
Visto che Bergamo è sempre tutta un cantiere, si può dire che l'Atalanta esce dalle fondamenta anche in Europa. Il Bruges è battuto quasi all'ultimo respiro (per la Dea rivincita del ko ai playoff di 7 mesi fa), e per Ivan Juric è un passo avanti nella sua missione credibilità, in uno stadio che per ora con lui resta guardingo. Il gol di Pasalic, arrivato a 2 minuti dalla fine, lo potrà aiutare a scrollarsi di dosso il passato incombente.
Finalmente guarda chi c'è: il tecnico della Dea decide di rilanciare Lookman dall'inizio, arrivato quasi di soppiatto per il riscaldamento. Qualche timido applauso, nessun fischio udibile, un po' di indifferenza, ma è chiaro quanto sia mancato all'Atalanta, sicuramente di più di quanto l'Atalanta sia mancata a lui. Il futuro dirà quanto il binomio andrà avanti, nel frattempo però il nigeriano si mette a disposizione. Il Bruges non è affatto facile: è un po' la squadra belga nerazzurra in salsa bergamasca, nel senso che anche da lì escono calciatori con un bel domani, uno su tutti Charles De Ketalaere (nato proprio a Brugge) che però si guarda la partita da spettatore a causa di un infortunio. In campo, invece, gli ospiti presentano due italiani Nicolò Tresoldi (nato a Cagliari ma emigrato nell'Under 23 della Germania in attesa, dice lui, di una telefonata di Gattuso) e Alexandar Stankovic, milanese e terzo pupillo di papà Dejan.
Nel centrocampo di Juric si rivede invece Ederson, ed è proprio lui - finché dura il fiato - a dare il ritmo all'assalto iniziale dei suoi: in 15 minuti di giropalla esce però solo un bel tiro di Bernasconi, ormai la carta jolly del suo allenatore. C'è un po' di disordine in campo: non per il Bruges che si difende bene mentre Lookman fa agitare le treccine. La sua partita durerà un'ora, quando Juric ha già perso Bellanova e Kossounou per guai muscolari (flessore sinistro per uno e destro per l'altro), ma soprattutto con i belgi in vantaggio: un nervosissimo De Roon perde palla, Forbs la appoggia a Tzolis che spazzola l'angolino dal limite.
Insomma, il secondo tempo è per forza di assalto, e si rivede la Dea: il pubblico di crede, ed anche se il continuo scodellamento di palloni in mezzo all'area trova spesso sospiri, alla fine è il Bruges a dare una mano.
Ovvero: retropassaggio sconsiderato che smarca Sulemana, Jacker interviene bene su di lui ma male su Pasalic e il rigore di Samardzic è il giusto premio per lo sforzo. Il brivido successivo (Vermant sbaglia a porta vuota) non spegne l'Atalanta, e sarà appunto Pasalic di testa a mettere il primo mattoncino in Champions. E a togliere qualche fantasma dalla casa in costruzione di Juric.