Calcio

Chi è Adopo, il ragazzo che ha steso il Milan

Il classe 2000 che ha eliminato i rossoneri dalla Coppa Italia fino a pochi mesi fa lottava con la Viterbese in Serie C. Dopo il passaggio alla società granata con il gol a San Siro ha ripagato la fiducia riposta in lui

Chi è Adopo, il ragazzo che ha steso il Milan: l'anno scorso giocava in C

Sebbene molti piangano lacrime amare per la fine del calcio di una volta, quello romantico, delle bandiere, che faceva battere forte il cuore, anche il gioco ricco e “industriale” dei nostri tempi è ancora in grado di stupire. Specialmente quando il calendario troppo fitto costringe i tecnici a gettare in campo parecchi panchinari, le sorprese sono sempre possibili. Capita quindi che, in un freddo mercoledì, a gelare San Siro e mandare in visibilio i tifosi ospiti sia un ragazzo classe 2000 che fino a pochi mesi fa giocava con la Viterbese in Serie C. Dietro alla prestazione del Torino di Juric, costretto a giocare in dieci per oltre 50 minuti, ci sono due protagonisti che non ti aspetti: l’ex Catanzaro Brian Bayaye e soprattutto l’uomo partita, Michel Adopo. Ecco chi è il carneade che ha mandato a casa il Milan campione d’Italia.

Dai playout di Serie C a San Siro

La Lega Serie C ha ben pensato di celebrare questa piccola favola che restituisce un attimo di poesia in un mondo del calcio sconvolto dai recenti scontri dei soliti idioti sull'autostrada A1. Non capita certo tutti i giorni che a fare la differenza in un ottavo di Coppa Italia sia un mediano roccioso ma non particolarmente tecnico entrato in campo al 91° minuto con la sua squadra in inferiorità numerica. Con i campioni d’Italia costretti a mettere in campo la formazione tipo, tutto sembrerebbe puntare ad un passaggio in extremis del Diavolo, come successo il giorno prima ai cugini nerazzurri col Parma. Invece no, niente del genere: al 114° a combinare sono due protagonisti della Serie C dell’anno scorso, un laterale cresciuto col Catanzaro che fa l’assist, un mediano con poche presenze tra campionato e coppa che mette la zampata.

La felicità del calciatore franco-ivoriano, arrivato nelle giovanili del Toro a nemmeno 18 anni, è forse nascosta dall’emozione di ritrovarsi di colpo protagonista, davanti alle telecamere per la prima volta. Le sue parole sembrano oneste, misurate: “Sapevamo che il Milan gioca sempre per vincere, quindi era difficile e ancora di più lo era quando siamo rimasti in dieci, ma siamo riusciti a rimanere in partita. Il gol è la più bella soddisfazione fin qui nella mia carriera, ancor di più per averci regalato la vittoria”. A chi gli chiedeva se avesse già deciso a chi regalare la maglia del suo primo gol importante in carriera, una risposta secca: “Me la tengo, è per la mia famiglia".

L'occasione di una vita

La storia di questa star improbabile è simile a quella di tanti altri ragazzi che lavorano a lungo tra le giovanili e le categorie minori prima di trovare spazio sul palcoscenico più importante. Michel Adopo è un difensore molto fisico che ogni tanto si avventura in avanti, con il carattere e la forza gradita al tecnico serbo dei Granata, che all’inizio dell’anno puntava molto su di lui. Nato il 19 luglio 2000 a Villeneuve-Saint-George, comune anonimo della banlieu della tentacolare capitale transalpina, si fa le ossa nelle giovanili di una squadra locale, il Torcy. Le due presenze nelle giovanili della Francia sono abbastanza per metterlo nel mirino degli scout del Torino, che lo portano in Italia a neanche 18 anni. Con la Primavera granata fa bene, partecipando alla vittoria della Coppa Italia e della Supercoppa di categoria, tanto da guadagnarsi il debutto in prima squadra nel 2020, contro la Roma. Entra per una manciata di minuti al posto di Berenguer, per poi metterne pochi altri nella gara di campionato di ritorno, non molto per farsi spazio nella rosa del Toro.

Qualche infortunio di troppo ed arriva il prestito alla Viterbese, dove gioca regolarmente e segna anche il suo primo gol, nel big match contro il Palermo. A Viterbo Michel si trova bene, ma il club di Cairo crede in lui e non lo molla. Dopo aver contribuito alla salvezza dei laziali, il ritorno in Piemonte, dove Juric gli concede molto spazio nel pre-campionato e nelle prime giornate di Serie A. L’arrivo dell’olandese Peer Schuurs lo costringe a tornare in panchina ma il tecnico non lo dimentica del tutto.

Come per molte seconde linee, la Coppa Italia è l’unica occasione per farsi notare. Michel ha saputo approfittare al meglio dell’occasione, impallinando il Milan e regalando una grande gioia ai tifosi del Toro. Basterà per un posto da titolare? Forse no, ma molti lo hanno notato di sicuro.

Staremo a vedere se sarà stato solo un caso o l’occasione buona per trovare finalmente un posto al sole.

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