Piermaurizio di Rienzo
Dal dibattito all'intervento. Il Centro Studi Anticontraffazione, nato a Milano su iniziativa di un gruppo qualificato di avvocati ed esperti sul fenomeno dei «tarocchi», segna un nuovo punto e si presenta sotto una veste innovativa, quella di ente in grado di dare un aiuto concreto alle imprese danneggiate dai falsari. Da domani, infatti, il Centro Studi cambia il proprio sito internet (www.anticontraffazione.org) e inaugura un forum aperto alle esigenze e ai dubbi delle aziende associate in materia di contraffazione. Un pool di esperti risponderà on-line su tutte le questioni: dalle norme sui brevetti alle leggi che regolano la proprietà intellettuale. Già, perché la contraffazione sta continuando ad appesantire la situazione dell'impresa italiana.
I dati parlano chiaro: secondo il Counterfeiting Intelligence Bureau, il valore mondiale delle merci contraffatte ammonta a circa 300 miliardi di euro all'anno. La stima del giro d'affari sul mercato italiano si aggira tra i 12 e i 17 miliardi. A Milano il fenomeno è aumentato del 300% negli ultimi dieci anni. I numeri elaborati dalla Guardia di Finanza evidenziano come il 70% della produzione mondiale provenga dal Sudest Asiatico (Cina in testa, seguita da Corea del Sud, Taiwan, Indonesia) e il restante 30% dal bacino del Mediterraneo. Recentemente, la Polizia Annonaria di Milano ha annunciato di aver recuperato negli ultimi dodici mesi quasi 55mila cd musicali contraffatti, 1.139 musicassette, 21.784 dvd, 2.411 videocassette e 1.713 cd-rom di giochi. La maggior parte dei sequestri è stata effettuata nei mercati rionali, dove dal mese scorso è stata rafforzata la presenza di pattuglie su decisione del prefetto Lombardi.
Il governo, intanto, si è mosso nella direzione della repressione affidando il coordinamento del problema all'Alto Commissario per la Lotta alla Contraffazione, Roberto Cota, nomina auspicata da diversi anni dal Centro Studi che giudica questo importante passo avanti come un «punto di partenza e non di arrivo». Il Centro, infatti, si propone di affiancare l'azione dell'Alto commissario su due direttrici: da una parte promuovendo il raccordo con le banche dati di Guardia di Finanza, Agenzia delle Dogane e forze dell'ordine, dall'altra sollecitando la continua promozione di una cultura della legalità. Non secondaria la battaglia che ha come obbiettivo l'istituzione in tutte le procure, a cominciare da Milano, di pool di magistrati specializzati nella lotta alla contraffazione.
Ma è su un altro tema che domani al Palazzo Giureconsulti il Centro Studi Anticontraffazione vuole puntare l'attenzione: la necessità di un connubio sempre più stretto tra l'innovazione tecnologica e la difesa della proprietà intellettuale. «Non ci può essere innovazione senza tutelare il proprio prodotto - spiega il presidente del Centro Studi, Daniela Mainini -. Stimolare e proteggere l'innovazione significa difendere la trave portante del sistema produttivo italiano». Le linee guida per accelerare la competitività italiana sono essenzialmente due: da una parte promuovere il know-how tra le piccole e medie imprese, chiamate a guardare sempre più con maggiore attenzione all'innovazione tecnologica per poter sopravvivere sul mercato globale, dall'altra tutelare con tutti i mezzi giuridici il proprio prodotto. Per vincere queste sfide industria e istituzioni non possono più limitarsi a collaborazioni sporadiche e settoriali, ma devono costituire un nuovo modo «di fare squadra» sostenendo azioni mirate alla promozione della ricerca, alla lotta alla contraffazione e alla tutela del made in Italy. Il Centro studi anticontraffazione avvia domani questo processo mettendo intorno allo stesso tavolo governo, Comune, forze dell'ordine, mondo produttivo, università ed esperti economici.
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