
Detto che il Torino dell'altra sera avrebbe probabilmente fatto fare bella figura a chiunque, Chivu può essere più che soddisfatto dell'esordio a San Siro. Ha stravinto, ritrovato la ThuLa, visto applicati sul campo alcuni suoi semplici principi di calcio, bagnato col gol anche il debutto di Bonny. Già tanta roba così, eppure c'è dell'altro, forse la cosa più importante: la conferma che Petar Sucic, anni 22 fra 2 mesi, è già pronto per l'Inter. Giovane è bello, sempre. Ma giovane non basta. Asllani, per fare l'esempio più semplice, ha appena un anno e mezzo in più di Sucic, ma partite così non ne ha giocata una in 3 stagioni.
Benedetta per Chivu la squalifica di Calhanoglu, che sicuramente è stato l'acceleratore di un processo sì inevitabile (i più bravi alla fine giocano sempre), ma che avrebbe avuto tempi differenti. Fuori il turco, dentro Sucic. E l'Inter ha scoperto il suo tesoro. Peraltro costato molto poco (lo scorso gennaio), con i prezzi che girano: 16 milioni, bonus compresi. Un affarone, pensando solo a Zalewski, appena venduto a 17. Gli accostamenti volano subito in alto, compreso quello a Modric. Il più facile e il più ardito. Il tempo dirà. Di certo a 22 anni c'è un progetto, a 40 anche tanta nostalgia.
Primi palloni giocati in modo semplice, com'è giusto che faccia un ragazzo al debutto in uno stadio che è storia, poi qualche recupero e colpi via via più impegnativi e importanti. Alla fine, 52 passaggi riusciti su 57 tentati. E tanta corsa. A Zagabria faceva 12 km a partita, contro il Torino si è fermato a 11, ma evidentemente di più non servivano.
Una mezzala vera, ideale per il sistema di Chivu, come lo sarebbe stato per quello di Inzaghi, che credeva di allenarlo. Del resto parliamo di un ragazzo che ormai è diventato titolare di una nazionale, quella croata, che a differenza dell'Italia è presenza fissa e importante ai campionati del mondo. Sucic peraltro, è nato in Bosnia e cresciuto calcisticamente nel Mostar (campionato bosniaco), indossando anche la maglia di tutte le nazionali giovanili di Sarajevo. Nella primavera del 2024, già tesserato per la Dinamo Zagabria, sfruttando la doppia nazionalità, ha scelto di giocare con la Croazia, spinto dalla maggiore competitività della squadra. Insomma, uno con le idee chiare e il motore dell'ambizione.
Chi lo conosce bene, come Boban che della Dinamo Zagabria sarà presto presidente ma che non era nel club quando a gennaio Sucic è stato ceduto all'Inter, è convinto che possa fare a sinistra le stesse cose che ha fatto a destra e quindi per la prima volta l'Inter ha un'alternativa importante a Mkhitaryan, quella che in 2 stagioni non è stata Frattesi, che quando giocava
(a destra) costringeva Barella a sinistra, con conseguente depotenziamento dell'azzurro. Ora Chivu ha un'opzione vera, buona per tutte le posizioni del centrocampo. L'impressione è che sarà molto semplice sfruttarla bene.