Furia Max, vuole un Milan che non si dia mai pace. Vero Leao?

È la ricetta di Allegri per recuperare le radici migliori. Ma se poi si sbagliano 5 rigori su 7...

Furia Max, vuole un Milan che non si dia mai pace. Vero Leao?
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In altri tempi recenti, quelli scanditi dall'ultimo Milan finito addirittura ottavo, lo 0 a 0 di domenica a Torino, nella tana della Juve, avrebbe procurato un clima di sottile soddisfazione, riecheggiato in qualche commento comparso a caldo sui social. Ma i tempi, per fortuna del nuovo Milan, sottoposto a una cura energica per il recupero delle radici migliori, sono cambiati e non soltanto per merito dei risultati e dei 13 punti collezionati con il terzo posto. Sono cambiati gli stati d'animo, il metro di giudizio, gli obiettivi da raggiungere e di conseguenza anche il valore da dare a un risultato di apparente utilità. Così Allegri, per dare l'esempio e per indicare la strada impegnativa che resta davanti al Milan, si è presentato nello spogliatoio di Torino con la faccia torva di uno che ha appena vissuto una disgrazia. E non deve darsi pace. Già a pochi rintocchi dalla fine, andando avanti e indietro davanti alla panchina, ha minacciato i suoi collaboratori: «Nello spogliatoio ora non fiata nessuno!». La spiegazione è semplice e in parte riecheggia nella frase spesa da Rabiot: «Sono arrabbiato per i 2 punti persi».

Questo deve pensare il Milan e non certo bearsi per aver chiuso un'altra sfida top con zero gol incassati. Su questo devono concentrarsi tutti per evitare che la sosta per le nazionali procuri un calo di tensione alla ripresa con i due appuntamenti domestici con Fiorentina e Pisa. E con questa sensazione di occasione persa, bisogna prendere atto dei due problemi rilanciati dalla serata torinese. Il primo: la necessità di un rigorista affidabile. Pulisic, prima di volare negli Usa, ha firmato un post con le scuse e l'impegno a recuperare il gol perduto. Ma dal dischetto i conti sono in clamoroso deficit: 5 degli ultimi 7 sono stati sbagliati. E tra questi Pulisic, nell'ultima stagione, ha fatto cilecca col Torino mentre a Firenze sono riusciti a fare peggio Theo Hernandez e Abraham. Urge trovarne un altro. Seconda questione: i gol sbagliati da Leao. La responsabilità non è del ruolo ritagliatoli da Allegri, da centravanti cioè, semmai della sua leggerezza.

Non ha l'istinto del killer, non l'ha mai avuto, ha sempre inseguito la sindrome del colpo a effetto (come in occasione del pallonetto tentato da metà campo). Ma nel Milan di oggi Rafa non può più specchiarsi, il Milan di Allegri ha bisogno solo di qualche spietato gol.

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