C'è il Liverpool a San Siro, il livello si alza ancora un po'. Mai così alto quest'anno per l'Inter, mai così alto per Chivu in carriera. Ogni volta un test, per l'allenatore e la sua squadra. Ingiusto, forse. È come se Chivu dovesse fare vedere ogni volta che è bravo, nemmeno poi fosse lui a calciare i rigori. Soprattutto è come se le 2 finali raggiunte nelle ultime 3 edizioni di Champions, non fossero bastate per rimettere l'Inter fra le grandi d'Europa, quelle squadre che possono perdere qualche partita senza perderne il titolo.
Il Liverpool, per esempio: quest'anno ha perso più dell'Inter, ha 3 punti in meno nel maxi girone di Champions, è molto indietro in Premier League, nono e lontanissimo dall'Arsenal capolista (-10), arriva a Milano senza uno dei suoi totem storici (Salah, non convocato e in aperta rottura con club e tecnico), si è appena fatto rimontare 2 gol dal modesto Leeds, eppure incute timore già solo dal nome, nonostante l'Inter abbia appena dominato il Como e Chivu abbia rifilato una sonora lezione al rampante Fabregas. Fra i Reds non c'è nemmeno Chiesa, ma non è una notizia.
«La mia idea di lavoro è costruire ponti, non muri»: nelle parole di Chivu c'è il riconoscimento all'eredità di Inzaghi, che proprio in un'amara vittoria col Liverpool (marzo '22, gol di Lautaro) mise le fondamenta della sua Inter europea. Stasera Chivu non avrà Akanji, bloccato dalla febbre. Straordinari per Acerbi («ha il fisico per giocare ogni 3 giorni, non sono preoccupato»). Con Mkhitaryan torna il centrocampo titolare. In attacco la ThuLa, e chi sennò, e l'unico dubbio a destra. «Gioco io», scherza Chivu per dribblare la domanda. In realtà, Luis Henrique in ballottaggio con Carlos Augusto, anche se forse è un rischio fargli giocare la quarta partita consecutiva dopo 3 mesi di nulla.
Il test non vale una notte in ritiro. Si gioca alle ore 21 e dopo l'eccezione pre Como (con fischio d'inizio alle 18), Chivu ha dato appuntamento alla squadra per stamane. Il Liverpool è una di quelle squadre che dovrebbero andare a genio alla sua Inter, perché attacca e non aspetta. «A parole è così, sulla lavagna anche, ma poi c'è il campo a dire la verità». Un test a San Siro esaurito, non mancheranno i tifosi del Liverpool.
«Non cerchiamo un certificato, ma punti», taglia corto il tecnico. L'obiettivo è evitare i play-off, strappando un posticino fra le 8 migliori. «Tutti vorrebbero giocare 2 partite in meno, ma alternare i giocatori serve anche a questo: prepararsi nel caso ce ne fossero 2 in più».