Qatar 2022

Punti di forza (e debolezze) del Marocco: quello che c'è da sapere sui Leoni dell'Atlante

Con un solo gol subito il Marocco ha la migliore difesa dei Mondiali. L'organizzazione difensiva è il vero punto di forza della squadra di Regragui

Punti di forza (e debolezze) del Marocco: tutto quello che c'è da sapere sui Leoni dell'Atlante
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Il Marocco è già nella storia dei Mondiali. Con la qualificazione alle semifinali di Qatar 2022, i Leoni dell'Atlante sono la prima nazionale africana ad aver tagliato questo traguardo.

Un cammino sorprendente, iniziato in crescendo con lo 0-0 con la Croazia all'esordio e il 2-1 al Canada. La svolta arriva con la vittoria sul Belgio, che regala il primato nel Gruppo F. È da quel momento che la banda di Regragui prima trova lo slancio per spiccare il volo poi con la vittoria ai rigori contro la Spagna e l'1-0 sul Portogallo ai quarti, si prende prende la ribalta mondiale. Adesso viene il bello ma anche il più difficile - la semifinale con la Francia, campione in carica - secondo gli osservatori la squadra più forte e completa del Mondiale. Alla vigilia della partita più importante della sua storia, quali sono i punti di forza e quali le debolezze del Marocco? Proviamo a scoprirli.

I punti di forza

Secondo Arrigo Sacchi il Marocco ha le tre qualità fondamentali per costruire un gruppo vincente: grande motivazione, grande spirito collettivo, buona organizzazione di gioco. Un miracolo costruito attraverso una delle regole più antiche del calcio: non prendere gol. La difesa marocchina è a oggi la meno battuta dei Mondiali, avendo subito una sola rete, l'autogol di Aguerd contro il Canada.

Evidente come la difesa sia il reparto chiave del capolavoro di Regragui. Bono è stato magnifico contro i rigoristi spagnoli agli ottavi di finale e si è poi superato contro il Portogallo. La difesa a 4 presta i due terzini alla fase di spinta, anche perché Hakimi e Mazraoui sono esterni bassi solo sulla carta. Il capitano Saiss e Aguerd si stanno rivelando la coppia centrale più arcigna del torneo.

L'identità della squadra è forte e in ogni reparto c'è un uomo chiave capace di alzare il livello tecnico. Oltre lo straordinario Bono tra i pali, sugli esterni agisce forse il migliore terzino destro del mondo: Achraf Hakimi. In mediana si sta esprimendo a livelli altissimi Amrabat. Uomo ovunque, recupera palloni formidabile, agisce quasi da libero, dietro le instancabili mezzali Amallah e Ounahi. Davanti l'estroso Hakim Ziyech e il funambolico Boufal determinano le sorti della squadra. I loro guizzi si incastrano bene con la fisicità di En-Nesyri, cresciuto notevolmente nelle ultime partite.

Un altro elemento a favore potrebbe essere il fattore ambientale, il Marocco non gioca in casa, ma quasi. Sì perché al seguito della squadra in Qatar ci sono tantissimi tifosi marocchini e contro la Spagna e il Portogallo il calore del pubblico si è fatto sentire. Un tifo passionale, che si riversa anche nelle strade e nelle piazze delle città italiane e europee ad ogni vittoria della squadra. Adesso i Leoni dell'Atlante rappresentano un intero continente, di sicuro una spinta in più per la squadra.

I punti deboli

Trovare difetti nel Marocco sarebbe davvero difficile, visto il cammino in quest'avventura mondiale. Non aver perso né subito gol contro avversari del calibro Croazia, Belgio, Spagna e Portogallo fotografa l'efficacia dell'impianto di gioco costruito da Regragui. Gli undici in campo sanno sempre quello che devono fare in ogni fase della partita.

Tutti hanno reso ben oltre le aspettative e se almeno all'inizio si poteva rilevare la mancanza di un grande finalizzatore, la rete di En-Nesyri, praticamente all'unica occasione avuta, ribalta totalmente questa valutazione. L'insidia più grande però potrebbe arrivare dagli infortuni. Oltre ai già assenti Mazraoui e Aguerd, dopo l'impresa col Portogallo sono da valutare le condizioni del capitano Romain Saiss (uscito in barella per infortunio) mentre Zyech, che pure ha accusato qualche problema fisico, sarà certamente della partita. Pertanto si proveranno a recuperare fino alla fine tutti i titolarissimi. Perdere effettivi, soprattutto in difesa sarebbe davvero pericoloso, contro un attacco atomico, come quello francese.

Oltre ogni cosa a preoccupare Walid Regragui sarà più di ogni altra cosa il valore della Francia. I transalpini, qualora ce ne fosse ancora bisogno, hanno dimostrato di essere una squadra cinica, che sa soffrire quando deve farlo e sa piazzare la giocata vincente in qualsiasi momento della partita. Con l'immarcabile Mbappé e con l'intramontabile Giroud, i Bleus almeno sulla carta sembra uno spauracchio troppo grande, anche per questo Marocco. Il ct ha paragonato la sua squadra a Rocky Balboa. Un'analogia calzante, perché per battere anche la Francia, servirà gettare il cuore oltre l'ostacolo, ancora più delle altre volte.

Ma qualora non dovesse bastare, di sicuro la favola dei Leoni dell'Atlante resterà per sempre nella storia dei Mondiali.

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