi invernali, mentre il Borussia Dortmund era alla prima finale europea.

A sorpresa, però, il Dortmund, partito come underdog, vinse per 3-1 dominando con il suo talento i bianconeri, a cui non bastò uno splendido gol di tacco di Alessandro Del Piero. Fu l'ultima grande sorpresa della Coppa dei Campioni, che visto il precedente della sconfitta bianconera fa ben sperare, non solo per rivalità di tifo, i nerazzurri. Arrivati in finale, crederci è d'obbligo. I pronostici e i loro favori, infatti, finiscono al calcio d'inizio. Poi è solo, semplicemente e meravigliosamente questione di grande calcio e di campioni.

Molto spesso capaci di rivelarsi nei grandi eventi.

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