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La "strizzata" di Thuram che sarebbe potuta costare cara all’Inter

Prima dei fatali calci di rigore nell'intervallo tra i supplementari il gesto dell'attaccante francese è passato quasi inosservato. Ma secondo il regolamento sarebbe dovuto essere punito con il rosso

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Nonostante la grande delusione per l’uscita dell’Inter dalla Champions, fa sensazione che gran parte degli osservatori si stiano concentrando su un episodio passato in buona parte inosservato al Wanda Metropolitano. Durante la pausa tra i due tempi supplementari, con il destino della stagione nerazzurra in gioco, Marcus Thuram ha commesso una leggerezza che sarebbe potuta costare carissimo all’undici di Simone Inzaghi. La cosa della quale molti telespettatori non si sono resi conto, infatti, è che il contatto discutibile tra l’attaccante francese ed il difensore dell’Atlético Savic sarebbe dovuto esser sanzionato dall’arbitro con un rosso diretto. Un errore grave che sicuramente rinfocolerà le polemiche sulla classe arbitrale europea.

Una stupidaggine clamorosa

Con l’attenzione degli spettatori a casa e allo stadio concentrata sugli ultimi 15 minuti di gioco nei quali le due squadre avrebbero usato le ultime energie disponibili per segnare il gol decisivo, molti sono rimasti sorpresi quando hanno visto un giocatore dell’Atlético Madrid cadere a terra come se fosse stato colpito da un pugno. I telecronisti di mezzo mondo pensavano che si trattasse di una delle tante sceneggiate che si vedono sui campi di calcio. Quando il regista del feed internazionale ha mostrato quanto ripreso da un’altra telecamera, le cose si sono subito chiarite. Dopo essersi “beccati” per tutta la partita, Marcus Thuram aveva deciso di rispondere alle provocazioni di Savic in maniera sconsiderata, strizzando le parti intime del difensore montenegrino. Quando il calciatore si è accasciato a terra, chiaramente dolorante, l’arbitro ha ben pensato di lasciar correre.

La reazione esagerata dell’attaccante francese non ha lasciato strascichi nel resto della partita, visto che Thuram si è poi scusato con l’avversario ed i due si sono fatti pure due risate. L’esperto fischietto polacco Marciniak, che ha sulle spalle varie finali importanti, dalla Champions al Mondiale, o non si è accorto di cosa sia successo o l’ha fatto ed ha considerato di non rovinare gli ultimi 15 minuti di gioco con una decisione controversa. Tutto è bene quel che finisce bene? Non secondo gli esperti del regolamento in vigore. La scelta dell’arbitro, infatti, sarebbe un errore grave, visto che il comportamento dell’attaccante transalpino sembra corrispondere a quella che viene definita “condotta antisportiva”, punibile obbligatoriamente con l’espulsione del giocatore colpevole.

La regola è chiara: rosso diretto

Se è comprensibile che l’arbitro, dopo 105 minuti molto intensi, si sia rilassato durante il breve intervallo, il Var Kwiatkowski non ha alcuna scusante: le telecamere hanno chiaramente inquadrato quanto è successo in campo, avrebbe dovuto immediatamente segnalare questo grave fallo a Marciniak. Il regolamento non lascia molto spazio alle interpretazioni, visto che la descrizione della condotta violenta sembra corrispondere in pieno a quanto fatto da Thuram: Un calciatore si rende colpevole di condotta violenta quando usa o tenta di usare vigoria sproporzionata o brutalità contro un avversario in mancanza di contesa per il pallone”.

Visto che non si stava giocando, la situazione descritta dalla regola 12 sembra esattamente quanto visto in campo. Volendo ci sarebbe una scappatoia, visto che il secondo comma della regola specifica che un calciatore che, in mancanza di contesa per il pallone, colpisce deliberatamente con le mani o le braccia un avversario o qualsiasi altra persona sulla testa o sul volto è colpevole di condotta violenta, a meno che la forza usata sia irrilevante.

Savic Lautaro Martinez Atletico Madrid Inter

Sicuramente Savic avrà esagerato un attimo nella reazione ma una botta nelle parti basse raramente è piacevole e sicuramente non si è trattato di un buffetto amichevole. Eliminata la possibilità di un contatto irrilevante, il protocollo lascia poco spazio di manovra al Var: quando si tratta di un fallo da rosso diretto, la sala operativa avrebbe dovuto richiamare Marciniak al monitor per rivedere l’episodio. Applicando alla lettera la regola 12, la punizione sarebbe dovuta essere il cartellino rosso ed una giornata di squalifica in Champions League.

La cosa incomprensibile è che il fischietto polacco abbia deciso di ignorare del tutto il fallo, senza venir richiamato dal Var. Con ancora 15 minuti da giocare ed il punteggio bloccato sul 2-1, un’espulsione avrebbe potuto essere determinante.

Alla fine i rigori hanno comunque consegnato il passaggio ai quarti all’undici del Cholo Simeone ma, comunque, si tratta di un errore inaccettabile in Champions League.

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