L’addio dell’Italia a Luciano è solo una brutta vittoria

Che fatica per battere la Moldavia: gli azzurri addirittura rischiano, poi ci pensano Raspadori e Cambiaso. È una Nazionale da fischi

L’addio dell’Italia a Luciano è solo una brutta vittoria
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Abbiamo faticato anche oggi Il Ct non può avere alibi, deve fare la differenza e io non l’ho fatta

Molti in questo gruppo erano logori a causa del campionato Lascio una Nazionale con poco entusiasmo

Serviva una goleada, non c’è stata. Serviva un eventuale favore da Tallin (Estonia contro la Norvegia), non è arrivato. E l’Italia ha preso congedo dalla stagione deludente e dal ct esonerato a costo zero Luciano Spalletti con un insignificante 2 a 0 sulla Moldavia (l’Estonia gli ha rifilato 3 pappine) che accentua il distacco dalla capolista del girone, la Norvegia appunto. Impossibile pretendere qualcosa di meglio ma questo 2 a 0 è il minimo sindacale per una squadra, l’azzurra, che porta le quattro stelle mondiali sulla maglia. Non sarà semplice per chiunque arriverà, anche per Ranieri, eletto salvatore della patria da Gravina, rimettere il calcio azzurro sul binario giusto. Adesso siamo finiti su un binario morto quanto a qualità di calcio, entusiasmo, talento e voglia di far brillare gli occhi al pubblico.

Pochi fischi, qualche applauso di solidarietà: è questa l’accoglienza dei 20 mila di Reggio Emilia per Luciano Spalletti al passo d’addio dalla Nazionale dopo 22 mesi colmi di delusioni e sconfitte dolorose, rare le soddisfazioni (il 3 a 1 con la Francia). La partenza dell’Italia è sempre la stessa, nonostante i 5 cambi rispetto a Oslo: molto possesso palla inutile, anzi dannoso, inefficace dinanzi al quale la Moldavia non fa una piega. Anzi, appena ha lo spazio per ripartire, spaventa tutto lo stadio e la panchina azzurra rimasta di sasso: cross da sinistra per la testa di Nicolaescu che la gira alle spalle di Donnarumma. Per fortuna degli azzurri c’è una posizione di fuorigioco utile a cancellare il punto. Scolastico il gioco impostato da Ricci, poche le giocate dettate da tecnica e talento: una traversa di Ranieri (su angolo, di testa) più il gol nel finale di Raspadori (da uno spunto di Ranieri) sono le uniche note liete. A divertire e a fare calcio concreto è invece la Moldavia a dispetto della posizione nel ranking mondiale (posizione 154 contro la nona italiana): un paio di volte sfiora il sigillo, decisivi una parata di Gigio e qualche intervento risolutore di una difesa scombiccherata.

Meglio l’incipit della ripresa spiegato in parte dalle due sostituzioni (Barella e Orsolini al posto di Ricci e lo spento Dimarco) con il raddoppio di Cambiaso, appostato sul secondo palo come un vero killer d’area ma si tratta di uno spunto isolato, non certo di un gioco soddisfacente. Ritmo da amichevole e sbocchi offensivi discutibili. Nel silenzio assordante dello stadio si colgono solo le urla di Spalletti ma è come se parlasse nel deserto: non lo ascolta nessuno.

Frattesi si divora il comodo 3 a 0 (lancio da dietro di Bastoni) ed è l’unica emozione a dispetto degli altri due cambi, Lucca (Retegui) e Daniel Maldini (Raspadori), cioè ruolo per ruolo, senza mai stravolgere il piano tattico iniziale. Da segnalare infine il numero industriale dei passaggi sbagliati dagli azzurri, indice evidente di una cifra tecnica modesta collettiva. Appuntamento a settembre con un altro ct e - speriamo con un’altra Nazionale.

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