Il califfo invisibile usa le armi dell’Occidente

Il mondo islamico non ha potuto riprodurre in sé la dimensione economica, non ha cioè potuto creare una società civile fondata sull’iniziativa economica delle persone. Per creare il capitalismo ci voleva il primato della persona che è il bene proprio del Cristianesimo. Ma l’Islam ha sempre saputo riprodurre in sé le armi dell’Occidente, far proprio il progresso delle armi di guerra. Avvenne così con la polvere da sparo e il cannone. Potè produrre vittorie con la potenza d’urto delle masse, ma perse quando anche la guerra divenne legata alla tecnica. E la tecnica venne in Occidente prodotta dai privati non dallo Stato. L’Islam però ha saputo appropriarsi delle potenzialità belliche insite nelle nuove tecnologie occidentali: la televisione e internet.
La televisione ha reso possibile produrre in tempi reali l’unità della comunità islamica nel mondo in modo da esercitare una pressione bellica sull’Occidente, che ha dovuto piegare il capo: sia per le vignette danesi sia per il discorso di Ratisbona. Certamente il Papa non sarebbe andato a fare visita alla Moschea blu di Costantinopoli se non avesse temuto che il suo discorso potesse produrre attacchi ai cristiani. La televisione ha trasformato la massa islamica da potere virtuale a potere reale.
E internet assume ora una forma ancora più vantaggiosa perché consente la trasmissione di messaggi in forma varia e semplice e costituisce così uno strumento per aggregare nuovi candidati al martirio omicida, e suscitare anche di fuori dall’organizzazione di al Qaida delle cellule che forgiano i nuovi shahid.
Nel loro libro, Impero, fondato sulla crisi tecnologica della civiltà occidentale, Toni Negri e Michael Hart avevano teorizzato che la possibilità di contatti tra singolo e singolo rendevano possibile l’unione di tutti gli antagonismi. Non attraverso la politica ma attraverso la religione e la tecnica, usando un messaggio assoluto e un mezzo indefinito per organizzare senza organizzazione. Al Qaida si è fondata sulla capacità di un messaggio religioso assoluto che interpretava il Corano come contenente il suicidio omicida come forma di martirio per la fede. Osama ha agito di fatto come califfo, interpretando il Corano in funzione del primato di martirio omicida come forma attuale dell’Islam, ma radicata nello stesso Maometto che, secondo Osama, avrebbe desiderato morire martire.
Internet è un luogo in cui l’informazione può essere criptata in vario modo o anche detta apertamente come la lettura autentica del Corano. L’assolutezza del comando religioso secondo cui il vero islamico è martire omicida consente di risolvere il problema delle identità islamiche in Occidente e fare di loro fedeli dell’Islam secondo Osama.
Al Qaida è diventata tra l’altro una forma della guerra occidentale anche sul territorio. Lo si vede nel caso dei gruppi di al Qaida in Libano e negli attacchi popolari al presidente Musharraf in Pakistan sino al punto drammatico di un conflitto tra il governo e l’Islam nella lotta per la moschea rossa. Ma ora Osama ricompare; e la sua penombra, tesa a renderlo un califfo invisibile che gioca sulle nuove reti di comunicazione per far nascere gruppi autonomi. Egli non li organizza sul piano operativo, ma essi si auto-organizzano grazie alla televisione e internet. Non è un caso che gli attacchi maggiori avvengano in Inghilterra, nella patria del Londonistan, cioè là dove la cultura islamica ha avuto modo di operare maggiormente grazie al riconoscimento formale dello Stato. Al massimo di occidentalizzazione è giunta la maggiore accettazione del messaggio di Osama. Gli ultimi attentati di Londra erano improvvisati e furono prevenuti dalla polizia inglese. Solo uno di essi, a Glasgow, era opera di un martire omicida. La linea di Osama Bin Laden rappresenta quindi il nuovo modo dell’Islam per definirsi solo come guerra all’Occidente riducendo al martirio omicida i precetti religiosi e sociali dell’Islam. Ma attraverso le minoranze islamiche occidentali più influenzabili da al Qaida il movimento neocaliffale determina in tutti i Paesi islamici il distacco dell’Occidente come modello e rafforza l’identità islamica. Che si manifesta abitualmente con nuove pressioni anticristiane considerando l’esercizio della fede cristiana come antislamico.
I servizi segreti e le loro possibilità di infiltrazioni sono sinora l’unico efficace strumento per contrastare un fenomeno certo marginale ma potente.

Perché può usare il mondo islamico come zona di influenza del nuovo califfo Osama Bin Laden, che appare e scompare, quasi una figura tra cielo e terra per fare dell’Islam uno strumento di lotta contro la civiltà dell’Occidente.
bagetbozzo@ragionpolitica.it

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