«Vincere il derby è stato meraviglioso ma ora basta!». Max Allegri è un fine conoscitore degli umori e dei rischi che si corrono in circostanze come quelle vissute dal Milan, uscito ubriaco di felicità dalla notte del derby, e comincia a cogliere il pericolo Lazio in arrivo domani sera a San Siro.
«È una squadra ben allenata e organizzata, ha vinto tanti trofei negli ultimi 10 anni, non ha fatto mercato e ti concede poco» la descrizione sembra ricavata da una di quelle sedute con lo staff tecnico piene di dati e di studi raccolti sulle caratteristiche del rivale che si presenta a Milano con un tabù da sfatare. E riguarda proprio Maurizio Sarri: durante i suoi sette precedenti viaggi a Milano, contro Inter e Milan, ha sempre perso. È a caccia dei primi punti reduce da una striscia promettente: nelle ultime 8 partite ha perso solo con l'Inter.
«La Lazio sta tornando» insiste ancora Allegri che ha i suoi guai da confidare, al pari del collega laziale rimasto senza Rovella e Cataldi a centrocampo. Ai rossoneri mancherà Pulisic («faccio fatica a capirlo, è un cruciverba» la battuta sull'americano), l'eversore del derby mentre è recuperato Saelemakers e di Gimenez non ci sono news se non il ritorno col gruppo dalla prossima settimana. L'unica licenza sul derby è una risposta didascalica all'accusa interista di Milan fortunato: «Sento parlare di portieri invertiti, ma come si fa se uno è tesserato col Milan e l'altro con l'Inter?».
Allora per evitare il ripetersi di altre cadute di tensione e attenzione (ogni riferimento ai pareggi con Pisa e Parma e alla sconfitta con la Cremonese è voluto), è meglio rivolgersi ai numeri che sono sempre stati la forza di Max e del suo calcio semplice. «Dobbiamo alzare l'asticella perché ai 25 punti attuali dobbiamo aggiungerne 51 se vogliamo entrare nella prossima Champions che è il nostro obiettivo principale» insiste sottolineando quali sono i segnali positivi («Leao che si danna l'anima»; «Saelemaekers che ha giocato la più bella partita quest'anno») da cui ripartire ricordando che «non dev'essere una vergogna difendere, anzi i miei devono trovare il gusto a difendere».
Anche in materia di mercato e rinnovi contrattuali (Maignan), il tecnico lancia la palla nel campo di Furlani e Tare: «Ci pensa la società. Io parlo con Maignan è vero ma parlo di robe di campo, lo vedo sereno». E allora smaltita l'adrenalina del derby, c'è da recuperare la voglia di piegare la Lazio che non è un cliente facile con Basic essenziale, Vecino equilibratore di centrocampo e Isaksen recuperato alla migliore condizione.
Con 7 squadre in 7 punti basta uno scivolone per uscire dalla zona Champions e un successo per fare un balzo in avanti. Di qui probabilmente la scelta di sostituire l'assente Pulisic con Loftus Cheek lasciando Nkunku per l'eventuale cambio in panchina.