Quando il Napoli andò a prendersi Ruud Krol all'aeroporto di Vancouver

L'asso oranje venne ingaggiato nel 1980 da Antonio Juliano e diventò in fretta un'acclamatissima colonna del club napoletano

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Circa 44 anni fa, esterno giorno, aeroporto di Vancouver. Un posto battuto da un vento soffice, dove non riesce davvero mai a far caldo. Gli olandesi, comunque, non patiscono. Zero problemi di adattamento. Sono viaggiatori per eccellenza. Però, quel giorno lì, Ruud Krol non se l'aspetta di essere trasportato in una realtà alquanto differente, rovente e caotica, passionale e totalizzante.

Le cose stanno così: dopo 12 anni da bandiera dell'Ajax, con tre coppe dei campioni e un mucchio di altri titoli premuti nella sua bacheca personale, con quel terzo posto nella classifica del pallone d'oro 1979, la pancia comincia a dichiararsi satura. Serve un'esperienza totalmente diversa e Krol la seleziona oltre oceano, ai Vancouver Whitecaps, con cui gioca il Campionato NASL. Sedici gare in tutto. Un prodigioso concentrato di classe che fluttua dentro un contesto calcistico imbarazzante.

Il cuore di Antonio Juliano, neo dirigente del Napoli, si raggrumisce a vederlo lì. Starebbe meglio alle pendici del Vesuvio, pensa. Sarebbe il caso di imbarcarsi sul primo aereo e andarlo a prelevare, conclude. Così eccoli, uno di fronte all'altro, il sorriso di Juliano che si apre non appena lo vede, la faccia stranita di Ruud. "Guarda che io non me ne vado da qui senza te sull'aereo", gli dice il manager.

Krol è preso in contropiede, ma da grande campione sa che non può rimanere oltre a galleggiare in un campionato che non rende giustizia alle sue doti. All'inizio cincischia una risposta interlocutoria, ma Juliano non ne vuol sapere: "Sarai il mio primo acquisto". Certo, c'è da trovare l'accordo con il Vancouver, ma la situazione si sblocca. Subito 110 milioni per un prestito di 7 mesi. Che poi diventeranno 1 miliardo di lire per comprarselo definitivamente.

Krol e Falcao
Krol e Falcao

Krol sale sull'aereo, ma a cinque minuti dalla partenza - come racconterà in seguito - Juliano non è ancora arrivato. L'olandese pensa che stia per saltare tutto, quando d'improvviso il manager appare: "è tutto fatto, andiamo". Inizia così la fantastica avventura azzurra di Ruud, da subito acclamato dal pubblico e immediatamente in grado di diventare un pilastro della squadra, con quella sua direzione illuminata dalla difesa, le sue letture, il suo tempismo. Il calcio totale olandese è a Napoli e si vede: Krol porta in Italia la visione acquisita all'Ajax e con la nazionale. D'accordo i tatticismi nostrani, ma serve un passo in avanti. Dalla sua zolla di campo conduce e ispira.

Il pubblico chiama il suo nome scandendolo in un un lungo e terrificante Ruuuud, urlo liberatorio cacciato da 80mila persone tutte insieme.

Lui li ripaga per quattro stagioni con prestazioni sontuose, che puliscono l'otturatore delle emozioni e creano un legame simbiotico con un popolo, con una città. Un infortunio al menisco gli impedirà di giocare assieme a Maradona, ma il suo lascito umano e calcistico inumidisce ancora oggi le pupille dei napoletani.

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