Milano - C’è chi per vedere un orso investe lo stipendio in viaggi in Canada, chi in faticosi trekking dall’esito incerto nel Parco Nazionale d’Abruzzo. E poi c’è Roberto Calderoli, che l’Orsa (Maggiore, il nome di battesimo) la tiene nel bosco di casa. «Perché dovrei andare in vacanza se il luogo dei miei sogni è qui?» chiede il ministro della Semplificazione nel suo eremo lombardo di Mozzo. Intorno a lui l’armamentario delle favole e dei poemi dalla Batracomiomachia in giù, con rane, topi, lumache, talpe, oltre che lupi e la mitica orsa.
Un torrente ghiacciato attraversa villa Calderoli, distesa di castagni, robbie, prugni, peri, albicocchi. Ondeggia persino qualche ulivo, incurante di trovarsi in val Brembana, cuore pulsante della Padania. «Ormai qui sembra il circo, la domenica arrivano mamme e papà con i bambini che chiedono del lupo. Vanity Fair mi ha proposto la copertina se mi lasciavo fotografare abbracciato all’orsa. Ma noi siamo molto bergamaschi, molto riservati e molto felici così». Il culto dello zoo è un vizio di famiglia: «Mio padre, cacciatore, ci portava di tutto: aquile, volpi. Sono sempre stati benissimo. Vorrei riuscire a spiegarlo agli animalisti che gli animali sono più padroni di casa di noi».
Dov’è la scorta? Non si fa proteggere dagli escursionisti della Bergamasca?
«Non la uso quando sono a casa. Vengo qui per riposare e per stare con la mia famiglia, mia moglie e mio figlio. A lei piacerebbe essere sempre sotto controllo? No, grazie. Preferisco vivere».
Ha annunciato che il ddl sul federalismo arriverà in Consiglio dei ministri l’undici settembre. Non è scaramantico?
«Se uno dovesse guardare a tutto quel che è successo nella storia non si alzerebbe più dal letto. L’importante è presentarsi con un testo condiviso da tutti, da Bolzano a Palermo. I costi della sanità sono raddoppiati. Adesso i soldi entreranno e usciranno dallo stesso livello e tutto sarà chiaro e trasparente. Ma forse faremo Consiglio dei ministri martedì nove...».
Un tempo era l’uomo più criticato del centrodestra, adesso con la sinistra è tutto sorrisi e dialogo. Ha persino una sua commissione Attali.
«Se vuole entrare anche Giuliano Amato, si accomodi. Se penso alle conseguenze che ha avuto, al fatto che degli uomini hanno rischiato la vita, non metterei più la maglietta con la vignetta su Maometto. Le esperienze che uno ha aiutano a crescere. Loro, a sinistra, hanno fatto da soli le modifiche al titolo V, a noi hanno bocciato la devolution. Solo un cretino non capirebbe che il federalismo va fatto tutti insieme oppure non si fa. Adesso sono pronti il popolo italiano e il Sud, anche Alemanno chiede il federalismo fiscale. Un tempo Agazio Loiero e Antonio Bassolino mi arrivavano con la croce urlando “vade retro, Satana”, ora abbiamo avuto un incontro positivo. Ho visto anche Nichi Vendola a un convegno Aspen sul federalismo solidale. Sono certo di non dare fregature a nessuno. Vedo anche Bossi gasato sulle soluzioni che abbiamo trovato».
Sa che su internet c’è un forum che si intitola «Rivalutiamo Calderoli»?
«Non guardo più niente su di me. Credo di essere stato l’uomo più attaccato d’Italia. Mi hanno detto di tutto, minacciando di spararmi e di farsi esplodere. Adesso mi disinteresso di ciò che mi riguarda. Ho scoperto da altri di essere su Facebook».
Corre voce che il Senatùr possa uscire dal governo e che lei diventi ministro del Federalismo.
«Sono cose dei comizi, ne prendono un pezzo e capiscono quel che vogliono. Con Bossi funziona benissimo così, lui guida e io pedalo. È anche una necessità, per seguire la Finanziaria in tre insieme a Tremonti».
E il Partito del Nord? Il Pdl allargato alla Lega?
«Chiacchiere da corridoio di chi non ha capito che la storia non è acqua. Squadra che vince non si cambia, né restringendola né allargandola».
Vuol dire «no all’Udc»?
«Sono per il dialogo con tutti. Ma una cosa è scrivere insieme le leggi, altro condividere un’azione di governo».
Chi è il suo ministro preferito?
«Tremonti. Sicuramente. A parte i miei... Vado molto d’accordo con lui, mi ha coinvolto nella Finanziaria quasi come vice e mi ha aiutato nel federalismo fiscale».
La sua ministra preferita?
«Nessuna».
Cioè non gliene piace nessuna?
«Non faccia la giornalista dell’Unità. Voglio dire che evito anche di considerarle donne, non sono d’accordo con la storia delle quote, se una è donna o no è accessorio».
Passiamo all’opposizione. Con chi si trova meglio?
«Con Bassanini, con Chiamparino e con Vasco Errani, che è molto simpatico. Sarà un comunista ma è una persona sveglia, capace di fare patti chiari. Chi mi sta sulle balle è Furio Colombo: è strano vedere un girotondino che si mette in ginocchio davanti a Usa e Israele. I leader nazionali non mi piacciono. Con D’Alema non vado d’accordo per problemi di carattere, anche se politicamente è bravo. Però sua moglie, Linda Giuva, è una donna squisita. I Veltroni, i Rutelli, hanno fatto tutti il loro tempo. Ferrero è un incoerente. Dovevano fare segretario di Rifondazione un minatore del Sulcis, non l’unico ministro comunista del governo Prodi».
Il ministro meno simpatico?
«Faccio il giro del tavolo e non mi viene in mente nessuno. Non è una risposta diplomatica, rispetto al passato i Consigli dei ministri sono molto più semplici e senza discussioni. Sono tutti fedeli alla moglie, per il momento».
A proposito, come vanno le vacanze con sua moglie?
«Non è la vecchia (la sceneggiatrice Sabina Negri, ndr), è quella nuova. Con lei non ci parliamo più e va bene così, ciascuno ha la sua vita. Gianna, mia moglie, è una persona squisita, è bello vivere con lei».
Molto romantico. È vero che la notte di San Lorenzo ha guardato le stelle cadenti con lei e con suo figlio?
«Sì. Volevo esprimere tre desideri ma ne ho vista solo una, spero di rimediare entro ferragosto. Mio figlio ha otto anni, mi diverto a giocare con lui. Gli ho detto che qui nel bosco ci sono gli gnomi e che sono loro ad abbattere le piante».
Farà qualche giorno di vacanza con il siciliano Raffaele Lombardo. È crollato anche il muro del Sud?
«L’ho sentito due giorni fa, verrà qualche giorno da me a Bergamo. La pentola federalista è in ebollizione. Martedì prossimo vado in Val Pusteria da Luis Dürnwalder. Il leader altoatesino è su posizioni diverse rispetto al passato e un dialogo è possibile.
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