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California, ora il fumo è vietato anche in casa propria

Nuova legge a Belmont, vicino a San Francisco: la sigaretta è proibita in tutti gli appartamenti. I condomini devono predisporre delle aree fumatori esterne. Ed è polemica

Si ritrovano in cortile, con la sigaretta già fra le labbra e l'accendino in mano. Ormai quella boccata di fumo è da clandestini: perfino in casa propria. Belmont, California, è l'ultima frontiera del divieto. In questa cittadina della Silicon Valley il tabacco è proibito anche negli appartamenti, se soffitto o pareti confinano con case altrui. Si può fumare soltanto per strada, o se si ha una villetta per conto proprio. Nei condomini ci devono essere aree fumatori, all'esterno degli edifici. Altrimenti, sigarette spente. Esultano i gruppi anti fumo La nuova legge è entrata in vigore a metà gennaio, dopo un periodo di «tolleranza» durato 14 mesi. Ora per gli abitanti non c'è più scampo: o si adattano, o pagano una multa di cento dollari. Oppure cercano casa altrove, come qualcuno inizia a pensare. Molti sono indignati: a trenta chilometri da San Francisco può succedere che un consiglio comunale riesca a controllarti la vita, perfino in casa tua? Ma per le organizzazioni anti fumo Belmont è un modello, un avamposto del futuro. «Il fumo passivo non è meno pericoloso in camera da letto che sul posto di lavoro», dicono. Quindi per loro va benissimo: finalmente la sigaretta accesa in casa è diventata «un affare di salute pubblica». Una battaglia fra vicini Tutto è cominciato in un condominio per anziani in difficoltà economiche, un complesso chiamato Bonnie Brae. Ray Goodrich, 84 anni, una malattia ai polmoni e un'allergia che lo tormenta da tutta la vita, ha combattuto per anni: lettere, petizioni, apparizioni in comune (accompagnato da coetanei con bastoni e sedie a rotelle), pressioni sul dipartimento edilizio, che finanzia, in parte, i sussidi del Bonnie Brae. Alla fine ce l'ha fatta: un consigliere si è appassionato alla causa, la giunta ha votato una legge antifumo restrittiva come nessun'altra. Vittoria. Per altri è un dramma. Come per Edith Frederickson, coinquilina del signor Goodrich, affezionata ai suoi due pacchetti al giorno, che si è sfogata coi giornalisti: mi fanno sentire una criminale in casa mia, ma di sicuro non smetterò. In attesa di traslocare, si consola nella zona fumatori, in cortile.

Accusa il vicino di «vendetta» e giura: «Di sicuro continuerò a essere una criminale».

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