Yamal è il calciatore più odiato della Liga. Il razzismo torna a preoccupare la Spagna

Secondo il rapporto di un centro studi, il talento del Barça ha raccolto ben il 60% degli insulti da parte degli utenti della rete, davanti al brasiliano del Real Vinicius. Il problema razzismo non vuole scomparire

Yamal è il calciatore più odiato della Liga. Il razzismo torna a preoccupare la Spagna
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A quanto pare, neanche essere uno dei talenti più luminosi ad essere emersi negli ultimi 20 anni è abbastanza per mettersi al riparo da insulti e cori irripetibili. Il risultato del rapporto dell’Osservatorio iberico sulla xenofobia lascia pochi dubbi: il calcio spagnolo non ha ancora risolto il problema razzismo. Lamine Yamal è infatti in testa alla classifica dei giocatori più odiati della Liga, ricevendo addirittura il 60% dei messaggi ingiuriosi sui social. Nonostante le tante campagne di sensibilizzazione da parte della Liga e della stessa Uefa, a dominare la classifica sono calciatori di colore come Yamal e Vinicius.

Un problema duro a morire

Secondo quanto pubblicato dal quotidiano El Pais, l’indagine condotta con l’aiuto dell’intelligenza artificiale ha esaminato, oltre ai cori e agli striscioni presenti negli stati spagnoli, i milioni di interazioni degli utenti delle piattaforme social, giungendo a conclusioni considerate “preoccupanti” dalle autorità responsabili del sistema calcio iberico. Una delle curiosità notate nel rapporto è come il picco degli insulti si sia raggiunta lo scorso 22 settembre, quando Lamine Yamal era a Parigi e tra i candidati al prestigioso Pallone d’Oro. A parte gli sfottò quando il trofeo è andato a Dembélé, il tono degli insulti è stato all’insegna della trivialità e del razzismo più becero. Ogni post del giovanissimo avanti del Barça riceve il solito trattamento, cosa che peraltro succede anche al brasiliano del Real Madrid Vinicius Jr ma anche ai fratelli Williams dell’Athletic Bilbao. La sensazione di un problema che non vuole andarsene è stata confermata dallo studio del centro ricerche dedicato alla prevenzione del razzismo in ambito sportivo.

Rayo Vallecano Real Madrid Vinicius

Il rapporto ha confermato come nell’ultima stagione della Liga i messaggi a sfondo razzista sui social sarebbero stati 33.438, solo il 33% dei quali è stato cancellato dalle piattaforme interessate. A dominare la classifica con il 60% degli insulti è la stella del Barça, mentre il poco amato avanti carioca del Real è fermo al 29%. Molto più lontani giocatori come Mbappé, Balde o l’ex milanista Brahim Diaz ma questo, secondo lo scrittore Javier Goma, è frutto anche del clima politico arroventato attorno al tema dell’immigrazione in Spagna. A contendersi la poco invidiabile palma di squadra più detestata sono, ovviamente, Real Madrid e Barcellona, con i Blancos avanti 34 a 32 mentre sorprende il terzo posto del Real Valladolid con il 17% di insulti e messaggi di odio. Meno sorprendente è il fatto che gran parte degli insulti siano volati attorno al primo Clasico della stagione, particolarmente arroventato dalle dichiarazioni di Yamal nel pre-partita e dal comportamento in campo di Vinicius. Il fatto che il catalano giochi nella nazionale spagnola conta poco o niente: per molti tifosi delle Furie Rosse, resterà sempre un estraneo.

Il passato non muore mai

Nonostante negli ultimi anni le iniziative istituzionali per combattere questo fenomeno si siano moltiplicate, il passato non sembra morire mai. Molti ricordano come, nel 2008, Lewis Hamilton fosse stato accompagnato per tutto il Gran Premio di Spagna da cori irripetibili o come, due anni prima, Samuel Eto’o fu accolto da versi di scimmia quando si presentò in campo nella partita contro il Real Saragozza. Il campione camerunense fu convinto dall’arbitro a non lasciare il campo ed è poi stato protagonista della storica stagione del Triplete dell’Inter ma non ha mai dimenticato quell’episodio increscioso, parlandone anche anni dopo. Nel 2014, invece, Dani Alves si vide tirare contro una banana mentre stava per tirare un calcio d’angolo ma fu la sua reazione a fare il giro del mondo: la banana se la mangiò, alla faccia degli inviperiti “tifosi” del Villarreal.

Villarreal Barcellona Dani Alves banana

Il problema vero è che, spesso, i giocatori a finire nel mirino sono quelli più polemici: Vinicius non è nuovo a dichiarazioni sopra le righe ma questo, ovviamente, non giustifica chi usi retorica razzista nei suoi confronti. La sua denuncia nel 2022 verso gli ultras del Valladolid, condannati a mesi di prigione e interdetti dall’ingresso negli stadi dalla giustizia spagnola, ha fatto scuola. Anche se la frequenza degli incidenti nel nostro paese si è ridotta negli anni, la Serie A non è certo esente da comportamenti del genere: molti ricordano quando, nel 2005, l’ivoriano Marc André Zoro fu oggetto di pesanti ingiurie quando si recò al Meazza con il suo Messina. Quando prese in mano il pallone e cercò di lasciare il campo al 70’, molti non capirono l’importanza del suo gesto e lo criticarono.

Un trattamento simile fu riservato a Romelu Lukaku in quel di Cagliari e Torino ma anche al difensore del Napoli Koulibaly nel 2018, fino all’ultimo incidente ad Udine che ha coinvolto il portiere del Milan Mike Maignan.

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