La Juventus torna a sorridere: la zampata di Gatti vale i tre punti contro la Fiorentina

La Juventus ritrova il sorriso e la vittoria all'Allianz, con un avvio d'aggressività ed un secondo tempo di gestione: è decisiva la zampata di Gatti in tap-in, ma Szczęsny è miracoloso su Nico González

La Juventus torna a sorridere: la zampata di Gatti vale i tre punti contro la Fiorentina
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La domenica che chiude la trentunesima giornata di Serie A, all’Allianz, è lo spettacolo di redenzione che ci si attendeva da Juventus e Fiorentina, entrambe chiamate ai tre punti d’assoluta necessità e sopravvivenza. Alla fine, ha la meglio la Juventus ed il merito è d’un primo tempo di aggressività e gestione di mestiere: tre gol annullati per fuorigioco tra il 6’ ed il 32’, di cui soltanto l’ultimo (inizialmente) dubbioso, ma poi uno assolutamente impeccabile – quello di Gatti, il quarto del numero quattro, il cui tap-in di ferocia sul legno colpito di testa da Bremer è (e sarà) decisivo per la vittoria complessiva dei bianconeri. La Fiorentina è schiacciata dal primo parziale di gioco, ma quando rientra alla ripresa – ed Italiano mescola non poco le carte in tavola – il match prende tutt’altra piega. Il ritmo è più alto, fin agli ultimi istanti, quando la Viola si lancia tutta all’arrembaggio: l’occasione più clamorosa - ed è la più bella, sotto ogni punto di vista - è quella che arriva dall’atteso peso specifico di Nico González, che s’incarica d’un mancino pregevolissimo quasi all’incrocio; dall'altra parte c'è però Szczęsny, che s'allunga miracolosamente e devia con la punta delle dita sulla traversa, spegnendo il fuoco dei sogni della formazione toscana. Miracolo su miracolo. Game, set, match: alla fine, la Juve torna a sorridere.

Le formazioni titolari

Massimiliano Allegri sceglie, davanti a Szczęsny, il trio di solidità Gatti, Bremer, Danilo; a centrocampo Cambiaso e Kostić il compito di avanzare sulle ali, mentre McKennie e Rabiot affiancano Locatelli a spingere dietro alle riconfermate due punte di qualità, i due grandi ex Dušan Vlahović e Federico Chiesa.

Vincenzo Italiano tira le somme: con Terracciano fra i pali, capitan Biraghi è speculare in fascia a Kayode, coi centrali Ranieri e Milenković. Mandragora e Bonaventura in mediana, a Barák il sostegno del comparto offensivo con Nico González e Kouame a sostenere Belotti prima punta.

La zampata di Gatti: bianconeri straripanti

Al fischio d’avvio di La Penna che sancisce lo start per Juventus – Fiorentina, l’Allianz si accende tra luci ed applausi, in un contesto da brividi, ancora una volta sulla questione razzismo: "Never Again" è lo slogan che scatena gli applausi dell'intero stadio.

L’inizio dei padroni di casa è guardingo sul primo tentativo di possesso palla della Viola, che però manca in termini di capacità di costruzione con un centrocampo ancora in difficoltà ed un comparto offensivo a dir poco evanescente (più per merito avversario che per demerito dei toscani). Basta poco, però, per far sì che la Juve prenda in mano la situazione: è il 6’ e Kostić si libera bene per il cross sulla respinta del quale trova la torre di Gatti, che serve McKennie che si gira e imbuca agilmente alle spalle di Terracciano – la difesa viola era però salita coi tempi giusti, e non c'è alcun dubbio sul fuorigioco del texano. Passano meno di quattro minuto ed un’altra ripartenza fulminea della Juve – con presunto fallo su Belotti, contestato dalla panchina toscana – potrebbe ferire la Fiorentina, ma il cross di Kostić è deviato in corner da Kouame. Un altro calcio d’angolo, poco dopo, genera il secondo gol (correttamente) annullato: da corner e scambio corto tra Chiesa e Kostić, un altro cross delizioso del terzino serbo trova Gatti che la stampa di testa sulla traversa; sulla ribattuta, è l'attesissimo ex Vlahović a buttarla dentro, ma il gioco era stato già interrotto da La Penna.

Vlahovic Juventus

A questo punto, l’aggressione casalinga aumenta i giri: è il 21’, e l’ennesimo calcio d’angolo battuto da Chiesa trova con precisione lo stacco imperioso di Bremer, la cui testata si schianta sul palo; sulla ribattuta corta del legno, è sufficiente la zampata di Gatti per un tap-in di ferocia assoluta. 1-0.

A questo punto, mentre i bianconeri continuano a spingere sulle ali dell’entusiasmo per il vantaggio ottenuto, la Fiorentina è bloccata e fatica ad andare oltre la trequarti (il primo corner in favore della Viola di Italiano arriverà soltanto al 37’). Al 32’, invece, un Chiesa straripante trova un corridoio brillante per McKennie che la piazza in mezzo ancora per Vlahović, che sfonda la porta dell'inerte Terracciano. Tutto fermo, però, per il check del Var: per la terza volta, e forse quella meno evidente, il direttore di gara conferma il fuorigioco e annulla la rete. Nelle fasi finali del primo parziale di gioco, la Fiorentina cerca di guadagnare campo: il mancino di Mandragora – una sorta di copia e incolla del gol strepitoso all'Atalanta – è ribattuto; arriva allora Biraghi, che tenta la conclusione (placidamente larga) da distanza siderale. Anche negli ultimi due di recupero concessi da La Penna, soprattutto Barák e Nico González non riescono a chiudere un paio di scambi interessanti; ma certo la Fiorentina dà un buon segnale.

Assalto frontale: Nico non basta con lo Szczęsny dei miracoli

Si riparte dai cambi: perché Italiano, in avvio di ripresa, inizia a mischiare le carte in tavola (a ben vedere, ha ragione), con dei primi tentativi anche estremi, perché esce Mandragora per Maxime Lopez – scelta poi ben ripagata – ma soprattutto Belotti per Sottil, con Kouame in posizione quasi da falso nueve. Nei primi minuti, c’è in realtà del tentennamento; ma il ritmo si è già alzato parecchio. Kayode si farà protagonista positivo, perché giù al 49’ rientra in copertura su Chiesa che, servito da Vlahović, punta Milenković, impedendogli incisività sul tiro, controllato da Terracciano. Cinque minuti dopo, il giovanissimo difensore classe 2004 rimedierà ad un errore ancora del centrale viola, fermando sul nascere la fuga di rapina di Vlahović. Al 55’, forse per la prima volta fin lì nel match, la Fiorentina avrebbe un’occasione d’oro: un’aggressione di Biraghi in avanti scopre una Juve improvvisamente impreparata: in percussione centrale, spreca incomprensibilmente tutto Barák, con un tiro debole e centrale.

Barak

Meno d’un giro di orologio più tardi, invece, dal lato opposto, Kostić (sostituito poi per Yıldız) scappa in fascia e la butta in mezzo: Milenković la devia ma rischia l'autogol, mentre Terracciano osserva impietrito il pallone scheggiare il proprio palo. Cambia anche – ed ancora – Italiano, che sceglie Beltrán e Nzola per l’uscita di Barák e Kouame.

L’inspiegabile accade poi al 73’, il minuto che può cambiare tutto ma che esalta invece lo Stadium: perché un Nico González atteso e finalmente in stato di grazia trova spazio, si aggiusta il pallone e libera un sinistro mortale per il sesto legno stagionale per la Viola: Szczęsny fa un vero e proprio miracolo, allungando le dita per spostare la palla sulla traversa.

A questo punto, c’è spazio per Alcaraz perché Cambiaso è il primo ammonito del match e la corsia destra inizia a scricchiolare lato Juve. Maxime Lopez, la chiave tattica del secondo tempo della Viola, realizza al 84’ un’incursione velocissima con cross basso per Nico, che è forse l'occasione più preziosa, ad una manciata dal termine, per la Fiorentina. L'argentino in maglia 10 la manca ma Beltrán prova a buttarla dentro di foga in torsione: il pallone centra Nzola, salvando così la porta custodita da Szczęsny. Dal corner che ne segue, ancora di Maxime Lopez, Beltrán ci riprova di convinzione ma Locatelli devia in calcio d'angolo: è assalto della Viola, negli ultimi, concitatissimi minuti. La Penna conferma i tre minuti di recupero, ma un blando colpo di testa in controtempo di Nico su cross di Biraghi sarà l’ultima possibilità della Viola – che poi è costretta a difendersi, prima con Ranieri su Alcaraz e poi con tutti su Yıldız. Il giovanissimo talento turco riconquista, quasi al terzo dei tre di extra-time, un pallone essenziale per riprendere fiato dall'arrembaggio della Viola, prendendosi pure in dribbling una punizione importante per far salire decibel ed entusiasmo all'Allianz; lo Stadium poi esplode, letteralmente, al triplice fischio di La Penna che arriva poco dopo. Tre fischi che vogliono dire tre punti: la Juve torna a vincere, di mestiere e di “corto muso”, ma soprattutto ritrova entusiasmo e morale.

Il tabellino del match

JUVENTUS (3-5-2) – Szczęsny; Gatti, Bremer, Danilo; Cambiaso (75’ Alcaraz), McKennie, Locatelli, Rabiot, Kostić (59’ Iling-Junior); Vlahović (86’ Kean), Chiesa (59’ Yıldız). Allenatore: Massimiliano Allegri

FIORENTINA (4-2-3-1) – Terracciano; Biraghi, Ranieri, Milenković, Kayode (84’ Dodô); Mandragora (46’ Maxime Lopez), Bonaventura; Barák (61’ Nzola), Nico González, Kouame (61’ Beltrán); Belotti (46’ Sottil). Allenatore: Vincenzo Italiano

Marcatori: 21’ Gatti (J)

Ammoniti: 69' Cambiaso (J), 87’ Yıldız (J)

Espulsi: n/a

Arbitro: Federico La Penna (Roma)

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