
La stagione dirà se Cristian Chivu era pronto per una panchina così importante dopo sole 13 partite da allenatore di Serie A, però il modo in cui è entrato nel mondo Inter è quello di chi non ha paura e si sente sicuro di sé e della sua squadra. Se è solo una maschera, basterà poco a capirlo. Comincia anche l'Inter, «un cantiere aperto», come spiega il suo allenatore. E forse proprio perché i lavori sono ancora in corso, Chivu non abbandona la vecchia via per quella nuova, a conoscerla: non fosse squalificato Calhanoglu, giocherebbero gli 11 titolari della scorsa stagione, alla faccia del mercato e delle supposte rivoluzioni. Così, invece, un posto dovrebbe strapparlo il croato Sucic, più mezzala che regista, ma stasera destinato ad alternarsi con Barella davanti alla difesa.
L'estate di amichevoli, accorciata dal Mondiale per club, ha lasciato intravvedere che il sistema di gioco è sempre lo stesso, ma differente è l'interpretazione, più classica, con i difensori che fanno essenzialmente i difensori. Resta un mistero come l'Inter avrebbe giocato o giocherà con Lookman, uno dei fantasmi alla vigilia del debutto. «Avevamo scelto qualche nome, poi le società con cui abbiamo trattato hanno dichiarato incedibili i calciatori», ricostruisce Chivu, molto pro domo Inter. Vedremo cosa accadrà nell'ultima settimana di trattative, poi anche la squadra capirà quale sarà il canovaccio da interpretare, cosa effettivamente sarà quell'«Inter ibrida» che Chivu ha promesso nel giorno del raduno, ma che non si è ancora vista.
Il Torino è un test scivoloso per cominciare, di certo da non sottostimare a dispetto di precedenti (11 vittorie e 1 pareggio nelle ultime 12 sfide dirette in campionato) che fanno statistica ma non cronaca. L'altra incognita è il clima di San Siro, già sperimentato dal Milan, anche se non basta a spiegarne la sconfitta. Spetterà a Lautaro e compagni trascinare il pubblico, almeno quello che avrà voglia di farsi trascinare. Gli altri, sarebbe meglio restassero a casa, invece radio curva dice che arriveranno, entreranno e se ne andranno appena comincia la partita, Nanni Moretti direbbe: mi si nota di più se ci sono o non ci sono?
Chivu ride ma non si preoccupa quando gli ricordano che Cuper è l'ultimo straniero che ha vinto al debutto sulla panchina dell'Inter, ed è invece molto serio quando rende al Napoli il ruolo di favorito («hanno appena vinto lo scudetto e poi con quello che hanno speso»).
Non sono ovviamente molti gli allenatori con cui si è già confrontato, ma il neo granata Baroni l'ha sfidato in primavera, entrambi su panchine differenti. Quel Parma-Lazio finì 2-2, con doppietta di Pedro nel finale, uno che solo a evocarlo fa male all'Inter (suo il 2-2 di San Siro, alla penultima giornata, che è costato lo scudetto a Inzaghi).