Tango, un gioco da ragazze

Fifa tra arcobaleno (vietato) e polemiche: sportwashing o rivendicazione?

Coi Mondiali Femminili alle porte, piovono critiche attorno alla decisione della Fifa di escludere nuovamente la fascia arcobaleno: stavolta, però, ci saranno ben otto alternative

"United for Inclusion" è il lancio della Fifa per la campagna tematica sull'inclusione (via Fifa)
"United for Inclusion" è il lancio della Fifa per la campagna tematica sull'inclusione (via Fifa)

Se la questione Fifa attorno alla fascia OneLove, creata per la promozione di diversità, inclusione e diritti Lgbtqia+ e vietata ai Mondiali qatarioti, pareva, con la fine del torneo, finalmente conclusa, la Fifa torna adesso, alle porta dei Mondiali Femminili d’Australia e Nuova Zelanda, in programma dal 20 luglio, a suonare la carica. Sì perché l’arcobaleno negato al braccio dei capitani non sarà concesso nemmeno alle capitane. Non poche erano state le polemiche, nella massima competizione internazionale dello scorso novembre, mettendo in luce ancora una volta le incongruenze della Federazione a guida Infantino, che stringeva la mano al Qatar mentre minacciava sanzioni nei confronti di chiunque avesse esposto il simbolo più inclusivo al braccio. In quel contesto, le minacce d’esclusione dalla competizione avevano frenato qualsiasi istinto controcorrente (e, in fondo, qualsiasi legittimità del pensiero critico), compreso quello della nazionale tedesca, che aveva scelto di esordire coi giocatori in posa per l’iniziale foto di rito che si tappavano la bocca.

Stavolta, però, dopo un dietro front repentino e inspiegato, ai Mondiali femminili saranno possibili delle alternative. “Uguaglianza di genere, inclusione e pace tra le cause messe in evidenza: un’audience globale di oltre 2 miliardi di telespettatori rende la Fifa Women’s World Cup una piattaforma ideale per dimostrare come il calcio unisca il mondo”, spiega un comunicato Fifa. Otto modelli tra cui scegliere: ognuna rappresentante una causa sociale, ognuna per promuovere una particolare istanza. Tranne quella arcobaleno, e le accuse non tardano ad arrivare.

Le fasce della Fifa
Le fasce scelte per rappresentare le otto tematiche d'inclusione (via Fifa)

L’iniziativa della redenzione

Inizia così il tentativo di redenzione della Fifa: “La Fifa, in collaborazione con diverse agenzie delle Nazioni Unite, utilizzerà la FIFA Women's World Cup Australia & New Zealand 2023™ per mettere in evidenza una serie di cause sociali, selezionate dopo un'ampia consultazione con le parti interessate, tra cui le giocatrici e le 32 associazioni partecipanti”. Il lungo comunicato prosegue poi raccogliendo le parole del Presidente Gianni Infantino: “Il calcio unisce il mondo e i nostri eventi globali, come la Coppa del Mondo FIFA femminile, hanno il potere unico di unire le persone e di fornire gioia, eccitazione e passione”. È da questo motto che prende avvio la campagna che accompagnerà tutte le 64 partite del Mondiale – insieme con altre due campagne “a lungo termine”, #BeActive, in collaborazione con l'OMS, e #NoDiscrimination – con gli otto messaggi specifici: in collaborazione con le Nazioni Unite per i Diritti Umani, Uniti per l’inclusione e Uniti per i popoli indigeni; in collaborazione con UN Women, Uniti per l'uguaglianza di genere e Uniti per porre fine alla violenza contro le donne; in collaborazione con l'Unhcr, l'Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati, Unite for Peace; in collaborazione con l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'educazione, la scienza e la cultura (Unesco), Uniti per l'istruzione per tutti; in collaborazione con il Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite, Uniti per la Fame Zero; infine, assieme all’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), Il calcio è gioia, pace, amore, speranza e passione. Secondo il regolamento, le capitane delle squadre avranno tre opzioni: potranno indossare la fascia "Il calcio unisce il mondo" per l'intero torneo, una fascia corrispondente al tema di loro scelta per l'intero torneo, o la fascia corrispondente al tema del giorno specifico della partita. Fatma Samoura, Segretaria generale della Fifa, spiega in breve il significato della scelta federale: “Non si tratta solo di ciò che accade sul campo. Ci impegniamo a utilizzare il potere del calcio come forza per il bene e a sfruttare le nostre partnership con le agenzie delle Nazioni Unite per raggiungere i nostri obiettivi. Vogliamo dire grazie. Grazie ai giocatori e alle squadre per aver condiviso il vostro sostegno a queste cause. Uniti, possiamo fare la differenza”.

La Nazionale italiana ha accolto con entusiasmo l’iniziativa e prima dell’esordio con l’Argentina si riunirà per scegliere il tema o i temi da apporre sulla fascia nel corso del cammino mondiale”, il commento della Figc azzurra.

I temi della Fifa
I temi scelti per la campagna "Football Unites the World" (via Fifa)

L’arcobaleno delle polemiche

Otto possibilità, otto messaggi, otto design, otto istanze: eppure, non c’è spazio per l’arcobaleno, che, nonostante il ripensamento tout court non è riuscito a farsi largo nella palette di colori costituita e concessa. Quel che accade, di fronte a contenuti più generici e meno mirati e profondi, accusati di depotenziare il messaggio così codificato, è la piena di accuse alla Fifa. Tanti i commenti sui social, alcuni di frustrazione, altri di sorpresa, altri ancora di denuncia: “Vi state ancora chinando al regime del Qatar?”, si chiede con una certa verve – ma si parla anche, con una relativamente più ampia analisi, di “alternative accettabili e progettate per essere il più vaghe possibili, fingendo che si tratti di messaggi positivi”. Ancora: “Siete dei codardi!” e “Nessun supporto per la comunità Lgbtqia+: perché siete omofobi?”, si legge su Twitter.

La federazione s’è già detta pronta ad una soluzione, che possa non integrare ma sostituire con l’amplissimo “Uniti per l’inclusione”, dal design multicolore, la questione dell’arcobaleno scomparso e non approvato. Insomma, che si tratti di vero e proprio sportwashing o di un’improvvisa ed illuminante presa di coscienza certo avversa al daltonismo, un po’ come in un gioco di somme, il risultato non cambia: un buco nell’acqua, finché il dibattito sfiora la superficie, finché le alternative non prenderanno vita con azioni concrete, reali, tangibili.

In un mondo che è già di fatto pieno di colori, più di belle grafiche che raccontino di realtà servirebbero, come sempre, belle politiche che rispecchino la complessità.

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