Onorevole Massimo Calearo, da oggi è sotto scorta dopo le minacce ricevute per aver ipotizzato di votare la fiducia a Berlusconi. Si sente in pericolo?
«Guardi, continuo a ricevere decine di messaggi, su Facebook e via mail, di militanti di sinistra che insultano, minacciano e mi accusano di tradimento. A me sembrano dei poveretti, dei bambini che hanno bisogno di avere un nemico da odiare».
Al ministero degli Interni però prendono sul serio la faccenda, visto che l’hanno messa sotto scorta.
«Ho parlato con il ministro Maroni, che è un amico di vecchia data, mi ha detto che temono che in questo clima possa capitare il matto che mi aggredisce per strada. Purtroppo il popolo della sinistra vive ancora di ideologia, sono rimasti comunisti quando il comunismo non c’è più neanche a Cuba, e c’è una forma un po’ oscena di antiberlusconismo che è diventata una specie di credo, con l’odio al posto delle idee».
Lei comunque la fiducia non la ha votata, alla fine.
«Mi sono astenuto: lo dovevo a Walter Veltroni, per chiudere un percorso politico che ho fatto grazie a lui. Ci siamo parlati varie volte in questi giorni, mi ha chiesto di non votare la fiducia. Purtroppo il Pd che aveva in testa Walter e per cui mi aveva convinto non esiste più, in realtà lui con il suo sogno di un’Italia bipolare, di una sinistra alla Obama e di un confronto civile tra schieramenti era troppo avanti per l’attuale base e dirigenza del Pd».
Buoni rapporti umani solo con Veltroni?
«No, tanti colleghi e amici del Pd ieri alla Camera sono venuti a cercarmi, per salutarmi e per dirsi dispiaciuti per l’ondata di contumelie e aggressioni verbali nei miei confronti».
Qualche rimpianto nell’abbandonare il centrosinistra?
«Mah... detto tra noi respiro meglio. Non sono mai stato di sinistra, e lì dentro davo fastidio. Mi dispiace per Veltroni, piuttosto: è quello che soffre di più in questa situazione, il partito gli ha scaricato addosso colpe non sue per potersi auto-assolvere dalla sconfitta. Walter è bravo perché ha fatto il sindaco: è un lavoro duro, quello, devi fare il manager e stare in mezzo alla gente, alla realtà quotidiana. Era il meglio che avevano, ma a sinistra piace la mediocrità più che l’eccellenza: li rassicura».
Lei non è di sinistra ma ha espresso simpatia per Nichi Vendola.
«Ha carisma e capacità di leadership, e secondo me farebbe bene al centrosinistra: sarebbe una scelta di chiarezza e una novità. Di certo, con gli attuali dirigenti vincerà sempre Berlusconi. Nel Nordest, dove faccio l’imprenditore, il popolo ex Pci ormai vota Lega: al Pd sono rimasti solo i radical chic, non la gente che lavora».
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