Il finale spaccacuori della sfida con il Liverpool al Meazza non è stato sicuramente il momento più alto della stagione dell’Inter targata Chivu ma non fa che confermare il vero tallone d’Achille di quella che, quando gira a pieno regime, sembra una squadra ingiocabile. La cosa che fa impazzire i tifosi nerazzurri è come sia possibile passare dalla macchina da guerra cinica, sicura dei propri mezzi e spietata che aveva impartito una lezione di calcio all’ambizioso Como di Fabregas alla formazione che è sembrata l’ombra di sé stessa di fronte al Liverpool, peraltro privo di Salah ed in preda ad una crisi gravissima in Premier League. Mettendo da parte le polemiche per la decisione al limite del comico del controverso arbitro Zwayer, il fatto rimane: questa Inter fa sempre flop contro le grandi. Cerchiamo di capire quali siano le ragioni alla base delle troppe sconfitte con le big e come Cristian Chivu potrebbe risolvere questa allergia prima di rovinare la stagione della Beneamata.
Un trend preoccupante
Se la prima metà della stagione ha portato un bottino di punti più che soddisfacente, sia in campionato che in Champions, l’amara notte del Meazza non fa che confermare il fatto che l’undici di Chivu è stato finora in grado di esprimersi solo contro squadre dal lignaggio inferiore. Quelli che, finora, si potevano solo considerare incidenti di percorso si stanno ora accumulando con regolarità preoccupante. La squadra del tecnico rumeno ha affrontato finora sei rivali importanti, rimediando la bellezza di cinque sconfitte ed una sola vittoria, quella del 18 ottobre all’Olimpico con la Roma grazie alla rete di Bonny. Se i tifosi possono tranquillamente prendersela con gli episodi, le decisioni arbitrali ed una dose non indifferente di sfortuna, questi passaggi a vuoto sono davvero pesanti e fanno segnare un cambio di direzione netto nei confronti di quanto visto durante la gestione di Simone Inzaghi.

Guardando nel dettaglio le cinque sconfitte dell’Inter contro le big, a parte il tonfo pesante contro il Napoli dell’ex Conte, si è trattato sempre di partite rocambolesche, spesso dominate per lunghi tratti, come il derby col Milan o decise da episodi sfortunati come la beffa contro la Juventus o la doccia gelata nel recupero contro l’Atletico Madrid. La cosa che risulta incomprensibile ai più è il fatto che la rosa dei nerazzurri continua ad essere una tra le più forti in Italia ed abbia alcune individualità che fanno ingolosire le grandi d’Europa. Se la transizione dai dettami di Inzaghi al nuovo corso di Chivu si è completata senza grossi problemi ed alcuni dei nuovi inserimenti, da Sucic a Pio Esposito, da Bonny all’incostante Luis Henrique hanno portato acqua al mulino interista, non ci si spiega perché questo gruppo collaudato riesca sempre a darsi la zappa sui piedi da solo. La sensazione è che, più che considerazioni tecniche, alla base di questa siccità di risultati con le grandi ci siano problemi psicologici e di autostima difficili da risolvere.
Una fragilità psicologica inspiegabile
La tentazione di spiegare queste sconfitte con la mancanza di fortuna o contro i tanti episodi avversi, incluso lo svarione assurdo dell’arbitro Zwayer, è comprensibile ma non farebbe che nascondere una caratteristica preoccupante di questo gruppo: la fragilità psicologica quando le cose non vanno secondo i piani della vigilia. Chiaramente alcuni eventi sfortunati, come il doppio infortunio di Calhanoglu ed Acerbi con il Liverpool, hanno complicato di molto la gestione della partita ma l’Inter di Chivu sembra avere qualche problema di troppo nel dosare le energie in maniera oculata. I nerazzurri alternano con regolarità preoccupante momenti di assoluto fulgore, nei quali schiacciano gli avversari con ferocia a lunghe fasi di gioco nelle quali evaporano dal campo e sono costretti ad arretrare dietro la linea del pallone e scendere in trincea.

Proprio nelle partite importanti, quelle che di solito galvanizzano i giocatori, l’Inter diventa ansiosa, contratta, incapace di mostrare quella ferocia sotto porta che ne sta diventando la caratteristica più riconoscibile. I nerazzurri, spesso e volentieri, creano tantissime occasioni da gol, esprimono un gioco scintillante ma si perdono sul più bello, quando si tratta di gonfiare la rete e mettere in ghiacciaia la partita. I problemi sotto porta visti martedì sera al Meazza non sono una novità: sia contro il Napoli che contro il Milan, gli avanti nerazzurri non sono stati in grado di mettere in discesa la partita, venendo, poi, inesorabilmente puniti nel finale. Questa Inter di Chivu, insomma, sembra solida, cinica e sicura dei propri mezzi solo quando le cose vanno secondo i piani e, una volta passati in vantaggio, si possono sfruttare gli spazi concessi dagli avversari per mettere al sicuro il risultato. Un problema non da poco, considerato quante sfide importanti i nerazzurri dovranno affrontare nelle prossime settimane.
Un calendario da prendere con le molle
L’obiettivo numero uno di Cristian Chivu dovrà per forza essere mettersi alle spalle l’enorme delusione e continuare nella rincorsa alla vetta della Serie A e alla fondamentale qualificazione diretta agli ottavi di Champions. Il calendario, però, non è affatto semplice: già domenica alle 18, l’Inter dovrà andare a Marassi ad affrontare un Genoa trasformato dalla cura De Rossi per poi affrontare la trasferta in Arabia Saudita per la Supercoppa italiana. Affrontare il Bologna di Italiano in semifinale non sarà affatto semplice, per non parlare della potenziale finale contro la vincente dello scontro tra Napoli e Milan.

Una volta messe alle spalle le feste di Natale, il 28 dicembre l’Inter dovrà vedersela con la lanciatissima Atalanta di Palladino alla New Balance Arena per poi affrontare a gennaio in rapida successione Bologna, Parma e Napoli. A complicare ulteriormente il cammino dell’undici di Chivu ci saranno, poi, le due sfide decisive per la qualificazione agli ottavi di Champions: dal 21 al 28 gennaio l’Inter dovrà vedersela prima con l’Arsenal dominatore della Premier League, poi con il Borussia Dortmund in trasferta, di fronte al “muro giallo” del Westfalenstadion.
Tante big, una dopo l’altra, una marcia forzata che potrebbe rendere infernale il finale del girone d’andata dell’Inter. Sbagliare ancora non è più ammesso: Chivu dovrà trovare al più presto il bandolo della matassa e rendere i nerazzurri competitivi anche contro le grandi.