La testa del "Numero 1"

Un’altra pazza estate per Donnarumma passato dal Psg al City. Dall’amicizia con Sinner al collega aggredito da un genitore

La testa del "Numero 1"

Un numero uno, dalla bravura tra i pali al modo di reagire alle difficoltà, persino nel convincere il presidente Figc Gravina a firmare a Firenze il contratto con i Citizens così come avvenne nel 2021 con il Psg («perchè magari porta fortuna...»). E poi nelle amicizie con Sinner e Spalletti, il ct «silurato » a giugno. La nuova pazza estate di Gigio Donnarumma si conclude nel suo ritiro preferito, quello azzurro. E il nuovo corso partirà da Bergamo, dove vestì per l’ultima volta la maglia del Milan. La serenità raggiunta dopo l’accordo con il City dovrà essere lo stimolo per guidare da capitano la nazionale nell’ennesima rincorsa al Mondiale. E non lo sfiora il pensiero di rischiare di essere il primo a saltarne tre di fila.

Quattro anni fa il trionfo agli Europei con la Nazionale, l’accordo milionario con il Psg e l’addio, sofferto, al Milan. Nel 2025, alzata la Champions dopo una stagione super e persa la finale del Mondiale per club, ha ricevuto il benservito da Luis Enrique ma ricevendo la chiamata del City di Guardiola.

«Ho vissuto con più maturità quest’estate rispetto a quella del divorzio con il Milan - ha sottolineato Donnarumma - . Ora vado nella squadra più forte del mondo, sono lusingato, vuol dire che ho lavorato bene in una stagione che è stata sicuramente la migliore della mia carriera per i trofei vinti». Una risposta al tecnico basco che lo ha scaricato perchè - a suo dire - meno capace di giocare la palla con i piedi (sorprende, in tal senso, che nel primo allenamento con l’Italia, si sia concesso un lancio lungo e preciso di trenta metri a pescare Cambiaso, ndr ): «Con Luis Enrique ho sempre avuto un ottimo rapporto e ho apprezzato il fatto che sia stato diretto con me: alla fine del precampionato, mi ha detto quello che aveva deciso. È giusto che un allenatore faccia la sua scelta. Se sono scarso con i piedi? No, per quello che ho fatto da 16 anni ad oggi. Avere il supporto di tutti, soprattutto dei miei compagni di squadra, mi ha fatto veramente capire cosa io abbia dato al Psg».

Dalla Tour Eiffel a Coverciano, la sua comfort zone. «Non vedevo l’ora di essere qui, mi sono comunque allenato con il preparatore dei portieri del Psg. Voglio vincere altri trofei, ma il primo obiettivo ora è la nazionale». Gigio in azzurro riabbraccia Gattuso, suo allenatore al Milan per due anni. Il ct lo avrebbe convocato anche se fosse stato ancora senza squadra: è il capitano e il migliore del gruppo. «So che persona è e quanto può dare. Sta dando tutto e noi daremo tutto per riportare l’Italia in alto. Pensiamo passo dopo passo, con umiltà, facendo gruppo e ritornando a divertirci».

Tant’Italia, ora anche lui, è emigrata in Premier League, quasi un attestato di laurea. «Ogni giocatore fa la sua scelta. Ma la nostra serie A non ha perso di competitività, resta un campionato combattuto. E dire che in Italia manca il talento è una sciocchezza». Ed eccoci alle amicizie: «Spalletti? Lo sento spesso. Qualcosa non è andato, ma in campo andavamo noi e dovevamo fare qualcosa in più. La decisione di esonerarlo è stata dei dirigenti, ma sono contento di aver instaurato un rapporto con lui. Contro la Norvegia non abbiamo avuto la forza di rialzarci dopo aver preso un gol a freddo, bisogna ritrovare quella forza italiana di farlo. Sinner? Parliamo di tutto tranne che di calcio e tennis. Con lui ho un rapporto speciale. È un ragazzo come me, semplice, che ama la famiglia e la privacy».

La chiusura su Israele e Thomas ( il portiere ferito da un genitore entrato in campo, ndr ): «Da neo padre fa

male vedere certe immagini, noi cerchiamo solo di giocare a calcio, è una situazione più grande di noi. Un grande abbraccio da parte di tutti a Thomas, lo aspettiamo a Coverciano». Accadrà il 6 ottobre, parola di numero uno.

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