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California: esecuzioni sospese e braccio della morte affollato

Il paradosso dello Stato di Los Angeles, dove il boia è a riposo da un decennio ma le condanne capitali aumentano. E in Texas mancano i veleni per le iniezioni letali

California: esecuzioni sospese e braccio della morte affollato

In California il boia è a riposo e nel braccio della morte c'è il "tutto esaurito". È il paradosso della pena di morte ancora comminata ma non eseguita nello stato di Los Angeles. Da un decennio infatti i condannati a morte californiani vengono risparmiati, ma intanto nel penitenziario di San Quintino su un totale di 715 celle ne sono rimaste libere solo sette. La notizia pubblicata dal Los Angeles Times conferma l'allarme globale lanciato da Amnesty International nel suo rapporto 2014 sulla pena capitale: esecuzioni in calo ma condanne in aumento.

Il governatore della California Jerry Brown prevede una media di venti nuovi arrivi ogni anno e chiede un finanziamento di emergenza da 3,2 milioni di dollari per costruire 97 nuove celle. L'intenzione è di utilizzare gli spazi guadagnati grazie alla riforma delle pene che ha derubricato a semplici contravvenzioni la maggior parte di quelle per i reati di droga non violenti. L'ultima esecuzione dello Stato risale al 2006, intanto la popolazione di San Quintino è invecchiata e 49 detenuti sono morti di malattia, overdose o suicidio.

Le notizie californiane si aggiungono a quelle che arrivano dal Texas, dove cominciano a scarseggiare i veleni per le iniezioni letali. Lo Stato ha a disposizione la dose per una sola esecuzione, in programma per il 9 aprile. A rendere difficile il compito del boia c'è anche il recente appello dell'Associazione americana farmacisti ai propri 62mila iscritti a non collaborare con le amministrazioni che ancora praticano la pena capitale e quindi a non fornire sostanze che servano a mettere a morte esseri umani.

E in occasione della Pasqua un gruppo di 400 leader cattolici ed evangelici ha scritto una lettera aperta per chiedere alla classe politica degli stati Usa che ancora applicano la pena di morte di "abbandonare una pratica che diminuisce la nostra umanità e contribuisce a una cultura di violenza e vendetta senza conciliazione".

Il documento definisce la pena capitale "il frutto marcio di una cultura seminata con i semi di povertà, disuguaglianza, razzismo e indifferenza alla vita" e sottolinea "la vergognosa realtà che gli Stati Uniti sono una delle poche nazioni sviluppate del mondo che ancora mettono a morte i propri cittadini".

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