La lunga rincorsa di Piazza Affari, durata 18 anni

Era dal 2007 che la Borsa non tornava a questi livelli. Ecco perché ora serve prudenza

La lunga rincorsa di Piazza Affari, durata 18 anni
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La Borsa Italiana è tornata ai livelli dell’estate del 2007, quando la crisi finanziaria era alle porte. Il crollo delle attività finanziarie e la successiva pesante recessione che iniziarono a partire dal 2008, innescate dal crac di Lehman Brothers del mese di settembre, furono anticipate dagli scossoni dell’agosto del 2007. Sembra ieri? Dipende da come si sono vissuti questi anni. In ogni caso ne sono passati 18, come la maggiore età di un neonato in quella lontana estate del 2007. L’indice azionario di Piazza Affari (che, ricordiamolo, non incorpora i dividendi staccati) ha impiegato 18 anni a tornare al punto da dove tutto ebbe inizio (crisi finanziaria, recessione, crac bancari, default Grecia, crisi dello spread).
Il paradosso è che mai come in questi mesi la sensazione che prevale a livello di scenari economici è quella dell’incertezza, legata al nuovo corso trumpiano negli Usa, con particolare riferimento ai dazi. Eppure è proprio in questi ultimi sei mesi di incertezza che la Borsa ha completato la sua rimonta, durata 18 anni. Cosa dobbiamo pensare? Questa euforia dei mercati sarà duratura?

Posto che la sfera di cristallo è stata smarrita da tempo immemore, l’unica cosa che sembra sensata è essere prudenti. In circolazione ci sono almeno tre elementi di rischio. Il primo è che i mercati azionari, soprattutto quello americano che è il più grande, sono ora assai sostenuti dai piccoli investitori. Il risparmio retali, dicono gli analisti Usa, è il grande carburante di Wall Street. E questo ci ricorda i vecchi agenti di cambio milanesi, che quando cominciavano a sentir parlare di azioni da portinaio o al bar, correvano a vendere. Il secondo è il proliferare delle criptovalute, una sorta di oro del nostro tempo, dietro alle quali però non c’è alcuna riserva di valore: il boom di questi strumenti rischia di creare una bolla simile a quella dei mutui subprime del 2007. Il terzo, più che altro una suggestione, è che dopo l’estate arriva l’autunno, e i vari martedì e lunedì neri dei mercati (1929 su tutti, ma anche 1987 e poi appunto il 2008) sono sempre avvenuti tra settembre e ottobre).

Con questo non vogliamo allarmare nessuno. Ma solo sottolineare che nulla è come appare.

E Donald Trump può anche non centrare niente: i mercati seguono logiche spesso difficili da interpretare. In ogni caso, quando vanno così a gonfie vele, meglio stare accorti. Come diceva Mark Twain, “la storia non si ripete, ma spesso fa rima con se stessa”.

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