Calcio

Tudor tra presente e futuro non svela la sua Lazio

Il nuovo tecnico biancoceleste: "Vedrò strada facendo come schierarla, la priorità è far bene in questi due mesi". Lotito: "Scelta ponderata e non figlia dell'emergenza"

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Roma - Due fronti aperti. Presente e futuro. Il nuovo tecnico della Lazio Igor Tudor, che sabato 30 esordirà proprio contro la Juventus (che lo portò in Italia giovanissimo da calciatore e per la quale ha lavorato, non lasciandosi benissimo, ai tempi della guida tecnica di Pirlo), non può sbagliare nulla. «La scelta dell'allenatore è stata ponderata e non figlia dell`emergenza dopo un evento imprevisto - ha spiegato il presidente Lotito -. Ho ritenuto che fosse quella giusta per guidare la nostra squadra».

Tudor però si è preso il tempo per capire la squadra e per giudicarla. «Vedremo strada facendo come schierare la Lazio - ha spiegato il croato -. Dobbiamo valutare, rapidamente, tutti i giocatori, poi in estate aggiusteremo qualcosa. Ma ora la priorità è fare bene in questi due mesi, sia in campionato, sia in Coppa Italia». Sui singoli non si è quindi soffermato molto: «Ciro qui ha fatto la storia e lo amano tutti. Ma qualsiasi cosa fa è subito notizia. Si tratta di un giocatore di cuore, ci ho già parlato e lo vedo desideroso di dare un contributo. A me piace vincere, non far divertire. Un allenatore si adatta ai giocatori, anche perché puoi fare le stesse cose, ma il risultato non è mai uguale. Giocare con 2 punte? È possibile».

Il fatto che la Lazio sia la squadra più vecchia che abbia mai allenato non lo preoccupa: «Più che l`età contano le caratteristiche. Ma è vero che con i giovani, con più gamba, è più facile lavorare». Il tecnico ha poi sminuito i suoi precedenti con Guendouzi a Marsiglia: «È un giocatore di cuore, con lui ho un ottimo rapporto. Vorrebbe giocare sempre ma non è possibile e lo deve capire. A volte ci sono incomprensioni, ma è normale». Infine su Luis Alberto: «Può giocare ovunque, dietro la punta, ma anche davanti alla difesa. Non mi piace essere definito un sergente di ferro.

Da quando sono qui, fra l'altro, non ho mai alzato la voce».

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