I cinque principi di Netanyahu. "E il 7 ottobre Gaza sarà libera"

L'ok dopo 10 ore: smantellare l'arsenale di Hamas, ritorno dei rapiti, un nuovo governo civile. L'Idf inizia i piani. I jihadisti: "L'occupazione non sarà un pic nic"

I cinque principi di Netanyahu. "E il 7 ottobre Gaza sarà libera"
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C'è il via libera del governo israeliano all'occupazione totale di Gaza. Dopo una riunione fiume del gabinetto di sicurezza, durata 10 ore, tra schermaglie e scontri, è stata approvata la proposta del primo ministro Benjamin Netanyahu. L'esercito, che aveva sollevato obiezioni sulla fattibilità e la pericolosità del piano, ora si prepara a conquistare anche le aree della Striscia che finora aveva lasciato libere. L'esecutivo dello Stato ebraico va avanti nonostante gli avvertimenti dei generali, secondo cui l'operazione metterebbe a rischio la vita degli ostaggi rimasti, oltre a innescare un disastro umanitario.

Il disegno prevede lo sfollamento di circa un milione di civili palestinesi e il controllo di Gaza City. Per la conquista dell'enclave ci vorranno almeno quattro o cinque mesi. La nota diffusa dall'ufficio di Netanyahu enumera i cinque principi per la fine della guerra: "Smantellamento dell'arsenale di Hamas, ritorno di tutti gli ostaggi, vivi e deceduti, smilitarizzazione della Striscia, controllo della sicurezza da parte di Israele su Gaza, istituzione di un'amministrazione civile alternativa, che non sia né Hamas né l'Autorità palestinese". Ma Netanyahu ha subito precisato: "Non occuperemo la Striscia, la libereremo da Hamas". Un alto funzionario israeliano ha riferito che "l'obiettivo è evacuare tutti i residenti di Gaza City entro il 7 ottobre 2025 (data del secondo anniversario del massacro di Hamas)". L'esercito israeliano controlla circa tre quarti di Gaza e quasi tutti i suoi 2,1 milioni di cittadini si trovano in quel quarto del territorio che l'Idf non ha preso. I rischi della nuova impresa sono molti. Per esempio, sempre meno riservisti, che costituiscono il grosso delle forze combattenti israeliane, si presentano in servizio. Le scorte di munizioni e pezzi di ricambio dell'esercito si stanno esaurendo. E c'è stato un aumento dei suicidi tra i soldati.

Nonostante ciò, il capo dell'esercito israeliano, il generale Eyal Zamir, ha già tenuto ieri mattina una valutazione con gli alti ufficiali e ha annunciato che verrà effettuata a breve la pianificazione delle prossime operazioni. Bezalel Smotrich invece si è spinto addirittura oltre. Ha spiegato che i progetti israeliani per la Cisgiordania hanno lo scopo di "cancellare lo Stato palestinese" e di impedire che in futuro si verifichi un altro attacco simile a quello del 7 ottobre 2023. Smotrich ha precisato di lavorare per ristabilire gli ex insediamenti di Ganim e Kadim nel Nord della Cisgiordania, entrambi evacuati e smantellati nell'ambito del disimpegno del 2005.

Mentre il leader dell'opposizione israeliana Yair Lapid ha definito la decisione del governo di occupare Gaza City "un disastro che porterà a molti altri disastri". Ha poi aggiunto: "Ben Gvir e Smotrich hanno trascinato Netanyahu in un'azione che richiederà mesi, porterà alla morte degli ostaggi, all'uccisione di molti soldati, costerà ai contribuenti israeliani decine di miliardi e causerà un collasso politico". E ha infine chiarito: "Questo è esattamente ciò che Hamas voleva".

La reazione del gruppo fondamentalista non si è fatta attendere: "L'occupazione non sarà un picnic". Secondo Hamas l'uso da parte di Israele del termine "controllo" invece di "occupazione" è un tentativo di "eludere la propria responsabilità legale per le conseguenze del suo brutale crimine contro i civili", inoltre l'esecutivo di Netanyahu, per il movimento, non si cura della sorte degli ostaggi. Anche per Abu Mazen la decisione dell'occupazione di Gaza rappresenta "un crimine in violazione del diritto internazionale". Ma l'escalation incontra pure l'opposizione delle famiglie dei rapiti: "Il governo israeliano ha condannato a morte gli ostaggi vivi e alla scomparsa quelli caduti".

Netanyahu da parte sua sostiene che nessuna alternativa ad Hamas sarà in grado di sopravvivere a Gaza. Secondo alcuni analisti però il piano di occupazione potrebbe essere una tattica negoziale per convincere Hamas ad arrendersi senza combattere.

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