Calcio

La Fiorentina sogna la Champions: il primo gol di Ranieri in Serie A vale il quarto posto

La Viola di Italiano sale ufficialmente in zona Champions e sogna in grande, conquistando tre punti pesanti (e complicati) a cinque minuti dalla fine, col primo clamoroso gol in Serie A di Luca Ranieri

Ranieri ci mette la testa: è suo il gol che sigla i tre punti da sogno per la Viola (via Acf Fiorentina)
Ranieri ci mette la testa: è suo il gol che sigla i tre punti da sogno per la Viola (via Acf Fiorentina)
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L’ultima battaglia dell’anno per la Fiorentina ed il Torino, nella cornice trepidante e festosa dell’Artemio Franchi, è il preludio meno scontato e forse più interessante della diciottesima giornata di Serie A. Il primo tempo di gioco è difatti un braccio di ferro degno d’alta classifica tra le due compagini, anche se il Toro ne esce meglio per spinta e reattività (e, nondimeno, occasioni maturate) mentre la Fiorentina pare – ancora una volta – iniziare con poco mordente. La ripresa è però tutt’altra storia: la Viola si sveglia e rientra in campo con fame, cattiveria e spavalderia – così, Luca Ranieri, al primo gol in Serie A, spizza di testa un pallone perfetto di Kayode e sigla tre punti fondamentali. L’ultimo ballo dell’anno è tutto qui: la Fiorentina aggancia il Milan a quota 33 punti e prende temporaneamente posto sul quarto gradino che significa Champions League.

Save the Last Dance

Contro i granata di Ivan Jurić, la Viola deve affrontare una sorta di maledizione perché la squadra toscana è quella contro cui il Torino ha vinto più partite in termini assoluti: la statistica è di 50 vittorie, stesso numero di pareggi contro 48 sconfitte; al contempo, il Torino non vince l’ultimo match dell’anno dall’1-0 col Genoa del 2016. Dall’altra, la Fiorentina “da battaglia” di Italiano guarda col sorriso alla classifica, sperando che la prima parola dell’anno nuovo sia solo e soltanto una: Champions, in senso letterale ma – qui gli scongiuri dei tifosi fiorentini – pure figurato.

Le scelte sul campo

Vincenzo Italiano è convinto che questa Fiorentina sia da Champions League, e per ribadirlo la vittoria di giornata è essenziale. Così, il coach ex Spezia sceglie, davanti a Terracciano, Kayode, Milenković, Ranieri e Biraghi; rientro titolare in mediana per Arthur e Duncan, dietro al trio offensivo composto da Ikoné, il ritrovato Bonaventura e Kouamé, con l’unica punta al riconfermato Beltrán.

Il pareggio contro l’Udinese sta stretto al Torino di Ivan Jurić che è determinato a consolidare il salto in top 10. Riconfermato Milinković-Savić tra i pali, difesa a tre con Tameze, Buongiorno e Rodríguez, con Bellanova e Lazaro sugli esterni e Ricci e Ilić a sostenere la mediana. Vlašić e (a sorpresa) Pellegri ad un passo dal colosso colombiano Duván Zapata.

La carica del Toro

Il Franchi è una cassa acustica al massimo del volume, eppure è il Torino – col suo migliaio di seguaci in trasferta – ad ingranare da subito la marcia giusta: quarantacinque secondi è il tempo che ci impiegano i granata a portarsi al primo tiro in porta (che non impensierisce Terracciano), con un colpo di testa di Pellegri sul cross morbido in area di Vlašić. Una tentata fuga di Kouamé nei primi minuti è invece l’unico guizzo della Viola, che fatica a gestire il pallone, perché il Toro è reattivo e pressa alto e con aggressività, mettendo in difficoltà le retrovie casalinghe con la grande fisicità che contraddistingue la squadra di Ivan Jurić; sono anche le fughe di Lazaro sulla corsia di competenza a sbaragliare spesso i padroni di casa davvero poco precisi. Al minuto 13, la magia degli applausi scroscianti in ricordo di Davide Astori: l’eterno capitano riceve gli onori, in una cornice da brividi. Brividi sì, ma per ragione differente, arrivano forti sugli spalti attorno al ventesimo, perché Terracciano sbaglia un controllo piuttosto semplice in fase d’impostazione e regala un pallone insidiosissimo al Toro: riceve Duván Zapata, che la tenta con controllo e tiro che sfila d’un soffio a lato del palo – poi fermato per fuorigioco. È ancora l’attaccante colombiano che riceve, al 24’, una pennellata precisa di Ricci su punizione conquistata da Bellanova: l’incornata è potente, ma il portiere in viola ci mette i guantoni.

Sarà la serie di scosse ricevuta, ma la Fiorentina dà segni di risveglio dal torpore: un’ottima incursione di Kouamé, che sterza e serve Beltrán al limite dell’area piccola, è fermata dall’altrettanto ottima ripresa di posizione di Ilić. Come il compagno in granata, Tameze – che nel sistema Jurić funziona letteralmente ovunque – brilla per le preventive perfette sul Vichingo Beltrán, che non riesce praticamente mai ad imbucare. È però ancora il Torino a creare, e la Fiorentina a salvarsi: a meno di una decina dal termine del primo tempo, Lazaro sbuca dal nulla e cerca il tap-in di destro dopo una sponda fortuita di Zapata, ma Terracciano si fa muro e dice ancora una volta di no.

La riposta della Viola è un colpo di testa (scarico e lontano dallo specchio) di Jack Bonaventura, rientrato titolare ma in fatica, su cross pennellato sul secondo palo di Kayode in gran libertà. Solo per un attimo, pare ripetersi il mancato centro di Monza perché un retropassaggio lezioso di Tameze trova Ikoné prima di Milinković-Savić: l’attaccante ex Lille non passa di fronte al gigante serbo. La Penna fischia, e forse servirà l’intervallo per sbloccare un braccio di ferro, per ora, senza soluzioni.

L’insostenibile leggerezza del primo gol in A

Appena fuori dal Franchi si sparano (con largo anticipo, e forse poca scaramanzia) fuochi d’artificio, mentre il direttore di gara dà l’okay alla ripresa, con giusto un paio d’attimi di ritardo rispetto al contemporaneo match del Maradona. Dopo un paio di minuti critici in termini d’equilibrio inscalfibile, la Fiorentina fa capolino: riacquista (almeno parzialmente) possesso palla e comincia ad usare le corsie laterali, gestendo con maggior piglio; ci sarebbe un’ottima occasione su Bonaventura servito bene da Duncan ed un presunto tocco di mano nell’area ospite, ma La Penna ferma tutto per il precedente fuorigioco del centrocampista viola d’origine ghanese. È di nuovo il 32 di casa a cercare in cross Kouamé, che si piega in una torsione complicata ed è bravo a prolungare di testa (sopra la traversa): la Viola ha riaperto gli occhi ed inizia ad alzare i giri.

Jurić intuisce il momento di difficoltà dei suoi, che non devono schiacciarsi: dentro Linetty e Sanabria per l’ammonito Ricci e Pellegri. Anche Italiano decide per la contromossa, mantenendo un sostanziale equilibrio di campo: Mandragora entra infatti al posto di Arthur, mentre davanti cambio da staffetta tra Beltrán e Nzola. Gli animi si scaldano, ben prima del giallo a Kayode, che diventa il terzo ammonito del match, mentre La Penna estrae un rosso in direzione della panchina di Vincenzo Italiano per un collaboratore tecnico eccessivamente polemico. Lo stesso giallo (corretto) che si prende, al 75’, Ranieri per un intervento scomposto sullo strappo di Bellanova: poca precisione per Linetty, che batte una punizione ghiotta dal lato corto dell’area viola. Con Vlašić a terra per un colpo al ginocchio, Italiano inserisce Parisi al posto di capitan Biraghi mentre Jurić cambia idea un paio di volte a bordo campo: fuori Bellanova (inizialmente richiamato Lazaro) per Vojvoda ed il dolorante Vlašić per Djidji, il cui ingresso consente a Tameze di alzarsi. A cinque (più recupero) dalla fine, al quarto cross consecutivo da parte di Duncan nel giro di circa venti secondi, la palla arriva sui piedi di Kayode che immediatamente rispedisce nell’area di Milinković-Savić: il cross pizzica Ranieri, smarcatosi da Vojvoda, che si gira ad angolare – il primo gol in Serie A del difensore classe ‘99 è dei più importanti. 1-0 pesantissimo.

Jurić richiama allora Seck – che entra al posto di Tameze – e, con Ikoné che in uscita si fa ammonire (in maniera del tutto gratuita), anche Italiano risistema lo scacchiere: dentro Sottil e Martínez Quarta, perché “il momento è delicato”. I padroni di casa spingono, ora più che mai, mentre il Toro ha fretta e cerca di smuovere il più possibile il pallone. Nel pieno dei 5’ di recupero concessi da La Penna, Sottil sull’allungo si getta a terra toccandosi vistosamente la coscia sinistra – Jurić cerca di mantenere (con estrema difficoltà) l’aplomb che i suoi hanno inevitabilmente perso. All'ultimo giro d'orologio, Sanabria prolunga un pallone insidioso per Vojvoda, che però sbaglia regalando a Terracciano un'ancora facile alla quale aggrapparsi, assieme alle speranze del popolo viola. Il triplice fischio è una sentenza che, nel capoluogo toscano, significherà festeggiamenti smisurati di capodanno: è il terzo 1-0 per la Fiorentina di Italiano, che raggiunge quota 33 punti ed entra, con spavalderia e fame, in piena zona Champions.

Il tabellino del match

FIORENTINA (4-2-3-1) – Terracciano; Kayode, Milenković, Ranieri, Biraghi (77’ Parisi); Arthur (65’ Mandragora), Duncan; Ikoné (88’ Sottil), Bonaventura (88’ Martínez Quarta), Kouamé; Beltrán (65’ Nzola). Allenatore: Vincenzo Italiano

TORINO (3-4-2-1) – Milinković-Savić; Tameze (87’ Seck), Buongiorno, Rodríguez; Bellanova (79’ Vojvoda), Ricci (62’ Linetty), Ilić, Lazaro; Vlašić (79’ Djidji), Pellegri (62’ Sanabria); Duván Zapata. Allenatore: Ivan Jurić

Marcatore: 83’ Ranieri (F)

Ammoniti: 24’ Biraghi (F), 55’ Ricci (T), 68’ Kayode (F), 75’ Ranieri (F), 88’ Ikoné (F), 89’ Djidji (T)

Espulsi: n/a

Arbitro: La Penna (Roma)

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