da Milano
Atesia, società del gruppo Almaviva, non dovrà - almeno per il momento - assumere i 3.200 operatori dei propri call center. Il Tar del Lazio ha infatti sospeso i provvedimenti degli ispettori del ministero del Lavoro, che nei verbali del 21 e 24 agosto scorsi avevano qualificato come rapporti di lavoro subordinato i contratti a progetto in essere presso i centri di Atesia.
Gli ispettori avevano distinto tra coloro che rispondono alle telefonate dei clienti delle società per conto delle quali i call center gestiscono i numeri verdi, e i lavoratori che effettuano telefonate, ad esempio, per svolgere ricerche di mercato. I primi, secondo gli ispettori, dovrebbero godere dello status di lavoratore dipendente e, quindi, avere diritto a unassunzione con contratto a tempo indeterminato. Gli altri, cioè quelli che fanno telefonate, possono essere assunti con contratti più flessibili. I giudici del Tribunale amministrativo del Lazio hanno però ritenuto che «lesercizio del potere di diffida - come si legge nel provvedimento - appare idoneo ad arrecare una lesione concreta e attuale allimpresa destinataria dellaccertamento». Al primo esame del tribunale seguirà quello di merito e, quindi, la sentenza di primo grado. Le motivazioni della società, secondo i giudici, sono fondate perché il provvedimento del ministero avrebbe potuto danneggiare il gruppo e i lavoratori. Di fronte ai «molteplici rischi» derivanti da un quadro giuridico in piena evoluzione, dopo le innovazioni introdotte sul mercato del lavoro dalla legge Biagi, i giudici hanno deciso per «il mantenimento della situazione in essere».
Il presidente di Atesia, Alberto Tripi, ha espresso soddisfazione per la decisione del Tar che non sorprende «poiché, come abbiamo sempre affermato, lazienda ha sempre operato nel pieno rispetto della legge. È certamente motivo di soddisfazione apprendere che le conclusioni dellindagine degli ispettori del lavoro, sono state respinte dalla giustizia amministrativa. Ritengo che questa decisione debba essere considerata positiva soprattutto per riprendere il dialogo costruttivo con le organizzazioni sindacali».
Il collettivo precari di Atesia ha intanto annunciato lintenzione di ricorrere al Consiglio di Stato, mentre il segretario confederale della Uil, Paolo Pirani, sottolinea come il Tar sia la prova «che la via maestra per affrontare questi problemi è un accordo tra le parti».
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