Leggi il settimanale

"Inter in sudditanza con gli ultras": le motivazioni dell'inchiesta sulle curve

L'inchiesta "Doppia Curva" ha azzerato i vertici delle curve dei due club milanesi. La gup: "La violenza sistematica ha pregiudicato l'immagine dei club"

"Inter in sudditanza con gli ultras": le motivazioni dell'inchiesta sulle curve
00:00 00:00

La curva dell’Inter aveva una "protezione di matrice mafiosa" e la società si trovava in "una situazione di sudditanza" che ha finito per agevolare i leader "seppur obtorto collo". Quella del Milan, invece, si assicurava guadagni illeciti superiori a "100mila euro all’anno" attraverso attività come la "rivendita dei biglietti". Emerge un quadro inquietante delle motivazioni della sentenza con le quali il gup Tribunale di Milano, Rossana Mongiardo, ha condannato in abbreviato i capi delle due tifoserie organizzate nel processo scaturito dall’indagine "Doppia Curva". Ecco cosa accadeva nei due settori sotto la guida di Luca Lucci e Andrea Beretta, capi ultras di Milan e Inter, ai quali sono stati inflitti 10 anni a testa.

Le accuse alle curve di Inter e Milan

Il gup ha riconosciuto tutte le imputazioni, dall'omicidio del 2024 di Antonio Bellocco, rampollo dell’omonima cosca, ad un tentato omicidio di sei anni fa, fino alle due associazioni per delinquere tra cui ci sarebbe stato un patto per gli affari, tra la curva Sud milanista e la Nord interista, quest’ultima pure con l’aggravante mafiosa per rapporti con la ‘ndrangheta. Si legge nelle motivazioni che le indagini"hanno evidenziato che la società interista si trovava in una situazione di sudditanza nei confronti degli esponenti della Curva Nord, finendo, di fatto, per agevolarli, seppur obtorto collo". In sostanza, la giudice dà conto di quei rapporti di "sudditanza" di responsabili dell’Inter che erano già emersi nelle indagini e che erano anche stati evidenziati nella requisitoria del pm Paolo Storari. Inter che, poi, così come il Milan e anche la Lega Serie A, si è costituita parte civile nel processo abbreviato, ottenendo risarcimenti per i danni subiti.

L'Inter era in sudditanza

Entrambi i club sono stati sottoposti dalla procura di Milano ad un procedimento di prevenzione e in questi mesi le due società hanno lavorato anche per recidere i rapporti malsani con le tifoserie organizzate. Dirigenti e calciatori erano pure stati sentiti a verbale dopo il blitz del 2024.

La gup scrive che sul fronte dell’Inter "i personaggi maggiormente coinvolti" in quella "sudditanza" sono stati Paolo Bordogna, il “responsabile sicurezza dello stadio Meazza” per le gare casalinghe dell’Inter, Nicola Ranieri e Paolo Gandinelli, ossia Slo e vice-Slo del club, ovvero le figure incaricate di "tenere i rapporti tra la tifoseria organizzata e la società e le forze dell’ordine", e Claudio Sala, "responsabile sicurezza della compagine nerazzurra". Nessuno di loro è finito indagato.

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica