Tudor, il nuovo inizio e l'ambizione Juve di ritornare grande

L'obiettivo del tecnico: essere più forti dei pronostici. Riavere Bremer il vero acquisto

Tudor, il nuovo inizio e l'ambizione Juve di ritornare grande
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Per il momento, è più o meno la Juventus dello scorso anno. Però la restaurazione di Igor Tudor, iniziata sul finire dello scorso campionato, ha trasmesso a tutti le vibrazioni giuste: tanta juventinità, messaggi arrivati forti e chiari, nessun volo pindarico e massima attenzione al risultato. Che è poi quello che interessa alla gente. Così, anche ieri alla vigilia del match contro il Parma, il tecnico croato non ha usato giri di parole: «Da cinque anni la Juventus non arriva prima o seconda e questa non è una bella cosa per il club. So che vorreste sentirmi dire che puntiamo al primo posto, ma io posso dirvi che arriveremo primi terzi o ottavi: cambia poco. Chi se ne frega se uno dice che una squadra è favorita: è tutto fumo, contano solo i risultati. Anche io scommetto con gli amici su chi vince, ma alla fine restano solo parole. Di sicuro un club come questo non parte mai per qualificarsi in Champions: strada facendo vedremo quel che succederà».

Nel frattempo, serve cominciare con il piede giusto tenendo ben presente quanti mezzi passi falsi la squadra aveva commesso lo scorso campionato tra le mura amiche, compromettendo così ben presto la rincorsa ai primissimi posti della classifica e inseguendo fino all'ultimo un piazzamento Champions. «Finalmente si gioca con qualcosa in palio e noi vogliamo iniziare nel migliore dei modi. Se ci danno quarti, o quinti o sesti, lo prenderemo come stimolo». La squadra gli piace così com'è, ben sapendo che altro succederà: Kolo Muani resta l'obiettivo numero uno per l'attacco, Vlahovic lo si vorrebbe vedere altrove ma non è detto che poi non resti fino a gennaio, mentre in mezzo al campo (dove Locatelli è stato confermato capitano e rigorista) i nomi più caldi sono sempre quelli del danese O'Riley e di Hjulmand, pur senza escludere sorprese.

Nel frattempo paiono però poter restare a Torino sia McKennie che Miretti, col risultato che insomma va bene l'abbondanza ma fino a un certo punto. Detto allora che Tudor per primo detesta che la stagione abbia inizio con il mercato ancora aperto, non resta che concentrarsi su quanto accadrà sul terreno di gioco: dove la Juve proporrà dal primo minuto due soli volti nuovi rispetto all'anno scorso, ovvero David in attacco («è sveglio e mi piace perché, quando gli dici una cosa, lui la fa subito») e Joao Mario («bene in fase offensiva, su altro c'è da lavorare»).

A ben vedere, però, la terza novità rischia di essere la più importante: Bremer ha infatti già fatto capire che con lui in mezzo alla difesa la musica cambierà non poco per gli attaccanti avversari. La qual cosa, come minimo, aiuterà la Juve a sentirsi più sicura in certi finali arroventati.

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