Calcio

Fiorentina senza sbavature: Nico González avvia lo sprint per chiudere la pratica Cagliari

Una Fiorentina impressionante quella che chiude senza sbavature la pratica col Cagliari di Ranieri, fermo ancora a 2 punti: standing-ovation per Nico González, primo centro nel finale anche per Nzola, e la Viola raggiunge Juve e Napoli

Il sorriso di Nico González: tre punti fondamentali per la Viola (via Ac Fiorentina)
Il sorriso di Nico González: tre punti fondamentali per la Viola (via Ac Fiorentina)

La Fiorentina sale a quota 14 punti, dopo sette giornate di campionato, raggiungendo Juventus e Napoli sul podio e compiendo il sorpasso sull’Atalanta. Lo fa imponendo la supremazia totale sul campo di casa: il match contro il Cagliari di Claudio Ranieri, accolto col migliore dei saluti a Firenze, è a senso unico, per una Viola che vince e convince davvero. Il vantaggio è talmente veloce che neppure i rossoblù lo vedono: complice un’uscita avventurosa di Radunović, su palla vagante in area piccola s’avventa il solito Nico González, che ha più fame di tutti. Al 21’, è Kayode a farsi protagonista con un cross basso la difesa sarda e Dossena beffa il proprio portiere con un fortuito autogol. Al primo tempo perfetto della Fiorentina segue una ripresa più fiacca e potenzialmente aperta, ma mai in discussione: così, ad una manciata di secondi dal triplice fischio, si sblocca anche M’Bala Nzola per il tris, e i tre punti della Viola acquistano un sapore ancora più dolce.

La settima giornata di Serie A si chiude ufficialmente all’Artemio Franchi di Firenze: la Viola di Vincenzo Italiano, sulla scia del tour de force con l’appuntamento europeo di giovedì col Ferencváros e la serata di domenica al Maradona contro il Napoli, si presenta ai suoi (ancora, inesorabili) 30.000 tifosi con l’imperativo dei tre punti per riscattarsi dallo stop di Frosinone e slanciarsi nel primo, importante sorpasso sull’Atalanta che significa podio. Di fronte a sé trova però un Cagliari ancora bloccato a 2 punti, con un bagaglio già pressante di 2 pareggi e 4 sconfitte, e tanta voglia (o necessità) di dimostrare. Le precedenti 41 gare disputate tra i viola e i rossoblù in terra toscana raccontano d’una supremazia importante dei padroni di casa: 28 i risultati da tre punti per la Fiorentina contro i 5 del Cagliari e 8 i pareggi, ma soprattutto un divario realizzativo impressionante totalmente a favore della Viola, di 71 a 27. L’ultimo successo del Cagliari a Firenze è, d’altro canto, di quelli che non si dimenticano: il 13 maggio 2018, una giornata dettata dalla commozione generale per il ricordo dell’eterno capitano Davide Astori, i sardi espugnarono il Franchi e ottennero la salvezza, con un gol al 37’ di Pavoletti.

Il match del riscatto

I rumors di giornata parlavano tutti di M’Bala Nzola: quella che sarebbe stata la quarta da titolare, decima in viola, per l’attaccante angolano ancora a secco di gol dovrà invece attendere. Il centravanti che, lo scorso anno, con la maglia dello Spezia, a questo punto della stagione aveva già segnato 5 reti (3 in campionato, 2 in Coppa Italia) cederà il posto all’altro compagno di reparto già idolatrato dai tifosi fiorentini seppur ancora senza aver mai firmato il tabellino: sarà l’argentino Lucas Beltrán la prima punta scelta a guidare l’attacco viola. È il comparto difensivo, in questa fase, più che la mancanza di efficacia dell’attacco, a creare non pochi grattacapi a Vincenzo Italiano, costretto a tener conto delle indisponibilità – una su tutte l’infortunio pesante di Dodô, ma anche il più recente affaticamento per trauma distorsivo di capitan Biraghi, che per questo partirà dalla panchina – e del solito turn over dettato dagli impegni di Conference. Davanti a Terracciano, ecco allora Kayode a destra e Parisi a sinistra, sostenuti da Milenković e Martínez Quarta al centro; con Arthur e Duncan in mediana a dettare i tempi, ad affiancare gli insostituibili Nico González e Bonaventura il ballottaggio lo vince Brekalo.

Quando sono venuto a gennaio chiesi aiuto a tutti per riportare il Cagliari in Serie A e ho avuto la disponibilità di tutti (..) e, piano piano, siamo riusciti nel sogno a tornare, dalla porta di servizio, in Serie A. Adesso, siamo ultimi a 2 punti, ma appena -1 dalla salvezza. (..) Non abbiamo ancora vinto, ma così anche Udinese e Salernitana, che hanno fatto un campionato meraviglioso l’anno scorso”, l’incipit della conferenza stampa di Claudio Ranieri. “Le neo promosse hanno spesso sofferto, negli anni precedenti, alle prime giornate: il Monza aveva un punto e si è salvato sfiorando l’Europa League”, e chiosa “Il tempo per recuperare c’è, non mi piacciono i disfattisti e dobbiamo spingere tutti”. Così, l’undici titolare della formazione sarda scelto dal coach sarà guidato da Shomurodov, in coppia d’attacco con Petagna, che ritrova spazio preferito anche ad Oristanio con lo stop forzato di Luvumbo, e conferma quanto già esplicitato dal tecnico romano: “Andiamo a fare la nostra partita: rispettiamo la Fiorentina, che gioca con grande determinazione ed ha buonissimi giocatori; ma noi vogliamo farci rispettare”. Confermata la fiducia, già esplicitata in conferenza stampa, a Radunović tra i pali, sostenuto dalla difesa a tre composta da Hatzidiakos, Dossena e Wieteska, mentre si ripete il mantra sulle fasce con Zappa ed Augello e Nández, Deiola e Makoumbou mezzali.

Nico (Speedy) González, lo sprint della Fiorentina

Il fischio d’inizio di Di Bello è quasi come lo sparo dello sprint ai cento metri per Nico González, protagonista indiscusso dell’avvio della Fiorentina: 2 minuti e 1 secondo è il suo miglior tempo, cioè il tempo che l’argentino fresco di rinnovo a Firenze ci impiega per siglare il vantaggio dei padroni di casa. Il numero 10 è difatti il più reattivo a raggiungere, nel caos dell’area piccola, il pallone maldestramente lasciato rimbalzare da un’uscita spericolata di Radunović, a seguito d’una punizione ben incrociata da Duncan. Un gol forse già fatto, ma la fame di Nico è stupefacente – passerà almeno, ma forse di più, la prima mezz’ora a correre a destra e a sinistra senza sosta, facendosi trovare praticamente ovunque, in un giro palla, in totale controllo della Viola, pressoché perfetto.

Il Cagliari, che cerca d’arginare le costruzioni avversarie con un 4-4-2 improvvisato in corso d’opera (ma poi rientra sul 3-5-2 originario), prova contestualmente a riappropiarsi della gara, o quantomeno rimettersi nei binari, nell’unico modo in cui è possibile ferire questa Fiorentina dall’assetto impressionante: con ripartenze veloci, o piuttosto sfruttando disattenzioni difensive. La seconda è quella senz’altro più efficace e così, al 7’, Nández avrebbe la palla del pareggio, perché intercetta un retropassaggio scivoloso di Milenković, salta Terracciano e lascia scivolare il pallone quasi ad occhi chiusi: quando li riapre, però, l’esultanza non è rossoblù – Kayode ci crede e fa il miracolo, salvando sulla linea, ed esultando per un intervento che vale quanto un gol realizzato.

La Fiorentina è (più che) in buona, perché lascia quasi inerme la formazione sarda, impostando con personalità, grinta e fame, e soprattutto con un undici che corre tantissimo (e non molla mai il pallone): la prima pressione arriva proprio da Beltrán (e Martínez Quarta che incredibilmente è sempre altissimo), Nico – che al 18’ tenta di ribadire la firma sul tabellino col suo classico movimento a rientrare in un tentato tiro a giro che esce d’un soffio – è una trottola, Arthur è un metronomo in precisione, il solito Bonaventura, marcato praticamente a uomo, è sempre al centro del gioco e le personalità dei singoli paiono funzionare bene nella coralità d’una orchestra affiatata. Lo stesso giovanissimo Kayode s’inserisce con entusiasmo, tanto che, dopo il primo miracolo sulla propria porta, ne fa un secondo, attorno al 21’, su quella avversaria: recupera al limite dell’area e si fa dare palla da Bonaventura, con un tentativo di cross basso tagliato che Dossena inavvertitamente getta alle spalle del proprio portiere – beffato Radunović, il raddoppio è un macigno per il Cagliari. I rossoblù di Ranieri non riescono ad impostare e le marcature preventive di Milenković neutralizzano anche la fisicità di Petagna: una risposta c’è, o quantomeno è tentata, con Shomurodov, che, a due passi dalla mezz’ora, si stacca bene dalla marcatura al limite dell’area di Terracciano, controlla e sgancia un buon tiro d’interno destro che scivola di poco fuori, sul secondo palo.

Tre punti all'appello

La Fiorentina, dopo aver chiuso il primo parziale di gara con un possesso palla attorno al 70% e un’indiscussa supremazia in termini di gioco e propensione offensiva, ha solo un nemico: se stessa, e il solito spettro del calo di tensione; difatti, l’idea consolidata con la quale pare rientrare in campo la formazione di Italiano è quella della gestione paziente. L’atteggiamento del Cagliari, alla ripresa, è invece chiaro: Ranieri sa che i suoi hanno bisogno d’un cambio d’approccio, e così Deiola e Shomurodov sono sostituiti dal coach romano in favore di due centrocampisti d’attitudine, Prati e Oristanio. Il primo squillo lo cercano subito i rossoblù, da corner, che non si concretizza ma quantomeno genera un primo campanello d’allarme per le antenne di retroguardia in viola. Oristanio è, dal suo ingresso, perno della costruzione offensiva e, nel ritrovato spirito di riscatto, il Cagliari lancia, con un rimpallo favorevole sul tocco di Prati, ed un sospetto fuorigioco Petagna a tu per tu con Terracciano, a pochi minuti oltre il 60’: il centravanti ex Monza tenta lo scavino, ma la palla (con le speranze rossoblù) si schianta sulla traversa.

Italiano, allora, manda a scaldare Nzola: c’è bisogno di gestire, sì, ma di chiuderla davvero, perché il Cagliari sta crescendo e la Fiorentina non riesce comprensibilmente a mantenere la stessa intensità e lo stesso ritmo dei primi quarantacinque, impeccabili minuti. Non è l’angolano, però, che entrerà soltanto al quarto d’ora dai novanta minuti regolamentari (e non senza qualche alzata di spalle, perché pare essere l’atteggiamento del centravanti alla chiamata di Italiano a ritardarne l’ingresso in campo), il primo cambio scelto dalla panchina viola: un triplo cambio per favorire, certo, il turnaggio in ottica europea, con Kouamé, Infantino e Ikoné a ridar nuova linfa e, all’uscita di Nico González, il Franchi esplode di riconoscenza in standing-ovation per il suo numero 10. Tanti anche gli applausi a far da cornice all’uscita di Beltrán, mentre Ranieri punta su Pavoletti, subentrato a Petagna per rinfrescare l’attacco, ma anche Di Pardo e Obert a potenziare in fisicità, rispettivamente in campo al posto di Zappa e Chatzīdiakos.

M'Bala Nzola
M'Bala Nzola trova il primo centro in viola (via Ac Fiorentina)

Il match scorre senza picchi, perché la Viola prosegue nella gestione pragmatica del giro palla, cercando di non farsi ingannare dall’atteggiamento comunque positivo del Cagliari, ma tentando, quando e dove possibile, d’affondare: ci prova con Ikoné, con un’incursione da destra, poco efficace e, non ultimo, con Nzola, a 30 secondi dal novantesimo, che affronta il tu per tu con Radunović con estrema superficialità. L’ingresso dell’attaccante, tra qualche malumore, non pare dei migliori; eppure, una serata del genere, per la Fiorentina che s’appresta ad abbracciare Juventus e Napoli sul podio, in vista proprio d’un big match coi fiocchi al Maradona, non può che concludersi col destino a favore. Così, ad una manciata dallo scadere dei quattro minuti di recupero, M’Bala Nzola si riscatta agli occhi del suo nuovo pubblico: lanciato a memoria da Mandragora, subentrato last minute a Duncan, si tiene alle spalle Wieteska e piazza un pallonetto dolcissimo che vale i tre punti del riscatto della Fiorentina.

Il tabellino

FIORENTINA (4-2-3-1): Terracciano; Kayode, Milenković, Martínez Quarta, Parisi; Arthur, Duncan (90’+2’ Mandragora); Brekalo (64’ Kouamé), Bonaventura (64’ Infantino), Nico González (64’ Ikoné); Beltrán (75’ Nzola). A disposizione: Biraghi, Sottil, Maxime Lopez, Ranieri, Martinelli, Comuzzo, Christensen, Barák, Amatucci. Allenatore: Vincenzo Italiano

CAGLIARI (3-5-2): Radunović; Wieteska, Dossena, Chatzīdiakos (75’ Obert); Nández, Deiola (46’ Prati), Zappa (75’ Di Pardo), Makoumbou, Augello; Shomurodov (46’ Oristanio), Petagna (74’ Pavoletti). A disposizione: Aresti, Scuffet, Goldaniga, Viola, Sulemana, Azzi, Luvumbo. Allenatore: Claudio Ranieri

Marcatori: 2' Nico González (F), 21' aut. Dossena (C), 90'+4' Nzola (F)

Ammoniti: 86’ Infantino (F)

Espulsi: n/a

Arbitro: Marco Di Bello (Sez. Brindisi)

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