Calcio

"Ma quale sessismo...". Sacchi e l'assistente smontano la polemica sulla stretta di mano

L'arbitro Sacchi e la guardalinee Di Monte smontano il caso: non si è trattato di un gesto di sessismo. Intanto l'Aia ha fermato per un turno il fischietto di Macerata

"Ma quale sessismo...". Le verità dell'arbitro Sacchi (e dell'assistente) sulla stretta di mano

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"Ma quale sessismo...". Le verità dell'arbitro Sacchi (e dell'assistente) sulla stretta di mano

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Sessismo o gesto involontario? La mancata stretta di mano dell'arbitro Juan Luca Sacchi alla guardalinee Francesca Di Monte prima dell’ingresso in campo di Lecce-Sassuolo, ha fatto molto clamore. La scena, ripresa dalle telecamere e resa virale dalla pubblicazione sui social, ha spinto i vertici arbitrali a fermare il fischietto per un turno. Intanto l’Aia ha fornito la propria motivazione dopo aver fermato Sacchi per un turno. "È assolutamente da escludere un gesto sessista - sottolinea l’Aia - e ovviamente anche uno sgarbo personale. Il problema per noi non esiste, è stato solo un gesto involontario e male interpretato. Stupisce piuttosto che si parli di sessismo all’interno di un’associazione che ha fatto dell’abbattimento di ogni barriera di genere uno dei suoi principali traguardi raggiunti".

La versione dei protagonisti

I protagonisti della vicenda non si aspettavano che da un gesto involontario potesse alzarsi un vero e proprio polverone. Ebbene la versione di entrambi smonta totalmente il caso.

"Mi dispiace che sia stato definito un caso un semplice gesto di fraintendimento: ho letto parole grosse verso un collega che non ha avuto nessuna mancanza di rispetto e verso un gesto istintivo che invece è stato definito sessista", sono state le parole di Francesca Di Monte all'Ansa.

Nonostante la sorpresa mostrata sul suo volto, la guardalinee ribadisce che non si è trattato di un gesto di sessismo. "Nel pre gara, ancora nel tunnel, l'arbitro saluta i capitani mentre noi abbiamo un nostro momento di saluto in campo prima del fischio d'inizio - spiega Di Monte -. Il mio volto appare stupito e imbarazzato semplicemente perché sono stata colta di sorpresa e mi dispiace che venga strumentalizzato un breve video per toccare temi molto pesanti che invece richiedono una forma di rispetto e delicatezza diverse. Il tema della mancanza di rispetto e della violenza verso una donna mi sta molto a cuore ma non è questa la situazione".

Sorpresa e incredulità invece per l'arbitro Sacchi, che assicura di non aver visto la collega, impegnato nel saluto dei due capitani. "È incredibile come sia nato un caso da questo episodio - afferma il fischietto-. Né io e né lei ci saremmo immaginati queste reazioni. Ovviamente, non ho visto che Francesca mi stava dando la mano. Avevo appena salutato il capitano del Sassuolo e mi sono girato per fare altrettanto con quello del Lecce. Con gli assistenti e il quarto uomo ci eravamo già salutati e poi ci siamo stretti la mano dopo il sorteggio, come certificano le immagini".

"Negare il saluto a un collega, che sia uomo o donna, è un gesto che assolutamente non mi appartiene - prosegue l'arbitro di Macerata - e sono molto dispiaciuto che si insinui il contrario. Sappiamo benissimo che sono tantissime le persone che ci guardano e che siamo sempre sotto esame, ma insinuare che in un contesto del genere mi sarei permesso di fare un gesto così odioso come negare il saluto a una collega, mi offende e lede la mia reputazione di uomo e di arbitro". La ricostruzione è di sicuro verosimile ma non ha impedito lo stop di un turno per il direttore di gara da parte dell'Aia.

Questo è forse l'aspetto più controverso della vicenda.

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