
Difficile immaginare la stagione dell’Inter senza il contributo fondamentale di un figlio d’arte che ha saputo trasformarsi in un punto fisso nell’undici di Simone Inzaghi. Anche se i riflettori vanno spesso sul capitano Lautaro Martinez, è stata l’altra parte della ThuLa a fare la differenza per i nerazzurri, specialmente in Champions. Alla vigilia della finalissima di Monaco di Baviera, quindi, conosciamo meglio Marcus Thuram, il talento francese che sta diventando sempre più indispensabile all’interno di questa Inter.
Il peso di un cognome importante
Marcus nasce il 6 agosto 1997 a Parma, città nella quale suo padre Liliam stava lasciando il segno nel campionato più bello del mondo. I primi ricordi da bambino sono tutti legati al padre, che sia con la maglia dei ducali che con quella della nazionale francese, stava passando da trionfo a trionfo. Anche se era troppo piccolo per ricordare quando Liliam sollevò al cielo la Coppa del Mondo nel mondiale di casa, il rapporto passionale con il calcio iniziò nell’infanzia. Già da quando iniziò a tirare i primi calci al pallone nei campetti della provincia torinese, visto che papà Thuram si era trasferito alla Juventus, Marcus cercò fin da subito di uscire dall’ombra del padre, il che spiega perché fin da subito si sia concentrato sull’attacco. Portare un cognome tanto pesante non fu semplice ma, come successo a suo tempo a Paolo Maldini, il padre gli aveva anche mostrato come fosse necessario impegnarsi giorno dopo giorno per raggiungere risultati importanti.

La voglia di migliorarsi, raffinare le sue doti tecniche ed imparare i fondamentali del gioco furono importanti nell’attirare l’attenzione degli scout ma per iniziare la sua carriera scelse di trasferirsi in Francia, nell’academy del Sochaux. Fu proprio qui che iniziò a mostrare la sua versatilità, svariando spesso e volentieri nel campo e giocando in diverse posizioni. In varie interviste, Marcus ha dato il merito della sua carriera proprio agli anni passati al Sochaux, dove costruì le basi del suo successo futuro e la capacità di leggere le partite, creare spazi per sé e per i compagni di reparto. Anno dopo anno, il figlio d’arte riuscì a farsi notare dalla società, che lo fece debuttare in prima squadra a soli 17 anni.
Dalla Germania all’esplosione con l’Inter
Dopo un paio di anni passati in Ligue 1 con il Sochaux, il passaggio al Guingamp fu solo una tappa intermedia verso la prima occasione importante per farsi notare. Il 22 luglio 2019 arrivò, infatti, il trasferimento in Bundesliga, in una grande decaduta come il Borussia Mönchengladbach che aveva una gran voglia di tornare ai fasti del passato. Il giovane francese non ci mise molto a trovare il fondo della porta: dalla prima rete il 22 settembre contro il Fortuna Düsseldorf fu solo un crescendo di soddisfazioni e di crescita professionale, abbastanza per portare l’altro Borussia a giocare in Champions League. Il debutto contro il Real Madrid, il 24 novembre 2020 fu davvero memorabile: fu la doppietta di Marcus a garantire ai tedeschi il pareggio contro i Blancos del suo eroe Zidane. L’annata segnata a fuoco dalla pandemia vide enormi passi avanti di Thuram, che entrò a far parte della nazionale francese.

Dal primo gol contro il Kazakistan al percorso deludente ad Euro 2020, il figlio d’arte riuscì comunque a farsi notare come uno dei talenti più promettenti a disposizione di Deschamps. Furono le sue reti a consentire ai Bleus di approdare alla finalissima del mondiale in Qatar, terminato con la doccia gelata della finale persa contro l’Argentina di Messi nonostante il suo assist a Mbappé per il momentaneo 2-2. Thuram da allora è sempre rimasto nella rosa del tecnico transalpino. Alla fine, il 29 giugno 2023, arrivò la chiamata della Beneamata, fortemente voluta da Marcus, che rifiutò il rinnovo del contratto col Borussia per continuare la sua crescita nel campionato italiano. Dal suo primo gol contro il Monza, l’11 agosto 2023, Thuram si è subito adattato agli schemi di Simone Inzaghi, che ha fatto sempre più affidamento sul francese, arrivando all’apoteosi dello scudetto della seconda stella. L’importanza di Marcus nell’Inter è dimostrata dal fatto che, quando non è in campo, la media di gol segnati e di punti precipiti vertiginosamente.
Dal Fenomeno a LeBron James
Dopo i successi con la maglia dell’Inter, Marcus ha ora l’opportunità di entrare nella storia dei nerazzurri conquistando la quarta Champions League. Ne ha fatta tanta di strada da quando, ai tempi delle giovanili, lo chiamavano Tikus, ovvero “piccolo Marcus” o da quando la madre lo convinse ad abbandonare la sua copertina preferita promettendogli che l’avrebbe data al suo idolo da bambino, Ronaldo Luis Nazario da Lima, meglio conosciuto come il Fenomeno. La sua esultanza particolare, le braccia incrociate sul petto coi pugni chiusi, come il suo supereroe preferito Black Panther ma anche la passione per Adriano, le cui fiammate incontenibili con la maglia dell’Inter lo avevano fatto impazzire quando viveva ancora a Torino.

In passato ebbe a dire che i suoi idoli erano il padre, la madre, suo fratello Khéphren, ora alla Juventus e sua nonna ma questo non gli impedisce di seguire ogni partita delle squadre dove gioca LeBron James. Prima di arrivare all’Inter, confessò la passione per DragonBall e per Vegeta in particolare e come consideri la rete l’11 novembre 2022 nella sfida di Bundesliga contro il Dortmund come il gol più bello.
Fu una fuga palla al piede con dribbling a centrocampo, una corsa a perdifiato e il portiere messo a sedere, con il pallone depositato di sinistro in porta. La speranza dei tifosi della Beneamata è che sabato sera, all’Allianz Arena, possa segnare il gol più importante della sua carriera, quello che consegnerebbe all’Inter la coppa dalle grandi orecchie.