Calcio

"I miei 44 derby, il primo gol e Ronaldo, il più forte di tutti". Beppe Bergomi scalda i motori in vista di Inter-Milan

Giuseppe Bergomi ha parlato in esclusiva per ilGiornale.it del derby ormai alle porte tra l'Inter di Inzaghi e il Milan di Pioli

"I miei 44 derby, il primo gol e Ronaldo, il più forte di tutti". Beppe Bergomi scalda i motori in vista di Inter-Milan Esclusiva

Il derby di Milano vede affrontarsi due grandi favorite per lo scudetto. Da una parte l'Inter di Simone Inzaghi, reduce da tre vittorie in campionato con otto gol realizzati e nessuna rete incassata, dall'altra il Milan di Stefano Pioli, che ha fatto percorso netto come i cugini con lo stesso numero di reti segnate ma con due reti al passivo. Giuseppe Bergomi, grande difensore e bandiera dell'Inter, oggi commentatore Sky e presenza a “Sky Calcio Club” condotto da Fabio Caressa ogni domenica sera su Sky e in streaming su NOW, conosce molto bene l'emozione di giocare il derby della Madonnina, avendolo disputato per ben 44 volte. In esclusiva per ilGiornale.it presenta la partita che si disputerà domani alle ore 18, ripercorrendo anche il suo passato da calciatore, sempre collegato alla Stracittadina.

Bergomi, che partita sarà il derby di sabato?

"Mi immagino una bella partita, perché sono due squadre che stanno bene, ognuna con le proprie qualità e caratteristiche. Entrambe hanno cambiato molto, ma sento dire che il Milan ha cambiato di più rispetto all'Inter. In realtà anche i nerazzurri hanno fatto un bel ricambio tra portieri, centrocampisti e attaccanti. I rossoneri di fatto hanno inserito Loftus-Cheek, Reijnders e Pulisic nella squadra titolare mentre i nerazzurri hanno inserito per ora Sommer e Thuram in attesa di Pavard. Tutte e due le squadre, comunque, stanno bene fisicamente e mentalmente, bisognerà solo vedere come starà Giroud. Le soste per le Nazionali ti tolgono energie ma danno sempre una carica emotiva importante. Mi aspetto una partita giocata a viso aperto come le ultime volte. Le squadre di Pioli partono sempre a razzo a inizio stagione, con freschezza e brillantezzza, mentre l'Inter ha maggiore consapevolezza e convinzione dei propri mezzi. Sarà un bel derby".

Giuseppe Bergomi

Quali saranno secondo lei gli uomini chiave?

"Io mi concentrei sul centrocampo, nel senso che sono i due reparti dove il Milan ha cambiato due pedine su tre ma inserendo qualità e quantità con Reijnders, che fa bene le due fasi e con Loftus-Cheek che dà forza fisica, quantità e inserimenti. Krunic invece dà equilibrio. L'Inter, invece, ha meno fisico con Barella-Calhanoglu-Mkhitaryan, ma ha più talento, più gamba e se dovesse giocare Frattesi ne avrebbe ancora di più da questo punto di vista. Penso che chi vincerà i duelli a centrocampo potrà fare sua questa partita. Poi certo ci sono anche Lautaro Martinez e Rafael Leao che vanno a finalizzare il lavoro del centrocampo e sono giocatori importanti, ma ripeto per me la chiave sarà tutta a centrocampo".

Inter e Milan dovrebbero schierare le formazioni delle prime tre giornate, con i rossoneri che dovranno inserire Kjaer al posto dello squalificato Tomori. Le sembra la scelta corretta da parte degli allenatori?

"Sì, penso che le rotazioni vere e proprie partiranno dalla Champions League, perché si giocherà ogni tre giorni. Da ora in poi inizia un altro campionato fino alla prossima sosta e quindi la bravura degli allenatori sarà quella di non sovraccaricare i calciatori. Per quanto riguarda l'Inter penso sia giusto mantenere Darmian in difesa e Mkhitaryan a centrocampo, anche se Pavard e Frattesi scalpitano mentre il Milan giocherà per 10/11 come fatto nelle prime tre partite, ad eccezione appunto di Kjaer al posto di Tomori. La trovo una scelta saggia da parte di entrambi gli allenatori e poi i cinque cambi hanno ormai rivoluzionato il calcio".

Arrigo Sacchi nelle ultime settimane ha parlato di un Milan europeo e di un'Inter con poco target europeo e con un gioco più all'italiana: lei è d'accordo?

"Allora, partiamo dal dire che sono due stili di gioco diversi e dunque difficilmente paragonabili. Il Milan, forse, ti prende più l'occhio perché ha giocatori diversi giocatori che giocano sugli strappi, sulle giocate individuali, tra tutti Theo Hernandez e Rafael Leao. L'Inter invece non ha quella caratteristica ma la sua forza è quella di essere una squadra consapevole e non è vero che gioca in contropiede, ti viene a prendere alta e accetta l'uno contro uno, è una squadra coraggiosa che non ha paura di affrontarti a viso aperto. Poi, è anche brava a difendersi perché riconosce i propri limiti, come magari la lentezza difensiva, ma il gioco è assolutamente europeo. Il Milan ha giocatori che hanno caratteristiche differenti dai nerazzurri ma posso dire che entrambe hanno un modo di giocare moderno ed europeo".

Beppe Bergomi

Chi vince il derby e chi vince il campionato?

"Sul derby è sempre difficile fare previsioni... Sullo scudetto, invece, dico che entrambe sono pronte per vincerlo. Ci può essere corsa fino alla fine a meno che non trovino una squadra come il Napoli che ti scompiglia tutto facendo 90 punti ma ad oggi mi sembra difficile mentre Inter e Milan mi sembrano le più attrezzate per vincere il tricolore. Anche il percorso europeo sarà importante per dare i giusti stimoli e le giuste motivazioni".

Riavvolgiamo il nastro e andiamo al primo derby della sua carriera: ci racconta le sue emozioni?

"Era il 6 settembre 1981, Coppa Italia a gironi e noi avevamo un punto di vantaggio sul Milan. Ci bastava un pareggio per passare e io segnai il 2-2 finale all'89°. Calcio d'angolo battuto da Pasinato, testa di Altobelli e io in mischia segnai il gol che fece esplodere il mister Bersellini, che entrò in campo ad abbracciare tutti. Ecco, questo è stato il mio primo derby di Milano su 44 giocati".

A livello difensivo invece quale attaccante le ha dato più filo da torcere?

"Van Basten senza ombra di dubbio. Era forte fisicamente, tecnico, bravo di testa, rapido e cattivo sotto porta. Lui e Gullit erano davvero letali. Io negli anni 80' potevo essere uno dei più alti e sono un metro e 82 centimetri, questi erano alti già un metro e 90 ed erano immarcabili. La fisicità ha sempre pagato nel calcio e in più loro erano forti e inseriti in un impianto di squadra forte. Ripeto, Van Basten era senza ombra di dubbio il più difficile da marcare".

Bergomi e van Basten

Lei non ha mai dovuto marcare Ronaldo il Fenomeno ma ci racconta che tipo di giocatore era?

"Ronaldo aveva una tecnica in velocità che non ho visto a nessun altro calciatore, anche negli anni di difficoltà sapeva essere davvero determinante per la sua squadra. Io non ho mai giocato contro Messi e Ronaldo ma il Fenomeno è stato unico nel suo modo di interpretare il calcio, mai vista una cosa del genere. Ogni volta che si parla di lui Costacurta ricorda come fosse un incubo andare a marcarlo...".

Beppe Bergomi

Qual è il derby più bello e quello più brutto che ha vissuto?

"Il più bello è stato quello dell'anno scudetto del 1989. Cross mio e gol di Aldo Serena nel dicembre del 1988, quello ci ha dato il via per vincere campionato. Invece il derby più brutto, anche se contava poco, è stato uno perso nel finale con un gol di Massaro deviato che decise la partita per il Milan nel finale di partita. Noi tra l'altro l'avevamo appena pareggiata con Schillaci quella partita e qualche istante dopo prendemmo il gol che valse la sconfitta. Ecco, quel derby mi è andato più di traverso rispetto magari ad altri persi 3-0".

Lei ha mai sentito una differenza tra il derby giocato in casa e quello in trasferta? A livello di atmosfera cambiava qualcosa?

"No, parlo per me ovviamente. Io non la pativo affatto e forse solo un anno che loro avevano 70.000 abbonati ho sentito una maggior pressione. Il derby era la partita che io volevo giocare fin da quando salivo le scalette per la rifinitura, ero già emozionato e concentrato.

In casa o fuori, con più o meno tifosi, io non ho mai avvertito diffenze".

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