Un calice di quello buono... Dove non osano i ristoranti

Bere vino al ristorante spesso è un bel problema. Sì, c’è quella buona bottiglia che ameremmo provare. Ma costa tanto e non siamo sicuri nemmeno di finirla. E allora? La soluzione è la somministrazione a calice, con la quale sarebbe possibile togliersi qualche sfizio a prezzi moderati. Ma i ristoratori temono che la bottiglia importante, aperta per un solo bicchiere, poi resti loro «sul groppone»: e dopo un paio di giorni una bottiglia aperta va buttata via. Quindi molti locali offrono la carta dei vini al calice, ma in pochi osano infilarci qualche etichetta... «alta».
In attesa di un Sassicaia al calice a 20 euro (scommettiamo che avrebbe successo?) abbiamo selezionato qualche locale che presta attenzione alla selezione di etichette «al bicchiere». Come l’Enoteca Marchetti (via Aureliana 15; 06-4741745), dove si trovano quaranta vini alla mescita: bollicine, bianchi, rossi è da dessert. «Stagionalità» è la parola d’ordine di Kottabos (via Celimontana 32; 06-77201145). «Abbiamo quindici vini al bicchiere, e d’inverno il 60 per cento sono rossi. Dedichiamo grande attenzione alle produzioni laziali», dice il titolare Marco Gioia. Carta equilibrata da Del Frate (via degli Scipioni 118; 06-3236437) con dieci bianchi, altrettanti rossi, sette da dessert, tre bollicine. «È cambiato il modo di accostarsi al vino - dice Fabrizio Gagliardi, proprietario de La Barrique (via del Boschetto 41; 06-47825953) -. La gente vuole sperimentare. Soprattutto le donne. Il diverso interesse si vede dalla spesa. Alla mescita abbiamo trenta vini, da 3 a 11 euro, prima si prediligevano gli economici, oggi i pregiati». Prevalenza di rossi - il doppio dei bianchi - in questo periodo, Al Bric (via del Pellegrino 51; 06-6879533). «Gli uomini sono storicamente interessati al vino - dice Dario Rositto, sommelier de L’Acino Brillo (piazza Sant’Eurosia 2; 06-5137145) -. La novità sono le donne, preparate al punto che spesso sono loro a scegliere». La mescita prevede tre bianchi, altrettanti rossi, un prosecco e una decina di dolci. «Conoscere i vini o fingersi intenditori è un must - commenta Ketty Martin, proprietaria di Enojazz (via Bertoloni 1; 06-8088546), che vanta 17 alternative - chi non se ne intende, segue la moda. Il più gettonato è l’aromatico Traminer». Una trentina le proposte di Fuzzybar (via degli Aurunci 6; 06-4451162), da abbinare a selezionate torte rustiche e prodotti di origine laziale. Il titolare Carlo Teodori consiglia «guanciale cotto al vino accompagnato da Nero Buono di Cori per lui, spumante dosage zero Villa Crespia con zuppe di legumi per lei». Formaggi e salumi si abbinano a sei rossi e sei bianchi da Good (via di Santa Dorotea 8; 06-97277979). «Prima di mangiare - racconta Ignazio Dedoni, direttore de Il Brillo Parlante (via della Fontanella 12; 06-3243334) - la gente si ferma a bere nell’enoteca all’ingresso e spesso a tavola continua a bere ciò che ha assaggiato a prescindere dalla pietanza. Le donne amano i passiti. La nostra carta ne propone vari, insieme a 25 etichette di bianchi e rossi». Si sceglie tra sei proposte alla Gatta Mangiona (via Ozanam 30; 06-5346702), tra otto rossi e bianchi e altrettanti vini dolci da Giuda Ballerino! (via Marco Valerio Corvo 135; 06-71584807), circa trenta Al Presidente (via In Arcione 95; 06-6797342).

Boom di vini da dessert da Checchino dal 1887 (Via Montetestaccio 30; 06-5746318). «Abbiamo quattro rossi importanti, due bianchi, tre bollicine, venti vini dolci, che abbiniamo a formaggi e dessert», spiega Francesco Mariani, il titolare.

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