Giacomo Susca
Il prossimo autunno per la Lombardia si chiuderà lera degli impianti di riscaldamento alimentati con oli combustibili. La Regione, con delibera approvata dalla Giunta lo scorso 15 giugno, ha infatti fissato al primo ottobre il limite alla tollerabilità in abitazioni e condomini dellutilizzo di distillati pesanti di petrolio o di emulsioni di acqua con olio combustibile. Domenico Zambetti, assessore alla Qualità dellambiente e promotore del provvedimento, ricorda che «viene estesa allintero territorio lombardo una norma peraltro in vigore dal 2005 nelle zone critiche di Milano-Como-Sempione, Bergamo e Brescia».
Si tratta di un ulteriore passo avanti nella strategia di contrasto allemissione di gas serra e di altre sostanze acidificanti, che contribuiscono a compromettere lo «stato di salute» dellaria lombarda. Le polveri fini emesse dalluso di oli combustibili sono fino a 100 volte superiori rispetto a quelle del metano e fino a 10 volte in relazione al gasolio. Secondo le stime della Regione, questultima stretta - che prevede alcune deroghe per i grandi impianti con potenzialità termica superiore ai 10 Mw ma nessuno sconto per quelli residenziali - porterà a una diminuzione complessiva delle polveri sottili (valori di Pm10) nellatmosfera pari a circa 250 tonnellate, cioè il 6% sul totale delle emissioni nel periodo invernale.
Per i trasgressori sono previste sanzioni di un certo rilievo: dai 5mila ai 10mila euro nel primo controllo per poi salire nei successivi. Si conosceva già, daltronde, lentità degli impianti non a norma presenti in Lombardia e nel capoluogo. Una dimostrazione è venuta dopo la task force di controlli messa in atto dalla Regione in appena 15 giorni a cavallo di gennaio e febbraio scorsi, quando furono riscontrate 43 infrazioni da uso di oli combustibili su 284 verifiche effettuate. Il maggior numero degli impianti fuorilegge era concentrato a Milano, con una media del 20% sul totale esaminato (14 su 71). Gli esperti, tuttavia, ritengono che il numero delle irregolarità sia decisamente più alto.
Basti riflettere su un altro dato, che riguarda esclusivamente il settore domestico. Mentre oltre la metà del fabbisogno energetico della Lombardia (98.
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