
Arriva un giro di vite sul rinnovo delle patenti per gli automobilisti più anziani. "Stiamo ragionando su come eventualmente rivedere gli esami di rinnovo della patente di guida dopo certi limiti di età, perché quello che sta succedendo in queste settimane, una riflessione basata sui numeri e sui dati, non sulle impressioni, la impone". Lo ha detto ieri Matteo Salvini, vicepremier e titolare del Mit, parlando ai microfoni di Rtl 102.5. Il ministro, però, non ha voluto dare "numeri a caso" sulla modifica eventuale delle soglie anagrafiche, spiegando di voler "aspettare i riscontri dell'analisi" in corso da parte dei tecnici della motorizzazione civile. A dettare l'agenda sul tema, insomma, sarebbero stati i recenti episodi di cronaca che hanno visto protagonisti guidatori over 80. A fine luglio prima un ottantaduenne ha imboccato l'A4 contromano per alcuni chilometri tra Lombardia e Piemonte finendo per schiantarsi su un suv su cui viaggiavano quattro persone, perdendo la vita e uccidendo tre degli occupanti dell'altra auto, poi un 88enne ha fatto lo stesso, tragico errore sulla Torino-Bardonecchia, finendo la sua corsa in senso vietato contro l'auto di un trentenne: feriti i due guidatori, morta la moglie 87enne dell'anziano. E, stando ai dati diffusi dall'Asaps, l'associazione amici della polizia stradale, se solo il 13,7 per cento degli incidenti provocati da auto che andavano contromano nei primi 7 mesi del 2025 è stato provocato da anziani, la percentuale sale al 31 per cento considerando gli incidenti con esiti mortali, e abbassando un po' la soglia anagrafica - nel 57 per cento degli incidenti mortali avvenuti in autostrada al volante c'era un over 65. Adesso, stando alle parole di Salvini, il governo potrebbe dunque scegliere di inasprire le regole per la patente a chi non è più giovanissimo. Anche se, va detto, l'Italia ha già una normativa sul punto tra le più severe d'Europa. Da noi, la patente va rinnovata ogni 3 anni tra i 70 e gli 80, e ogni due anni dopo quella soglia, sempre con visita medica obbligatoria. In Italia dunque un ultraottantenne vede un medico ogni due anni per poter continuare a guidare: molto più spesso che nel Regno Unito (dove è prevista una autodichiarazione), in Francia o in Germania, dove per la patente auto non vi sono test medici periodici obbligatori legati all'età. Ma va anche detto che in Italia il controllo è solo clinico e documentale e non prevede prove pratiche di guida o test cognitivi, cosa che invece accade per esempio in Spagna e nei Paesi Bassi. Potrebbe arrivare da questi due partner europei il suggerimento per una normativa più stringente? In Spagna, dal compimento dei 65 anni la patente va rinnovata ogni 5 anni, e ogni volta è richiesta una visita psicofisica obbligatoria che comprende test di riflessi, vista e udito. Gli olandesi prevedono la visita medica obbligatoria solo al rinnovo quinquennale che scatta con il compimento dei 75 anni di età: sono anche possibili limitazioni personalizzate, consentendo per esempio la guida solo di giorno. L'Italia, come detto, ha una normativa già stringente quanto alle frequenze di rinnovo. Resta da capire se le novità riguarderanno solo visite mediche più stringenti e con test anche di guida pratica, o regole del tutto nuove su tempi di rinnovo ed eventuali limitazioni. Di certo, un'eventuale stretta potrebbe incontrare opinioni contrastanti. E già ieri, dopo l'apertura alla riflessione di Salvini, al ministro ha replicato il presidente di Assoutenti, Gabriele Melluso.
Ricordando per tanti anziani la patente è "non solo un documento, ma uno strumento di autonomia, dignità e partecipazione sociale". Più che limiti anagrafici, insomma, servirebbero "controlli periodici efficaci e rigorosi, basati su criteri medico-funzionali chiari e aggiornati".