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Calciomercato e risate: le frasi celebri

Frasi storiche di giocatori e dirigenti. Saviola appena sbarcato a Madrid: "Qui sono felice". Kakà: "Mai contatti col Real". Adriano: "Torno imperatore"

Calciomercato e risate: le frasi celebri

Proprio ieri Mike Ashley, presidente del Newcastle, si è trovato a discutere del suo club con alcuni dirigenti del Barça. Approfittando di un momento di disattenzione della delegazione catalana, Ashley avrebbe chiesto la disponibilità all’acquisto di Ronaldinho ed eventualmente la sua valutazione. Un attimo prima di svenire, il dirigente blaugrana, di cui è stata celata l’identità per evidenti ragioni, ha spiegato che il calciatore è incedibile e che comunque sarebbero occorsi non meno di 80 milioni. Alcuni cronisti hanno chiesto conferma dell’indiscrezione e serenamente un portavoce del Newcastle ha commentato: «Peccato, il nostro presidente è miliardario, ma non è detto che potesse essere interessato a un investimento del genere». Un mercato esilarante che non si fa mancare nulla con la conferma che i bei tempi del popolare presidente Massimino non finiranno mai: «Perché si devono comprare i guanti nuovi solo al portiere? - chiese un giorno stupito al magazziniere -. Per me sono tutti figli uguali, i guanti o si comprano a tutti o niente».
L’Inghilterra, fedele alle sue tradizioni, resta una miniera inesauribile. Tierry Henry è stato riconosciuto come il grande colpo del Barcellona di questa prima parte del mercato. Per tutti ma non per Sir Alex Ferguson, manager del Manchester United. A chi gli faceva notare che ora l’Arsenal non era più un’avversaria da temere, ha risposto: «Sono convinto che senza il francese giocheranno meglio». José Mourinho ha già detto la sua sull’affare Shevchenko: «Lui al Milan? Chiedetelo a Kristen Pazik, sua moglie, se vi risponderà che i figli hanno già imparato l’inglese, allora è probabile che lui torni in Italia».
Sono risate a denti stretti, come quelle del fantasioso Ramon Calderon, presidente del Real: «Il segreto della nostra vittoria nella Liga? La cessione di Ronaldo, naturalmente». E poi ha raddoppiato: «Capello? Troppo difensivista!». Dimenticando che il Real ha vinto il titolo grazie alla differenza reti. Ma sono dettagli se si pensa che l’ex giocatore del Barcellona Javier Saviola dopo soli dieci minuti di orologio dal suo sbarco a Madrid, alla prima domanda ha risposto: «Qui mi sento felice». Ci si mette un attimo a sentirsi a proprio agio. Cristiano Lucarelli ha già tranquillizzato i suoi fans: «Vado a guadagnare quattro milioni di euro netti a stagione per tre anni solo per Livorno». Gli amaranto come l’Unicef,
Recoba crapa pelata. El Chino aveva scommesso con Fabian Estoyanoff che se l’Uruguay avesse segnato quattro reti al Venezuela si sarebbe tinto i capelli. Vinta 4-1 la sfida, Recoba si è presentato in ritiro biondo e ha scommesso di nuovo: «Se battiamo il Brasile mi faccio celeste». Ma prima si è rapato a zero, perché le esperienze negative forgiano il carattere ma, come disse Renzo Ulivieri, prendere troppe bastonate fa male.
Perfino le dichiarazioni di Adriano sembrano autoironiche: «Torno imperatore e segno almeno venti gol. Spero». Come quelle di Sanchez Emilson Cribari, difensore della Lazio: «Sono certo che possiamo arrivare tra le prime cinque». Qualcuno lo avverta che dopo il quarto posto il resto non conta, Inter, Roma, Milan e Juve comunque sono con lui.
Un mercato dove i protagonisti sono spesso rimasti muti senza far mancare il loro apporto allo show. Cristian Chivu alla vigilia del raduno di Trigoria ha detto: «Io all’Inter? Meglio che prima ne parli con la Roma». Ma dai. E Ricardino Kakà, spensierato come la sua frangetta, ha fatto sapere: «Il Real? Mai avuto contatti».

Sono colpi bassi e non è detto che non funzionino, il candidato all’Oscar di questo primo mese di calciomercato è senza dubbio Joan Becali che in un momento di sereno auting ha rivelato: «In Romania c’è un detto: ogni calcio nel sedere è un passo in avanti».

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